11/04/2002 22:10 |
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| | | OFFLINE | | Post: 8
| Registrato il: 04/04/2002 | Città: COMO | Età: 44 | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Apprendista | |
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Beh, vedo che il discorso si sta affinando...
Ormai le reciproche posizioni si sono definite.
Voglio dare ragione a Souze quando dice che l'interpretazione è un fine più nobile e duraturo del miglioramento; secondo me però le due cose non si escludono a vicenda.
Tutto dipende se si considera il gioco più simulazione o avventura.
A Jotaro dico che i punti servono ma non sono indispensabili.
In una campagna breve si può anche non darne, ma nel lungo periodo se non si danno si figurerebbe un immobilismo paradossale che potrebbe frustrare i giocatori.
Il valore di un personaggio non si misura però solo in combattimento.
Evolversi non significa solo che prima affrontavo gli orchi e ora i draghi, è una visione riduttiva. Un personaggio cresce soprattutto perchè diventa più importante, più determinante nella storia. Avere più punti non significa avere vita più facile, arrivano onori ma anche oneri e responsabilità.
Le tue decisioni sono più importanti ma potresti pestare i piedi a qualcuno, farti dei nemici.
Ovviamente assegnare i punti è molto utile al master per indirizare e incentivare i giocatori; per questo penso che Souze deve essere un master molto bravo per riuscire a farne a meno.
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