Con tutta la delicatezza di cui sono capaci, Max e Fuinn vestono Naim con la muta nera, assemblano la corazza, gli mettono l'elmetto e poi collegano il pettorale dell'armatura ad un datapad con una serie di cavi asportati dal computer.
Alla pressione di un bottone, la corazza emette un sibili e la muta, che in alcuni punti andava larga, si restinge per prendere la forma del corpo che contiene. Un leggero sibilo proviene da sotto alcuni pezzi e dal collo del casco.
"Adesso e' pressurizzata. Con la modalita' incubatrice, la batteria non durera' piu' di 48 ore, comunque"
Max setta il climatizzatore della tuta su "roccioso-desertico-arido -- Giorno".
Fuinn lo ha osservato lavorare come uno schiavo per piu' di due ore, modificando l'armtaura sua e di Naim, alterando i quadri comandi per trarne pezzi da usare o per asportare componenti da vendere, interfacciare il rover con il generatore della nave e con la batteria dell'armatura da assaltore. Il tutto in un relitto che, piano piano, diventa sempre piu' caldo. Un aria secca ed ostile inizia a filtrare dalla rampa, che Max deve tenera aperta per lavorare al rover che sta sotto la nave.
Mentre sistema il bagagliaio, sente i due tecnici che iniziano a riprendersi. E' un attimo. Con freddezza e senza troppi pensieri impugna il fucile, setta su 'stordimento' e spara a bruciapelo. Un cono di luce azzurra per un attimo investe i due, rimettendoli fuori combattimento. Scrive un biglietto e lascia loro un pezzo di metallo affilato per tagliare le corde ed una pistola per difendersi.
Quando ormai il loro tempo sta per scadere, sono pronti a d andare. Max e' seduto dietro, su un sedile rialzato. In ogni mano una piccola cloche e davanti a se tre pedali ed un quadro comandi. Fuinn e Naim, seduti sui sedili dei passeggeri, in basso davanti a lui, sono in attesa di partire. Con un ronzio leggermente acuto, il rover si attiva.
Max fa manovra e lascia la Maine Tai' alle sue spalle, risalendo le pareti ripide della gola. Lentamente, la carcassa della nave, l'unica e l'ultima speranza del popolo dei Sindi, sparisce dietro le dolci curve delle pareti rocciose. Un leggero strato di polvere e sabbia la sta gia' ricoprendo.