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Adattamenti di mondi narrativi esistenti

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2002 19:33
04/07/2002 09:38
 
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ma partiamo sempre dal principio, se la storia va a farsi benedire per "svolte" di sano individualismo non ripianabili si può cercare di limitare gli effetti di queste svolte per adattare la storia in base a queste, e in fin dei conti si può sempre mollare e chiudere la storia con conseguenze prevedibili (un fallimento dei giocatori e del master).

C'è sempre da ricordarvi che i capitoli di gioco sono brevi e realisticamente è plausibile pensare che nel 95% delle volte che un giocatore fa fare qualcosa di "particolarmente eccentrico" a un personaggio finisca per peggiorare la sua situazione andando incontro a una intepretazione "antiegoistica" del personaggio che cozza completamente con i principi di merito e di assegnazione. Così giocatori che giocano a "svolte eccentriche" finiranno per ritrovarsi personaggi marginali (possibilimente i "cattivi" della storia) e finiranno per facilitare le difficoltà del libro.

Comunque c'è da dire che noto una certa fatica nel farvi capire che tutto sommato questo tipo di esperienza non è mirata "a far fare ai personaggi tutto quello che vogliono" come in un normale gioco di ruolo.

Oltretutto mi pare ci sia una certa distanza tra di noi tra la mia posizione che consiste nel ritenere che non è affatto una forzatura ricalcare nell'interpretazione le convinzioni, gli usi, i modi di fare, lo stile di un personaggio il cui background (come anche il personaggio) non sono stati scelti e creati da noi.
E nessuno mi venga a dire, perchè io non ne sono affatto convinto, che tutti questi fattori finiscano per rendere arida un interpretazione, tanto che se la faccio io o un altro o un altro ancora non cambia niente.

Ultimo appunto, le storie di Forsyth, con un lavoro di ricostruzione sono abbastanza "elastiche".
Nel senso che il fallimento o le modifiche plausibili (omissioni di azioni, aggiunte personali, deviazioni anche marcate della storia da parte dei personaggi) hanno effetti ampiamente prevedibili e talvolta accennati, se non quando ampiamente descritti, nei romanzi stessi.

Con un cast vasto di personaggi gli eventi ruotano tutti in base a una serie di piccole azioni che li scatenano.

Non credo che abbiate pratica con la trasmissione degli impulsi neurali nel cervello.
Ebbene velocemente:

ad ogni neurone giungono una miriade di impulsi di natura identica. La sommatoria di questi impulsi se raggiunge "l'energia di attivazione" (un tetto energetico adeguato) stimola una risposta di intensità sempre costante (non dipendente dalla quantità di stimoli ricevuti) nel neurone bersaglio che ritrasmette questo stimolo a altri neuroni.

In sostanza quindi il paragone sta nel fatto che molte delle azioni che si fanno nel libro sono un surplus narrativo che non lede alla storia. Ogni evento cardine della storia è stimolato da una serie di varie azioni (di vari personaggi, quindi di vari contributi intepretativi) delle quali quasi nessuna indispensabile a scatenare l'evento, ma tutte significative.

Infine, se vogliamo, nessuno pretende di ricalcare esattamente la storia del libro, è anzi gratificante e significativo sorreggere l'impianto narrativo con accorgimenti, modifiche anche sostanziali della storia e perchè no finali diversi (non sempre vincenti per i "protagonisti buoni".)

Ricordatevi che una masterizzazione di questo tipo finirà sicuramente per farvi intepretare personaggi in completa antitesi tra loro (ma che non appaiono nelle stesse scene) e che lavoreranno ognuno per la rovina dell'altro.
Non è detto che durante il gioco finiate per affezionarvi ai "protagonisti buoni" della storia.

Ritengo che questo non sia affatto un male, come ritengo che masterizzare una storia che devi1 e finisca in un modo diverso, senza stare a considerazioni "etiche" del tipo hanno vinto i cattivi, hanno vinto i buoni, è morto il protagonista (che razza di libro diremmo!!!) sia appassionante.
Anzi credo che il bello di questa masterizzazione e intepretazione sia inanzitutto il fatto che rappresenti una difficile sfida con noi stessi e le nostre capacità di giocatori di ruolo, sia per il master, chiamato a riscrivere una storia che diverge più o meno marcatamente dal libro, sia per i giocatori, chiamati a mettere in scena tutte le loro risorse per intepretare ogni genere di ruolo.

