DUNIA - Religioni e magia

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J. P. Polnareff
00martedì 14 dicembre 2004 14:31
ma noi non ci dovremmo limitare a descrivere un'ambientazione?

secondo me parlando di numeri entriamo troppo nei regolamenti e usciamo dall'ambientazione "pura".

io approfondirei solo la parte "narrativa" e qualche cosa generale della tecnina della magia, il resto lo lascerei ai master e ai loro regolamenti.

per come la vedo (ditemi coma la vedete voi) sul manuale finale non ci dovrà essere neanche un numero.


EDIT: cmq una cosa che non ho capito è la differenza tra evocation e mastery.


[Modificato da J. P. Polnareff 14/12/2004 17.16]

amisis
00martedì 14 dicembre 2004 17:37
con evocazione crei una piccola quantità dell'elemento, che sparisce dopo poco ma che può essere usata per fare cose anche molto dannose, mentre invece mastery necessita la presenza dell'elemento e lo manipola come preferisce..in soldoni
Snogar
00martedì 14 dicembre 2004 17:57
Re:

Scritto da: J. P. Polnareff 14/12/2004 14.31
ma noi non ci dovremmo limitare a descrivere un'ambientazione?

secondo me parlando di numeri entriamo troppo nei regolamenti e usciamo dall'ambientazione "pura".

[Modificato da J. P. Polnareff 14/12/2004 17.16]




Daccordo con Polnareff [SM=x77419]
amisis
00martedì 14 dicembre 2004 18:23
allora quello che abbiamo detto finora sulla magia dovrebbe essere sufficente, addirittura anche senza la questione dell specializzazioni delle varie scuole.
se non vogliamo parlare di regolamento ogni cosa vada oltre il semplice dire quali sono i 4 elementi e al massimo descrivere dei possibili incantesimi relativi sconfina in uno specifico regolamento...
J. P. Polnareff
00martedì 14 dicembre 2004 18:34
esatto, descriviamo i possibili incantesimi e lasciamo ai master tutto il resto.


KATOBLEPA
00martedì 14 dicembre 2004 18:53
Io volevo assolutamente lasciare la magi libera.
Ecco perchè ho messo le 4 abilità: così ogni master sa che la magia è libera e che però "lavora" secondo questo canone.
Viceversa ci dovranno essere indicazioni sulle complementarità delle varie scuole: opposizioni, collegamenti ecc ecc
Magari evitiamo i moltiplicatori e diciamolo soltanto a parole.


Niente listone infinito di magie, vi prego! [SM=x77420]


J. P. Polnareff
00martedì 14 dicembre 2004 18:55
ok, cominciamo a scrivere le indicazioni sulle complementarità.

niente listone infinito, lasciamo tutto ai master e ai giocatori



amisis
00mercoledì 15 dicembre 2004 22:04
allora, piccolo riassunto iniziale
-GAIA
terra ovvero ogni cosa solida inanimata
aria idem con ogni vapore
acqua idem con ogni liquido, acqua in tutte le forme
-ENERGIA
luce semplice, no? anche 'ologrammi'
fuoco sia calore che fuoco vero e proprio
forza telecinesi, elettromagnetismo, vibrazioni
-PASSIONE
potenziamenti manipolare la materia organica
ilusioni cambiare le percezioni delle creature
charme manipolare i loro pensieri
-NEGAZIONE
freddo banale
buio banale
distruzione distruggere, sbriciolare, indebolire

domanda:
ogni scuola può anche gestire magie tramite similitudini e simbolismi?
per capirci, un mago di gaia può fare un incantesimo di protezione che rende la sua pelle dura come roccia?
una negazione potrebbe distruggere una speranza?

schema di rappresentazione


_____________gaia
___________passione
___negazione_____energia

ovvero un triangolo con in cima gaia, al centro passione e sotto
negazione ed energia.
ovvero si passa dal materiale al vivente all'astratto puro
gaia e passione sono complementari (non vivente e vivente)
negazione ed energia sono opposti

queste sono idee sparse, ditemi che ve ne pare...

