Il futuro, possibili trame, fili che si intrecciano, storie, vite, persone, luoghi. La speranza che Kastar Fabar, Anomander Reik, Maximillian Bladesmith e Fuinn Aldarienn coltivano nel cuore deve adattarsi al volere del destino, della Forza. Mentre l'iperguida si disinserisce autonomamente, e gli allarmi anti collisione scattano in rapida successione, lo jedi, l'infiltratore e il cacciatore non riescono a reagire, a dire nulla.
Forse, per un attimo, è sembrato tutto vero. Che Fuinn non stava poi tanto male, che erano scappati all'impero, che avevano trovato una famiglia nei rispettivi amici e compagni di viaggio. Eppure, a ben guardare, le cose non stavano così male. Salvi erano salvi, e Fuinn, non era morto. Max poteva ben capire quale shock fosse stato quel grido mentale, e solo allora aveva iniziato ad intuire quanto istintiva e primordiale fosse la connessione dei sindi con la forza.
E ora, cosa avrebbero fatto? Max era libero da ogni legame, ed aveva il suo nuovo, superbo cristallo, per costruire la spada perfetta. La sua nave lo aspettava su Nar Shaddaa, e poi, chissà...nascondersi ancora, oppure cercare l'Alleanza ed unirsi ad essa.
Kastar sapeva, finalmente, dove cercare la sua vittima finale. Aveva acquisito crediti e reputazione a volontà da questo incarico. Informalmente, si sarebbe presto venuto a sapere presso la gilda dei Cacciatori di Taglie che Olis Inth aveva molto impressionato gli Hutt, per un qualche motivo
Anomander aveva salvato il suo vecchio amico, preso a calci un bel pò di cattivi, portato a casa la pelle sua e dei suoi nuovi amici con delle manovre disumane, e protetto la vita vegetale dalle grinfie dell'Impero. E non era forse quella la cosa che di più nella vita lo motivava?
Eppure, anche con questi pensieri in testa, anche con le loro piccole vittorie e la gioia di essere ancora vivi a dispetto delle avversità, e più ricchi e più esperti di prima, nessuno di loro riusciva a provare gioia, nemmeno lontanamente. Da una parte, il loro amico in coma. Dall'altra, la sventurata sorte del popolo dei sindi e della loro "squadra di esplorazione", e poi l'idea che la capsula di Shaya fosse ancora sulla nave Imperiale...forse già sulla nave di Vader, forse già nella fortezza di Bast o su Coruscant o...o magari proprio su Byss, l'oscuro cuore della galassia centrale.
Le loro coscienze si persero, per un lungo tempo, mentre il pilota automatico entrava in azione evitando la miriade di corpi celesti che ruotava attorno a loro.
I loro occhi tristi erano prigionieri di una visione sbagliata e crudele. Nell'allineamento di uscita, doveva apparire il grande e verde pianeta di Alderaan. Invece, ben visibile, c'era il sole che lo aveva illuminao fino ad allora. Della pace e della gioia non restavano che sassi e polvere cosmica...
--- L'ultimo viaggio della Maine Taì ---
---- FINE -----