E' evidente che non la ritengo adatta a gente alle prime armi, è chiaro che le possibilità che non riesca (ma non intendo che non finisca come il libro) siano comunque da tenere presente, tuttavia è una sfida con se stessi che giocatori esperti e un master adeguato possono ampiamente vincere.

04/07/2002 10:30
 
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Non so Souze, sembra che in effetti non ci capiamo.

Psso solo dirti che cmq è da provare, ma la tua frase:


Oltretutto mi pare ci sia una certa distanza tra di noi tra la mia posizione che consiste nel ritenere che non è affatto una forzatura ricalcare nell'interpretazione le convinzioni, gli usi, i modi di fare, lo stile di un personaggio il cui background (come anche il personaggio) non sono stati scelti e creati da noi.
E nessuno mi venga a dire, perchè io non ne sono affatto convinto, che tutti questi fattori finiscano per rendere arida un interpretazione, tanto che se la faccio io o un altro o un altro ancora non cambia niente.



lascia poco spazio a discussioni di ogni genere.

SCiao!


Pkrcel
La vita è corta,L'arte lunga,
L'esperienza fallace,Il giudizio difficile.
04/07/2002 11:48
 
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Mi scuso per l'espressione forte che certo non voleva inibire il dialogo...

Quello che volevo intendere e di cui sono fermamente convinto (ma di cui sono qui a discutere volentieri) è il fatto che eriditare personaggi ampiamente caratterizzati non abolisce il fatto che questi possano prendere scelte (diverse a seconda del giocatore) che il personaggio possa essere intepretato a vari livelli, più o meno bene, restando comunque nella coerenza della sua caratterizzazione.
Credo che al di la della possibilità comunque presente di giocare un personaggio di questo genere, che indubbiamente ha meno alternative di un personaggio creato da capo a piedi, resta anche il gusto di tentare intepretazioni fuori dai nostri gusti e dall'ordinario.
Insomma non credo che un giocatore di ruolo, nella connotazione più "intepretativa" che riusciamo a dare di questo si sentirebbe limitato da "ruoli" di questo tipo, che ricordo, sono brevi e seguiti da altri diversi, simili, opposti ecc...

Sono ben contento di sentire le vostre opinioni, e vi premetto che riconosco che personaggi di questo tipo hanno un grado di libertà sicuramente minore ma credo, ditemelo voi, che questo non corrisponda necessariamente ad un minor divertimento, solo ad un divertimento diverso.
04/07/2002 12:00
 
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Ya welcome Souze.

No nposso che darti ragione su tutta la linea per quanto riguarda l'evenuale divertimento e anzi, come ho già affermato nel topic delle One-shot, penso che possano nascere NUOVE opportunità di divertimento....

SCiao!


Pkrcel
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04/07/2002 12:28
 
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Souze, la tua idea mi pare più adatta al teatro che ad un gioco.
I libri possono dare dei buoni background, non delle partite divertenti.
Io sarò una scimmia ma non mi diverte interpretare personaggi che non ho definito...chiaro che la parola del GM è vincolante ai termini del background.
Soprattutto non mi piace l'idea di restrizioni diverse da quelle che io scelgo(sia nella vita reale che nel gioco).
Mi preme far notare che il sistema in se và più che bene per simulare le realtà di un libro, basterebbe il gurps conan per dimostrarlo.
Forse è proprio il conan l'esempio migliore di un libro trasposto in gdr....:D


wlf
04/07/2002 12:38
 
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Beh Grey, è una cosa soggettiva, dipende da quanto sei disposto a convivere con una personalità che ti è stata calata dall'alto.
Effettivamente non è detto che molti gradiscano questa condizione.
La formula proposta da Souze aumenta la variabilità delle situazioni ma sicuramente elimina una caratteristica importante del GDR classico, cioè l'affezionarsi a un personaggio.
04/07/2002 12:44
 
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Beh, King hai presente cosa succede con Raffo?.......[SM=x77398]
wlf
04/07/2002 13:50
 
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Ciò che dice King è giusto. In realtà ci possono essere molti spunti dalle one-shot e non credo, come dice pkrcel, che differiscano gran che da quello che propone Souze.
Secondo me interpretare un pg già esistente senza crearlo magari non ti permette di affezionarsi, però ti offre ottimi spunti per l'interpretazione.
In fondo il gdr è un sociodramma no? Quindi non vedo nulla di male a recitare la parte di un pg di cui ti viene detto solamente il suo carattere e personalità lasciandoti libero di agire come meglio credi... No?