per quanto riguarda l'origine della magia non ho ancora avuto il tempo di farlo, pazientate8)
J. P. Polnareff
00giovedì 23 dicembre 2004 19:53
ma che creature si invocano con passione e negazione?

non riesco ad immaginare creature che non siano elementali



Meliamne
00giovedì 23 dicembre 2004 20:10
Se ho capito bene, le scuole di magia così strutturate non permettono di evocare creature. Comunque, con negazione dovresti essere in grado di evocare qualche non morto o qualcosa del genere. In ogni caso, secondo me, le evocazioni dovrebbero essere una cosa a parte, una quinta scuola. Solo che poi non ci sarebbe la stella di riferimento. Quindi... [SM=x77430]
J. P. Polnareff
00giovedì 23 dicembre 2004 20:22
un Norv che invoca uno zombie? [SM=x77430]

dobbiamo fare chiarezza su questa magia.



Meliamne
00giovedì 23 dicembre 2004 20:30
Sì, ma non ti aspettare che sia io a fare chiarezza, perché sono io quello che non ha ancora capito niente di questo sistema, e che non condivide quel poco che ha capito (senza offesa per nessuno).
Infatti, non credo che collaborerò a questa parte del progetto.
J. P. Polnareff
00giovedì 23 dicembre 2004 20:32
non piace neanche a me questa magia, però o la si accetta, o se ne propone un'altra



Meliamne
00giovedì 23 dicembre 2004 20:43
No, hai frainteso. Non la condivido, non ho da proporre qualcosa di veramente originale, e quindi lascio fare a voi che avete le idee chiare (o perlomeno più chiare di me).
J. P. Polnareff
00giovedì 23 dicembre 2004 20:53
no, non ho frainteso, se non la condividi, cerca (cerchiamo, perchè neanche io la condivido) di trovarne una migliore



Meliamne
00giovedì 23 dicembre 2004 23:42
Ah. Allora scusami.
Il punto è che non so come fare. Non mi viene in mente niente di veramente originale. Posso spremermi le meningi, ma non esce niente di meglio.
Alla fine, questo è un sistema magico, che, per quanto non condivisibile, è originale,
J. P. Polnareff
00giovedì 23 dicembre 2004 23:46
il fatto è che io non lo vedo neanche originale



Meliamne
00giovedì 23 dicembre 2004 23:49
Vabbé, vedo che cosa può uscire dalle teste mie e dei miei amici durante queste vacanze.
Il punto è che, secondo me, sarebbe opportuno fare delle scuole molto diverse tra di loro.
Oppure si fanno delle scuole che agiscono su cose diverse con sottoscuole che agiscono in maniera diversa. O viceversa. Che ne pensi?
J. P. Polnareff
00giovedì 23 dicembre 2004 23:55
[SM=x77430]


un esempio pratico?


Meliamne
00venerdì 24 dicembre 2004 00:02
Per fare i 4 elementi (scusa la banalità)
Scuole (rappresentano le cose che si manipolano):
Fuoco
Aria
Terra
Acqua
Sottoscuole (rappresentano il modo in cui si manipolano le cose di cui sopra):
Creazione
Trasmutazione
Telecinesi
Negazione
J. P. Polnareff
00venerdì 24 dicembre 2004 00:12
niente di originale purtroppo...

serve qualcosa di rivoluzionario...[SM=x77418]



[Modificato da J. P. Polnareff 24/12/2004 0.12]

Meliamne
00venerdì 24 dicembre 2004 00:20
L'esempio era banale, perché l'ho voluto fare così.
Penso che l'importante sia trovare 4 (come i soli) costituenti della realtà originali.
Meliamne
00venerdì 24 dicembre 2004 00:35
Ad esempio, ci vorrebbe qualcosa che si occupi dello spazio-tempo (al limite queste due si possono separare); qualcosa della realtà inanimata; qualcosa delle creature viventi (al limite si possono includere qui le varie illusioni).

