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| Registrato il: 02/11/2001 | Città: LUZZARA | Età: 40 | Sesso: Maschile | Moderatore | Conoscitore | |
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Salto tutto il pezzo delle polemiche e vado a rispondere alle domande di Smrole: intanto premetto che ho letto sia Lo Hobbit che Il Signore degli Anelli, e ho trovato le stesse pecche in entrambi (ovviamente pecche a mio modo di vedere, magari quelle che per me son pecche per altri sono grandi qualità del libro), voglio dire, mi sembra tutto troppo superficiale in alcuni punti, non approfondito, proprio per questo ho fatto in passato lo stupido paragone con un'avventura, dicendo che se fosse stato un avventura per D&D il Signore degli Anelli, ma lo stesso vale per Lo Hobbit, mi sarebbe sembrato un pò tirato per i capelli in quanto a motivazioni. Cerco di spiegarmi, ad esempio nello Hobbit, se il mio Pg fosse Bilbo che si vede arrivare in casa sti nani che mi fanno solo del danno, e mi viene detto che devo seguirli per delle avventure in cui probabilmente ci lascerò la pelle, ma io non li seguo nemmeno per sogno, non senza una validissima motivazione, checchè ne possa dire Gandalf (di cui tra l'altro non si conoscono mai i veri poteri). Mi sono spiegato? Immagino di no, però voglio dire, non è tutta l'opera che non va, lo stile può risultare pesante ma è grammaticamente perfetto e pulito, solo mi pare che in alcuni passaggi entrambe le opere da me elencate siano fragili di motivazioni reali, che possano davvero spingere un uomo o hobbit che sia a cimentarsi in quell'impresa (altro esempio stupido: in un mondo dove è comunque diffusa la magia e ci sono vari eroi, è possibile che il compito di distruggere l'anello sia dato ad uno sconosciuto omino dai piedi pelosi?). Capito Smrole, sono queste le cose che mi lasciano dubbioso, ma posso capire che qualcuno non veda questa carenza di motivazioni ad agire, oppure non la reputi una grossa pecca. Tu che ne pensi?
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