Re:
grazie mio caro amico/a
per lylith:
A conclusione di una lunga tradizione letteraria e giuridica, ecclesiastica e non, papa Innocenzo VIII affidò a due inquisitori tedeschi, i domenicani Jakob Sprenger ed Heinrich Kramer (detto "Institor"), la redazione di un trattato contro la Stregoneria, ormai sottratta ad ogni dubbio d'esistenza, il Malleus Maleficarum o "Maglio delle Streghe" redatto tra 1486 e 1487 (ma destinato fino al XVII secolo a ristampe e ampliamenti) che stabilì con rigore stretto legame fra Stregoneria e sesso femminile sì che soprattutto le maleficae presero ad esser perseguite. Il "Maglio delle Streghe", da cui derivò una trattatistica più mirata alla codificazione ed alla raccolta di esempi che alla loro problematizzazione (trattatistica sublimata nel lavoro tardo cinquecentesco di M. DELRIO o Dissertazioni sulla magia), sanciva che "il demonio concorre sempre, direttamente o meno, al maleficium ; che il rapporto sessuale con demoni succubi od incubi è possibile, e che il Maligno, pur non avendo un corpo fisico, può renderlo fecondo con uno stratagemma (i nati da esso non saranno però "figli del diavolo"; non secondo la carne, quanto meno); che le streghe hanno parecchi poteri, specie nella sfera dell'eros. La Magia e la stregheria, nei loro intrecci coll'"Inquisizione", la "Signoria di Genova" ed il "Braccio armato della Legge Penale di Stato" hanno una storia radicata nel ponente ligure (si veda il caso emblematico e tragico del processo alle presunte streghe di Triora in valle Argentina) e fra alcune condanne "minori" (mediamente al "bando" e quindi al temuto "esilio": ma erano in effetti pene sempre relativamente pesanti dati gli estremi del "Diritto intermedio") l' ambiguità di relazioni fra "Inquisizione", "Braccio Secolare" e "Legge di Stato" si vede, oltre appunto che nel caso delle "streghe di Triora", nel "territorio diocesano" di Ventimiglia, a cavallo tra Italia e Francia, col seicentesco tragico evento di "PEIRINETTA RAIBAUDO" giustiziata come strega sul rogo dopo "impiccagione lenta", sfibrata dalle "torture": avrebbe praticato riti satanici [come una "Lamìa" (strega vampiro) e compiendo vari "malefici" ("d'amore", di "asservimento", del "sagittario", della consacrazione al Maligno, della "sterilità", dell' "avvelenamento" delle "malattie", dell' "impotenza maschile", dell' "odio", del "sonno" oltre la composizione di "fatture")] e il "volo stregonesco" dal luogo natio, di "CASTELLARO IL VECCHIO" (Castelar) presso Mentone, sin alla "valle nervina" coinvolgendo altre donne nel rito del "sabba". Nonostante la difesa insistita del suo parroco che la riteneva semplicemente una povera pazza, il "giudice inquirente Cumis" fu implacabile carnefice per parte dello Stato, cui peraltro spettava l'esecuzione delle pene capitali. La presenza di svariati testi sulle streghe e sulla demonologia, specie di contenuto giuridico, all'Aprosiana dipese dal fatto che il suo fondatore per un certo periodo ricoprì la carica locale di Vicario dell'Inquisizione: il frate agostiniano, nelle lettere che lasciò sull'argomento, dimostrò comunque una certa riluttanza ad affrontare questi temi e non mancò di cercare sempre qualche spiegazione razionale dei fatti, quindi, per non farsi coinvolgere, si dimise dalla carica, preferendo rifugiarsi nei suoi studi [tuttavia, essendo un uomo attento e sempre voglioso di documentarsi, raccolse vari testi sull'argomento -come il Malleus dell'immagine- che oggi costituiscono un'interessante documentazione custodita alla Biblioteca intemelia.
è vero è stato scritto prima ma l'opera più completa risale al 1600