Per le sottoscuole, ci vogliono necessariamente crazione e distruzione. Poi possiamo mettere qualcos'altro.
Meliamne
00lunedì 3 gennaio 2005 12:22
Ma noi non dovevamo fare solo l'ambientazione?
E allora, perché ci stiamo arrovellando su questa magia? Troviamo quattro campi della magia, li abbiniamo ai soli e abbiamo finito.
Anche perché non mi è venuto niente di particolare in mente.:(
Dwarfolo
00lunedì 3 gennaio 2005 13:43
Vi lancio li sul tavolo un'altra idea .....

La Magia nei GdR ha al 90% una concezione classica basata sul "sapere". Ci sono scuole di magia (focalizzate o meno su alcuni aspetti di essa), ci sono formule o rituali magici (che occorre conoscere) e la magia è organizzata in "blocchi" finiti noti ai più come Incantesimi, ognuno dei quali ha dei suoi limiti ben definiti e producono uno o più effetti cmq prestabiliti.
Insomma la magia nella visione classica è una sorta di SCIENZA organizzata in un sistema organico tassonomicamente classificato ... come se fosse Matematica, Fisica, ecc...

Una visione meno classica è quella che vede la magia come un qualcosa che semplicemente ... ESISTE. Un fenomeno, o un insieme di fenomeni, che fa sempre parte della natura intrinseca dell'universo, ha cmq un insieme più o meno vasto di regole (o leggi naturali) che lo governano, ma le sue manifestazioni possono anche essere "spontanee" e le leggi che governano il fenomeno possono anche essere assolutamente "ignote" a chi sfrutta gli effetti del fenomeno.

Facciamo un paio di esempi tanto per capirci meglio ....
Ognuno di noi sa che se si lascia cadere un sasso da un balcone, il sasso cadrà inevitabilmente verso il suolo. La conoscienza da parte nostra di come si svilupperà questo fenomeno esula completamente dalla conoscienza (sempre da parte nostra) delle leggi sulla forza di gravità. SAPPIAMO e accettiamo il fatto semplicemente sulla base di considerazioni "empiriche"; ovvero abbiamo visto tante di quelle volte cadere un oggetto verso il suolo, da "sapere" che gli oggetti cadono se abbandonati a se stessi.
Ora immaginiamo che in virtù della presenza NELLA natura della magia, le nostre esperienze "empiriche" (il senso comune in sostanza), ci dica che se lasciamo cadere il sasso pensando nel frattempo ad una piuma (ad esempio costruendo l'immagine della piuma nella nostra mente) il sasso non cada più verso il suolo ma cominci a galleggiare nell'aria. Non sappiamo per quale ragione scientifica il fenomeno si sviluppa in questo modo, ma anche un bambino sa per esperienza che pensando a qualcosa di leggero mentre si lascia il sasso questo non cade più.

Questo esempio banale ci dice che nella vita di tutti i giorni sperimentiamo le leggi naturali accettandole per quello che sono, senza porci il problema della CONOSCIENZA delle leggi stesse. In alcuni casi arriviamo a oltrepassare la sperimentazione passiva (l'osservazione pura e semplice della natura) per passare ad un UTILIZZO attivo di questi fenomeni ma SEMPRE senza porci il problema della conoscienza delle leggi che lo governano. Quello che facciamo in questi casi è utilizzare una Tecnologia. Qualsiasi fabbro sa forgiare una lama, ma nessun fabbro si sogna di sapere quali sono le interazioni atomiche che avvengono scaldando il metallo. Sa che il metallo diviene malleabile e duttile se scaldato a sufficienza, ma non ha la minima idea del perchè.
Estendendo l'esempio precedente, se il fabbro sapesse (per esperienza e non per scienza) che se lavora la lama di notte, quando c'è luna piena e utilizzando un maglio d'argento, la lama che ne risulterebbe avrebbe la capacità di sprigionare fuoco quando colpisce, ecco che avremmo inserito l'USO INCONSAPEVOLE della magia anche nel semplice lavoro dell'artigiano.