"La fantasia è più importante della conoscenza..."
04/07/2002 14:17
 
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Emh...Lark se ti viene detto il carattere è la personalità NON sei libero di decidere.:rolleyes:
Se organizzi una campagna ispirata ad un libro va bene, ma se cerchi di far recitare il libro ai pg no.
Lo stesso discorso vale per i film....
Anche se mi fai giocare Aragorn nel signore degli anelli non sarò contento, metti che mi voglio trombare qualche bella elfettona?
Non stà in piedi perchè il personaggio e già definito.
Con questo non voglio dire che se realizzo un pg non rispetto il suo ruolo perchè faccio quel che mi pare, ma che di solito gioco pg le cui "scarpe" non mi stanno eccessivamente strette.

Se sia divertente o meno recitare il copione non lo so, per cui non contesto che ci sia chi si può divertire a giocare una volta Pipino ed una volta Sauron.
Io preferisco seguire le mie leggi e cavalcare su di un sentiero che vedo solo io.:mad:
Se volessi recitare e basta andrei a teatro.
Chiaro come il sole che parlo per me. ;)
wlf

[Modificato da Greydeath 04/07/2002 15:19]

05/07/2002 07:49
 
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Scusami Grey ma le ifferenze tra:

Andare a teatro e vedere uno spettacolo
Fare teatro
la partita con personaggi variabili sulla traccia di un libro
giocare una partita di gioco di ruolo classica

sono molte.

La prima come noterai è qualcosa che non ti adoperi a fare tu, ma che fruisci.

La seconda implica la "recitazione" di un copione scritto, nel caso particolare di personaggio in cui storie e battute sono già definite.

La terza implica partecipazione creativa e "intepretazione" di un ruolo più rigido in una storia non scritta, non definita e che mediante le tue azioni può mutare, ma che in linea di massima non si allontanerà mai troppo dal "canovaccio".

La quarta ti consente assoluta libertà di creazione, affermazione, identificazione di una personalità in un mondo simulato.

Mi pare di poter dire che prima e seconda rientrino più agevolmente in ciò che viene definito teatro, così come mi pare abbastanza significativo che per la terza e la quarta possibilità, essendoci "interpretazione" e mancando una storia definita e già scritta, si può parlare di gioco di ruolo.

Poi detto questo capisco perfettamente che possa non piacere anche la minima violazione alla affermazione di un personaggio "totalmente tuo".
Capirai anche però, che party aperti interpretabili da qualunque genere di personaggio creato finiscono dopo un po' nel prevedibile, e che problematiche interpretative e di gioco come quelle che si possono ritrovare nella campagna che ho prospettato, assai diverse dalle esperienze "consuete", possono essere fonte di divertimento e di interesse, anche se richiedono limitazione alla nostra voglia di personalizzazione, di astrazione e di libertà.


05/07/2002 09:57
 
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Ripeto: non discuto sul fatto che sia divertente giocare una partita col metodo descritto da Master souze.
A me non piacerebbe....tutto qui.
Se gioco alcuni personaggi il cui carattere ed il background sono già definiti, la mia libertà di azione diminuisce.
Se tali personaggi sono inseriti in una trama definita, la mia libertà di azione diminuisce ulteriormente.
Quanto può essere limitato il mio operato prima di essere addirittura predefinito?
A questo punto faccio la scheda e dopo un 20 partite la scambio con quella di un altro giocatore.
Mi divertirà giocare un ruolo esterno alle mie scelte?
La cosa è soggettiva.

IT
Il topic era partito dalla domanda : avete mai adattato mondi esistenti? io come esempio cito il manuale del conan.
Non ho fatto io l'adattamento, ma come base non si può certo discutere.
avete mai usato libri come basi per le vostre avventure? si, a livello di background.




wlf
05/07/2002 11:33
 
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beh io ho risposto alla considerazione secondo la quale era conveniente fare teatro oltre un certo punto.

Volevo ricordarti Grey che anche nel gioco di ruolo più convenzionale generalmente il master ha una trama a cui ispirarsi, e che la trama, in quanto tale nella mente del Dm, non riduce generalmente la tua libertà d'azione, ma contribuisce nel porre il tuo personaggio di fronte a scelte che in ogni caso sei tu a fare.

Per il resto mi hai stimolato una riflessione forse interessante:

tu dicevi

quanto può essere condizionato, da fattori come background, carattere ecc... l'operato di un personaggio prima di essere predefinito?

e io ti chiedo, se tu crei un personaggio con background, carattere molto particolareggiati, che si muove in una trama allestita dal master il tuo operato non è in fin dei conti predefinito?

