Master
“Ah'chu apenkee?” [E chi sareste voi?]
“Loro sono un gruppo di cacciatori di taglie, capitanati da me”
Tagwa-Tagwa! [ok…ok…]
La porta, lentamente e con un cigolo infernale, si solleva, rivelando i denti con cui si incastra nel pavimento. Dall’altra parte, l’occhio si rivela essere un servizievole droide, che scorta il gruppo lungo un imponente corridoio buio e freddo, protetto da spesse rocce dal calore del deserto.
“Wa wanna coe moulee rah?” [Quando possiamo essere pagati?] dice Kastar
“Huh…nobata alay, nobata alay! Boska boska!” [Presto, presto…andiamo su!”]
Alcune figure di gamorreani, chiusi in pesanti corazze di ferro e cuoio, ed armati di asce, sembrano seguire con lo sguardo il gruppo dalle tenebre che, di colpo, si fanno più fitte quando il grande portone si richiude con un sordo tonfo dietro di loro, mandando echi giù per il corridoio. Una musica di flauti elettronici inizia a raggiungerli dalla rampa di una scala che scende. Qui, il droide di sicurezza li trasferisce nelle mani di un Twi’lek alto e magro, dai minacciosi occhi rossi. La pelle bianca ed i denti scoperti gli danno quasi un aria da vampiro in mezzo a tanta tenebra. Il luogo, seppur non distintamente malvagio, mette comunque a disagio Fuinn e Maximillian, che sono certi che molti atti crudeli vi siano stati commessi. Droide e Twi’lek si scambiano due parole in huttese stretto, meno che un bisbiglio, ed il twi’lek fissa con sospetto ed anche un vago ribrezzo i loro prigionieri.
“Bulova numa toffa…” [sembrano a posto] sibila il twi’lek fissando Kastar. “Harburik kung?” chiede.
“Tagwa” [si!] afferma Kastar con convinzione.
Il twi’lek si gira, rapidamente, e fa cenno di seguirlo per le scale. La musica, dapprima sempre più forte mano a mano che si avvicinano alla sala in basso, scende rapidamente di volume appena entrano dall’arco di pietra che immette in una specie di sala del trono. Luci incerte proiettano ombre su una massa di corpi adagiati mollemente su cuscini e tappeti. Misti a loro, negli angoli meno illuminati, uomini pesantemente armati vigilano sulla stanza e sui suoi occupanti. Un musicista duros e tre coriste, tre ballerine twi’lek dalla pelle rosso mattone e dalla bellezza assolutamente mozzafiato, ed una pletora di personaggi della più varia estrazione. Su tutti, appoggiato ad una lettiga a repulsione, troneggia un essere disgustoso. La sua vista completa viene risparmiata ai nuovi arrivati dalle ombre che lo ammantano, ma è senza dubbio un hutt, una gigantesca creatura vermiforme che emana un acidissimo fetore di bile e che li fissa con crudeli e vitrei occhi color ambra, grandi come una palla da gioco. Kastar, trascinando Harburik per i polsi, lo porta assieme ai due trooper davanti allo hutt. Coperti dalle maschere per respirare nel deserto, Max, Anomander e Fuinn prendono posto intorno a lui. Il twi’lek, invece, si precipita al fianco dello hutt e subito gli bisbiglia alcune informazioni
“Naaaaaal, d’imperuiolo Harburik!!!” [il possente ufficiale Harburik!] ruggisce lo hutt ridacchiando. Al sentire il suo nome, Harburik alza la testa, ed il cappuccio viene rimosso a lui ed ai suoi uomini da Kastar.
“Iu wanna wonka, naal Jabbaaa” [posso essere pagato per questo, poderoso Jabba?]
“Chess ko che kopah Inth!!!” [attento al prezzo che chiedi per questo, signor Inth]
Jabba prosegue, con l’aiuto del twi’lek come interprete, che riferisce a Kastar con la sua voce raschiante
“Il sommo Jabba chiede di sapere che cautele hai adoperato per questo affare delicato. IL galeone qui fuori non era previsto. Jabba si sente minacciato dalla tua fretta e teme che l’Impero possa risalire agli hutt, per questo incarico. Jabba vuole sapere quale prezzo sia più giusto adesso, rispetto a quello pattuito in anticipo, per via delle condizione cambiate, e che cosa dovremmo farcene di due semplici soldati…”