Bene, dopo tutto questo preambolo arriviamo ad alcune considerazioni su come trasporre in gioco questa visione della magia. Non so che sistema di regole deciderete poi di usare, ma in linea di principio si potrebbe pensare di tradurla cosi:

USO DELLA MAGIA == TECNICA o TECNOLOGIA

Se userete un sistema ad abilità/talenti/vantaggi, si potrebbe pensare che a determinati livelli di questi tratti del personaggio, questi abbia la possibilità di scegliere di apprendere una o più tecniche particolari. Queste tecniche gli consentiranno di ottenere effetti che agli occhi di un individuo della nostra realtà sono impossibili o paradossali, ma per un individuo appartenente alla realtà di questa ambientazione sono invece NATURALI (anche se estremamente difficili da ottenere).

Abilità Guarire: quando questa abilità raggiunge un certo livello il personaggio potrà scegliere di apprendere alcune tecniche che gli consentono (ad esempio) di rimarginare le ferite dei pazienti in modo rapidissimo.

Abilità Nascondersi: quando questa abilità raggiunge un certo livello il personaggio potrà scegliere di apprendere alcune tecniche che gli consentono (ad esempio) di diventare perfettamente invisibile.

Abilità Lanciare coltelli: quando questa abilità raggiunge un certo livello il personaggio potrà scegliere di apprendere alcune tecniche che gli consentono (ad esempio) di lanciare coltelli ad una distanza doppia, tripla, quadrupla (o quello che si ritiene opportuno e bilanciato), oppure di lanciarli in modo che colpiscano sempre ed automaticamente il bersaglio.

Questi sono solo esempi, bisognerebbe studiarne di validi ed esotici per ognuna delle abilità/talenti/vantaggi che deciderete di usare. Inoltre bisognerebbe stabilire delle leggi NATURALI secondo le quali i fenomeni della realtà di Dunia differiscono dalle normali leggi fisiche del nostro universo (e sotto quali condizioni). Queste leggi rappresentano se volete la conoscienza VERA (la magia) che i personaggi di questa ambientazione non avranno necessariamente bisogno di apprendere per USARE la magia stessa.


Dwarfolo
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (Salvor Hardin, sindaco della Prima Fondazione)

[Modificato da Dwarfolo 03/01/2005 13.46]

Meliamne
00lunedì 3 gennaio 2005 13:49
Il punto è ce noi non vogliamo associare nessun tipo di regolamento a questa ambientazione, al limite consigliarne uno o due.
E poi, la cosa importante è associare ad ogni sole una scuola (o branca, sezione, anima) di magia.

Comunque è molto interessante ciò che ha scritto.
Dwarfolo
00lunedì 3 gennaio 2005 13:56
Re:

Scritto da: Meliamne 03/01/2005 13.49
Il punto è ce noi non vogliamo associare nessun tipo di regolamento a questa ambientazione, al limite consigliarne uno o due.
E poi, la cosa importante è associare ad ogni sole una scuola (o branca, sezione, anima) di magia.

Comunque è molto interessante ciò che HA scritto.


Ma mi dia pure del TU!! [SM=x77404]

Cmq è un suggerimento ... cosa ti vieta di inserire nel concetto Lune, Soli, Divinità e quant'altro vi interessi? L'idea non presuppone nessun limite all'origine "sovrannaturale" di questi fenomeni "naturali", cosi come nessuno nella nostra realtà può spiegare senza il concetto di Dio l'esistenza dell'universo cosi com'è. Ma qui si scende nel filosofico spinto e si va allegramente OT.