Ovvero la sottile differenza che divide il predefinito dal non predefinito è forse unicamente dovuta al fatto che il background e il carattere del personaggio è stato deciso inizialmente da te?

Anche background e carattere di un personaggio creato da noi sono effetti vincolanti del gioco e riducono inevitabilmente la libertà d'azione.

Evidentemente allora

o la creazione di un personaggio come tu la intendi non presuppone che carattere e background incidano sull'interpretazione e sulle scelte del personaggio, di conseguenza la tua interpretazione del personaggio si limita all'intepretazione di qualche vantaggio e svantaggio mentale

oppure il fatto che sia stato tu a creare le limitazioni, i picchetti di carattere e background al tuo personaggio per il semplice fatto di averle create tu stesso, non ti danno fastidio.
Però quest'ipotesi a mio giudizio dimostra fondamentalmente un preconcetto di fondo: "mi diverto solo quando posso fare tutto quello che mi pare del personaggio creato da me, come piace a me, che nella campagna che il master mi prospetta vuole fare questo e quello.


Forse noi due intendiamo "intepretazione" in maniera diversa.
Quando parlo di interpretazione, io personalmente, non la intendo anche come "identificazione"....

come sempre comqunque de gustibus



[Modificato da Master Souze 05/07/2002 12:35]

05/07/2002 13:34
 
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OT
beh, io la vedo cosi....

quando interpreto un pg , la personalità del pg o assomiglia alla mia oppure finisce per essere contaminata dalla mia.
In questo senso non sono bravo a interpretare, perchè nel lungo periodo elementi della mia personalità finiranno col palesarsi nell'interpretazione dei miei pg.
Non è un caso che la maggiore parte dei miei pg hanno svantaggi mentali relativi ai sensi del dovere o ai codici d'onore.
Se i tratti salienti della personalità di un pg non si contrappongono ai miei, non ci saranno problemi e la interpretazione sarà divertente e verosimile.
Se scelgo svantaggi alieni alla mia indole probabilmente non mi divertirò e non sarò "credibile".
Di solito mi comporto seguendo i limiti dettati dalla mia scheda (un pò come vivo con i limiti e le costrizioni legate al mio corpo fisico e mentale),e se mi è venuta bene li sentirò come miei e non sarà un peso rispettarli.
Io delineo sempre una storia dei miei personaggi, anche se non la presento al master.
Se creò un pg , mi piace pensare ad esso come a qualcosa che sa stare in piedi senza artifizi.
Purtroppo o per fortuna , si gioca per divertirsi (e cosa diverte è soggettivo).
Quando faccio il Gm chiaramente la cosa cambia, perchè in un simile contesto i singoli png formano qualcosa di più grande e che dipende dalle mie capacità.
Li è una sfida , il cui obbiettivo non è necessariamente divertire me stesso ma le persone che parzialmente dipendono da me.
Io non mi diverto ad interpretare il prete santo e buono difensore dei diritti dei più deboli o la SS pedofila nel campo di sterminio( 8| ), ma se si tratta di png di una mia partita farò tutto il possibile per interpretarli adeguatamente perchè il successo della partita dipende da questo.
Nel momento in cui qualcosa del gioco dipende da me come giocatore, solo se ho fatto un buon pg mi divertirò a interpretarlo e sarà piacevole per chi gioca con me assistere alla cosa.
Se sono il master, il mio divertimento viene dall'aver gestito una avventura in una maniera che sia divertente per i giocatori e abbastanza coerente nel suo contesto.
Che dire, forse ho deliri di onnipotenza.... 8|
wlf
05/07/2002 13:40
 
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No, però secondo me dovresti provare a calarti nei panni di quel particolare pg e vedrai che anche interpretare svantaggi non tuoi può essere considerata una "sfida" e può essere molto divertente e appagante.
E' proprio questo che si intende per interpretazione, non interpretare un pg con svantaggi che sono tuoi e quindi ti viene naturale interpretare.
Ma se ti confronti con particolarità estranee alla tua ottica è proprio lì che viene il bello dell'interpretazione secondo me...

"La fantasia è più importante della conoscenza..."
05/07/2002 15:38
 
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La domanda in realtà è molto semplice:
riusciresti ad interpretare un personaggio diverso da te al 100%?

