le prime parole del sindo quasi lo sorprendono e fa fatica a capirne il significato, ma, appena capisce il modo di parlare che ha il suo ospite, Anomander non perde più un solo significato. guarda con scetticismo i tesserini e la blaster come se volesse mantenere una sorta di distanza tra sè e quei simboli chiaramente imperiali, ma gli crede. sia per quello che dice che, soprattutto, per come lo dice. una sorta di offesa reprimenda alla sua diffidenza, non c'è vanto nel mostrare gli oggetti, ma solo una sensazione di richiesta ulteriore, e superflua, di accordargli fiducia.
*duecento anni... amico mio tu ti meriti un rispetto particolare, non foss'altro perchè sei nato ai tempi della republica, quando tutto era "pulito"*
Anomander conosce la storia che precede la sua nascita, ha studiato a fondo e anche se alla fine i suoi studi lo hanno portato in una direzione diversa non si è mai tolto di dosso la voglia di controbattere le tesi dell'impero, ne la sensazione che non ci fosse nulla che non andasse ai tempi della republica, forse solo una politica un tantino stantia, ma quantomeno non opprimente come quella attuale.
il rosso sorride
"il mio nome è Anomander Reik, straniero, e se ti sembro diffidente non devi fare altro che pensare agli ufficiali che hai lasciato sulla nave grigia. da quello che hai detto tu sei in grado di sconfiggerli, ma io no, e davvero non vorrei mai averci a che fare. criostasi eh? ci vuole del coraggio, o disperazione, mi spiace solo che non siate capitati in un momento migliore. il tuo amico ha bisogno di cure, forse c'è una persona che può aiutarci..."
*e così sarò io in debito, Olis...*