Infatti a me risulta che i problemi + grossi si presentino proprio con quelle classi con poca mobilità di allineamento.
Ad ogni modo, io vorrei ricordare che qui si tende ad amplificare un pò troppo i problemi con gli allineamenti: in reatà nel gioco molte questioni si appianano in niente...
Il confronto non va mai impedito, e se un giocatore ha da ridire su qualcosa, lo fa (se è una faccenda lunghina) a fine sessione.
Come fa il master a togliere i privilegi di classe al monaco, se SECONDO LUI si comporta da caotico? Come ribadisci alla fine del post, si tratta di punti di vista...ed esattamente di "punti di vista" si tratta fra giocatore e master.
Prevale quello del master? A me non piace questo concetto; preferisco dire che prevale quello "ritenuto più giusto", che sia del master o del giocatore. E di solito questo punto di incontro è molto difficile da trovare. Per cui ho deciso di eliminare il problema alla radice, con buoni risultati.
Questa è un'altra cosa importante, che spesso si tende a sottovalutare. Premesso che:
1) Il master deve tentare di accontentare i giocatori.
2) Il DM deve trovare accordi il + possibile soddisfacenti per tutti e deve essere aperto al dialogo.
Detto questo, alla fine chi decide è bene o male il DM. Spiego subito perchè, e ho idea che capirlo sia semplicissimo:
Ognuno ha delle sue idee sul mondo, e per mondo intendo qualcosa di generale e universale. Non sto qui a sindacare quali siano più o meno giuste, quali siano più o meno sensate. Quali siano più dettate da un approccio storico e quante invece siano legate al passato fantasy fuso ai manga giapponesi buonisti. Questo non ha importanza.
Resta il fatto che ognuno di noi ha una sua "forma mentis", un retaggio culturale, fatto di tradizioni e convinzioni.
Ora, se si considera che l'artefice del mondo, degli equilibri, delle culture e delle politiche, di tutti gli eventi, nel D&D, è il DM (e solo lui)
è necessario conoscere il suo punto di vista del mondo.
Il suo punto di vista è il primo e quello fondamentale, perchè IL SUO MONDO si muove in base a questi SUOI principi mentali, e aggiungo che non potrebbe essere altrimenti.
I giocatori possono discuterlo, possono non essere d'accordo su tutto e commentare, chiedendo che alcune cose vengano cambiate per soddisfare meglio certe richieste, per un maggiore divertimento.
Ma laddove le differenze sono profonde è inutile arrabbiarsi col DM.
Per differenze non intendo questioni relative ai PF, ai tiri sul dado vita o a potenziamenti di classe e razze che il DM vorrebbe fare e a i giocatori danno fastidio.
Queste sono sciocchezze, perchè con l'aiuto della matematica della ragione e del buon senso (il tanto caro buon senso) sono facilmente appianabili e individuabili.
Nossignore, per differenze io intendo la visione del paladino, del druido e del suo rapporto con la natura, intendo gli allineamenti e altre cose + profonde.
ESEMPIO:
Per Tyris il L/B ha un valore, per me questo valore è diverso, con la differenza che io sono il DM.
Pur non essendo una visione agli antipodi (bene o male il suo paladino è stato giocabile nella mia campagna di quasi un annetto, ed è riuscito dignitosamente ad arrivare al pensionamento) ci sono chiari ed evidenti segni di conflittualità, di visioni contrapposte, che per me sono TERRIBILMENTE STRANI (e viceversa)
Ora, se questo genere di visioni circa l'allineamento L/B sono conciliabili,
ammettono mediazioni , si può giocare, altrimenti non ne vale la pena, perchè prima o poi il suo paladino potrebbe fare una brutta fine, e il giocatore corre il serio rischio di non divertirsi, sentirsi frustrato e incazzarsi.
Ecco perchè io consiglio sempre ai giocatori che vogliono fare D&D di conoscere bene il master, le sue preferenze, cosa piace fare e che visione generale ha del gioco . Specie con quegli allineamenti, classi e magie cosi schematiche
Io cerco di farlo sempre.
Quando un pò di tempo fa volli giocare il paladino, mi informai dal DM circa la sua visione di questa classe, e non mi trovai per niente d'accordo.
Ciononostante, una volta messo al corrente di COME LUI intende questa classe, e dopo aver fornito chiarimenti su come intendevo giocare il mio personaggio, ebbi buone possibilità di divertirmi.
Se la visione fosse stata proprio distorta, è inutile che gioco il paladino e sto li ad arrabbiarmi, mi faccio una classe diversa...
Stessa cosa dicasi per gli allineamenti:
Ka0s non potrebbe mai giocare con me un paladino, perchè la sua visione del L/B è troppo distante dalla mia concezione di L/B e litigheremmo solo. Resta però il fatto che io sono il DM, il mondo funziona come dico io, come la mia mente mi impone (perchè non c'è niente da fare, a livello inconscio il mondo si muove in base alla nostra testa).
Potremmo cercare una conciliazione, una mediazione, io potrei diventare un pò + largo, ma
non posso certamente diventare come Ka0s e il suo modo di ragionare, perchè neanche mi piace. Se questa mediazione dovesse fallire si dovrebbe prendere atto di una diversità di vedute profonde alla base del D&D. Lui con me come DM un paladino NON potrebbe giocarlo senza correre grossi rischi.
Al contrario, io potrei giocare un paladino con lui DM: mi vedrebbe come un paladino strano, buono, terribilmente sdolcinato... ma che gliene fotte, se va bene a me.
Badate,
che non si commetta l'errore di dire: tu limiti la libertà come DM, lui no.
Questo è un ragionamento che
avvilisce tutto il discoso. Qui non si tratta di impedire la libertà di nessuno, qui si tratta di giocare con uno stile.
Se 2 stili sono diversi e inconciliabili (dopo averne discusso), non si può affermare che uno limita la libertà rispetto all'altro perchè semplicemente conferisce maggiori varianti.
Questa è la demenzialità della libertà, è un controsenso. Eppoi, mi verrebbe da aggiungere che la libertà è una parola vuota, con nessun senso perchè dotata di mille sfaccettature diverse(ma qui scendiamo nel filosofico a partire dall'eutanasia e buonanotte-gli esempi OT sarebbero tanti).
Riassumendo: Vince il punto di vista del DM, perchè è lui che comanda, il mondo e gli equilibri ad esso associati sono legati a lui.
Può sforzarsi di renderlo compatibile con le preferenze dei giocatori (deve farlo), ma laddove esistano differenze profonde sul gioco, conviene tagliare la testa al toro e trovarsi un altro DM, con idee + simili alle proprie.