La risposta di Grey è evidentemente NO.
Probabolmente è anche la mia risposta, ma ammetto che questo è un limite.
Con questo non voglio dire che da noi si giochi sempre lo stesso tipo di pg, dopo un po' siamo noi stessi a voler cabiare per provare cose nuove.
E'difficile però muoversi varamente a 360°.


05/07/2002 15:40
 
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Anche io faccio sempre pg più vicini a me, in un certo senso.
Ma non credo di avere troppi problemi ad interpretarne uno diverso da me.
Il problema sarebbe farlo per una campagna lunga, in quel caso finirei ad interpretarlo in modo più vicino al mio modo di essere.
Ma per avventure one-shot o simili la cosa è diversa, è come recitare una parte, ma poi finisce lì, no?

"La fantasia è più importante della conoscenza..."
05/07/2002 16:09
 
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Gira e rigira siamo sempre lì.

No nposso che concordare pienamente con Lark.

Devo ammettere che anche io ho dei limiti interpretativi EFFETTIVI, come credo tutti.

Di una cosa però sono sicuro, alla lunga fare SEMPRE le stesse cose stanca, ecco perchè CI viene naturale cambiare :D

SCiao!


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05/07/2002 16:32
 
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Credo anch'io che nessuno riesca a estraniarsi al 100% e per me vale lo stesso. Chiaro però che "la sfida" di intepretare personaggi lontani dagli standard ingolosisce.
Sopratutto quando il personaggio non te lo devi tenere a lungo e anzi se lo interpreti male, te lo tolgono subito.

Credo che giustamente come dice Grey alla fine il personaggio, per quanto diverso finisca contaminato dal giocatore.
Il punto è che il personaggio rappresenta comunque una simulazione che in quanto tale è ristretta e approssimativa della personalità di un giocatore. Difficilmente in un personaggio il giocatore riesce a esprimere tutto se stesso, tutti i suoi lati del carattere, i suoi comportamenti e la sua visione del mondo.
Questo tutto sommato secondo me è molto positivo perchè un giocatore non si esaurisce in un personaggio ma anzi ne può fare diversi lasciando in ognuno buona parte di sè.
Cosa che secondo me riesce con personaggi anche molto estranei.

Ultima cosa... ma veramente non consegni il background al master???
Che senso ha scusa?? Al master serve per creare una storia che non estranei il tuo personaggio in avvenimenti che poco lo interessano non pensi???


07/07/2002 16:38
 
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Io torno un attimo al vero topic :)
Ho fatto la conversione (non completa) del mondo di Dark Sun e ho tentato di fare qualcosa riguardo alle Bizzarre Avventure di JoJo.
Il problema e' stato in entrambi i casi il costo in punti.
Partiamo da Dark Sun. C'e' una netta discrepanza fra la psionica in D&D e quella in Gurps e mi sono trovato piu' volte a chiedermi se valesse la pena di usare le regole di Gurps o se piuttosto non mi sarebbe convenuto usare delle regole molto simili a quelle per la magia con costi in fatica (ma sarebbero stati punti psionici). Anche perche' la discrepanza non e' solo di regolamento ma anche di feeling!!! Con una psionica alla Gurps l'ambientazione sarebbe stata molto diversa!
Di fatto il regolamento psionico e' sempre rimasto molto nebuloso.
In ogni caso i personaggi iniziavano con caratteristiche minime pari a 12 se non erro. Razze come i Thri-kreen costavano un centinaio di punti ed avevano malus alle reazioni cosi' abnormi che ogni interazione al di fuori del gruppo era molto probabilmente destinata a fallire. Inoltre fare il thri-kreen con 100 punti spesi nella razza significava iniziare con poche abilita'.

Per JoJo il problema del costo in punti e' diventato abnorme...
Molti poteri non avevano nemmeno una pallida imitazione nel supers o in altri vantaggi (oppure erano poteri da 25 punti a grado e i personaggi sembravano avere 10-20 gradi!) inoltre i personaggi erano dei supers quando avevano i loro poteri attivi ma erano assolutamente persone normali se lo stand non era attivo... In questi casi penso che si debba per forza stabilire un costo in punti secondo il singolo caso ma come determinarlo?

Voi avete avuto problemi simili e come li avete risolti?

07/07/2002 22:14
 
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In effetti non ho mai avuto problemi del genere...però penso che sia una questione importante e comune quella di regolare e convertire alcune "cose" in punti di GURPS. Ti consiglio di aprire un topic nuovo che questo attuale potrebbe essere un pò diverso da ciò che dici tu. :)
--
Kwisatz
(Se smettiamo di giocare rischiamo di non crescere)
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