Meliamne
00lunedì 3 gennaio 2005 20:32
L'idea di Dwarfolo me ne ha fatta balenare un'altra in mente: e sei invece di fare varie scuole di magia, facessimo dei "metodi" di magia?
Mi spiego. Invece di arrovellarci noi per inventare un sistema magico, lasciamo che sia il master a farlo per noi, applicando il suo proprio (his own) sistema magico. Se, ad esempio, masterizza un gruppo di D&D applica le famose scuole di abiurazione, ammaliamento, evocazione, invocazione, ecc., le sottoscuole, i descrittori, le CD, i tiri salvezza, e quant'altro. Noi ci limitiamo a descrivere i vari metodi con cui si arriva ad usufruire della magia.
Per cui, ci saranno 4 scuole di pensiero. Ad esempio, una agisce attraverso la meditazione, una attraverso dei movimenti armonici (come quella disciplina dei movimenti lenti che non mi ricordo cosa faccia), una attraverso l'integrazione con la natura, una attraverso la cmbinazione di parole adeguate, con determinate forze mistiche.
Queste cose le ho pensate scrivendo qui al computer, quindi sono banali e assurde. Ma approfondendole si potrebbe arrivare a qualcosa di decente.

PS Questo tipo di suddivisione porterebbe (per dirla alla D&D) ad una suddivisione dei norv in classi di incantatori diverse. Per restare agli esempi di cui sopra, ci saranno lo psion, il druido, il monaco e il mago.
KATOBLEPA
00martedì 4 gennaio 2005 15:35
Risposta velocissima che devo tornare ad immergermi negli integrali :(

Intanto grazie Dwarfolo per la tua collaborazione! [SM=x77419]
Il tuo suggerimento è molto molto interessante ed effettivamente apre una nuova "concezione" della magia. Forse è proprio quello che stiamo cercando, dato che è decisamente originale.
Il problema è che la tua idea mi sembra eccessivamente complicata da implementare. Gli effetti magici, che inevitabilmente dovranno essere molti per evitare odiose limitazioni, andranno cmq in qualche modo schematizzati, elencati, inseriti in un sistema che poi non sarebbe altro che un sistema magico come lo consociamo noi.
Altrimenti come li classificheresti? Vedresti ogni incantesimo come una semplice abilità speciale, sovraumana?

E poi secondo interrogativo importante: perchè allora le altre razze non sono in grado di usare questi "trucchetti" ?? (presumibilmente non hai letto il resto dell'ambientazione e devi sapere che sul Dunia solo i Norv e al limite i mezzo-Norv sono in grado di usare magia)

Aspetto chiarimenti :D


Per quanto riguarda la tua idea, Meliamne, devo dire che mi piace, però cercherei di evitare di ricadere nelle solite figure dello psi, monaco, ecc Un mago resta un mago, quello che cambia è il modo in cui evoca la magia!
In parte è il concetto che usa anche Elish, in cui ci sono incantesimi che vanno cantati, ballati o accompagnati da precisi sigilli, parole o pietre. Dovrei approfondire quel capitolo :D

Al momento sono poco propositivo (anche perchè l'abbiocco post pranzo si fa sentire) quindi magari cerca di lavorarci un po' tu e di sgrezzare l'idea di base. Ricorda che bisogna includere tutti i campi della realtà, il legame con il Dunia e tutti gli altri dettagli che sai riguardanti la magia Norv [SM=x77419]


Meliamne
00martedì 4 gennaio 2005 15:47
Re:

Scritto da: KATOBLEPA 04/01/2005 15.35
Cercherei di evitare di ricadere nelle solite figure dello psi, monaco, ecc Un mago resta un mago, quello che cambia è il modo in cui evoca la magia!



Avevo messo le classi di D&D per far capire che si tratta di differenze nel modo di usufruire della magia. E poi tutti i maghi usano la magia allo stesso modo. Se cambia il modo, non è più un mago.



Al momento sono poco propositivo perchè l'abbiocco post pranzo si fa sentire



Sì, lo so, l'abbiocco post pranzo è una cosa terribile. Durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi approfittarono di questo e conquistarono una base italiana.



Ricorda che bisogna includere tutti i campi della realtà, il legame con il Dunia e tutti gli altri dettagli che sai riguardanti la magia Norv [SM=x77419]


Includere tutti i campi della realtà è responsabilità del master e del sistema che intende usare lui. Noi decidiamo solo le scuole di pensiero. Per legarla al Dunia, vedrò cosa si può fare.
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