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[Racconto] Cara Senpai

Ultimo Aggiornamento: 25/09/2005 17:27
14/09/2005 12:53
 
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Quello che mi sono domandato è cosa diamine mi abbia spinto a scrivere questo racconto, oltre che come diavolo ci sia riuscito. La cosa che mi ha meravigliato di più è che non abbia pensato più di tanto a cosa scrivere. Sarà perchè è stato un divertente diversivo e le idee fluivano facilmente, in quanto non dovevo sforzarmi di pensare a qualcosa di originale che non avessi già scritto, sarà perchè alla fine è qualcosa che descrive la vita quotidiana (anche se quella di una cultura leggermente diversa dalla nostra), sarà anche perché gli spunti non mancano (basta accendere la televisione o mettere mano ai fumetti).
Se comunque volete sapere perché abbia pensato a scriverlo, basta che andate a leggere le ultime battute della discussione Gdr e Donne e ignorate pure il mio ultimi delirante post, in cui la mia vena warhammeriana ha avuto decisamente il sopravvento.
Che dire ancora?
Possa l'Imperatore perdonarmi per quello che ho scritto, perchè io non posso.
Piccola nota: non è del tutto completo... (ovviamente)

Il primo giorno di seconda per Kaori era eccitante. Finalmente la sua classe avrebbe avuto accesso alle aule dell’edificio centrale. Per tutto il primo anno erano stati costretti a seguire le lezioni alla succursale, recandosi nella sede del Liceo solo per le lezioni di educazione fisica. Adesso avrebbe finalmente fatto amicizia con le ragazze più grandi, avrebbe visto i ragazzi allenarsi nel campo di baseball, avrebbe fatto il tifo per Miyamaki, quel ragazzo così carino che giocava a pallacanestro…
Non era riuscita a dormire per tutta la notte pensando a quello che avrebbe potuto fare domani, a tutti i bei ragazzi che avrebbe conosciuto…
Era anche vero che avrebbe rivisto Toshio… Lui era gentile e simpatico, e pure molto kawaii ma era un po’ troppo immaturo per lei. Temeva di averlo un po’ deluso quando gli aveva parlato prima che cominciassero le vacanze, poverino forse non si meritava quella risposta così categorica dopo che l’aveva accompagnata a casa tutti i giorni, ma Kaori si sentiva in dovere di mettere le cose in chiaro con lui, non avrebbe voluto illuderlo, o forse l’aveva già fatto, ma Toshio era un caro amico e lei avrebbe voluto che rimanesse tale.
Passò più tempo del solito in bagno quel giorno. Era giusto che si facesse bella per la grande occasione, ma non per questo voleva sembrare una ragazza facile. Decise di mettersi solo il rimmel e un po’ di lucidalabbra. Il trucco pesante non l’aveva mai sopportato, specialmente in quella stagione, a Hokkaido faceva ancora caldo nonostante fosse già metà settembre.
La divisa le sembrò più bella del solito, forse perché aveva accorciato di nascosto la gonna di qualche centimetro. Aveva passato molti giorni d’estate a esercitarsi con una sua amica che lavorava in un’atelier di moda per diventare abbastanza brava da fare quel lavoretto da sola. Sorrise soddisfatta dopo aver dato un’ultima occhiata allo specchio.
Scese le scale in fretta prendendo al volo due fette di pane tostato. L’autobus era leggermente in anticipo e lei molto in ritardo. Sentì vagamente sua madre che gli urlava qualcosa dalla soglia di casa ma si limitò a salutarla senza voltarsi.
Sedute in fondo come sempre c’erano Yoshina e Shizuka le sue compagne di classe. Yoshina era la solita ragazza di sempre, timida e riservata dietro quei suoi occhialini rotondi, ma di grande conforto nei momenti difficili. A Kaori piaceva molto, era una che sapeva ascoltare e diceva sempre la cosa giusta quando si sentiva giù. Shizuka invece sfoggiava una ciocca di colore rosa brillante.
“Ti piace Kaori?” le disse salutandola con un sorriso.
Non c’era nessun dubbio, aveva senza dubbio stracciato la sua gonna qualche centimetro più corta. Pazienza, Shizuka era la più estroversa e audace del gruppo, competere con lei in fatto di moda e ragazzi era già partita persa dall’inizio.
“Vieni Kaori, siediti qui vicino a noi. Oggi sei particolarmente carina, mi piace l’effetto del tuo lucidalabbra”
Cara, vecchia Yoshina. Come sempre trovava le parole giuste per tirarla su, anche dopo una sconfitta prevista contro le trovate cool di Shizuka.
“Dai, racconta cosa hai fatto questa estate? Sei stata con Toshio?” come sempre le sue amiche erano avide di pettegolezzi e storie romantiche
“Ho preferito non frequentarlo per un po’. Volevo mettere le cose in chiaro con lui”
“Allora non ti da fastidio se me lo prendo io quest’anno” la solita Shizuka.
“No, figurati, siamo soltanto amici”
In verità eccome se le dava fastidio. Si era ripromessa di non pensare troppo a Toshio, ma immaginarlo con Shizuka la rendeva gelosa.
“Chissà se l’avrà già fatto con qualcuno…” pensò con un pizzico di malizia.
I suoi pensieri furono interrotti dalle esclamazioni eccitate di Shizuka.
“Dai ragazze alzatevi, siamo arrivate, siamo arrivate!”
Già la sede centrale si trovava qualche fermata prima della loro vecchia scuola.
Scesero dall’autobus per ritrovarsi di fronte al cancello dell’edificio.
“Siamo arrivate, siamo arrivate…” Shizuka era incontenibile
“Oggi i suoi ormoni di adolescente affamata sono proprio impazziti” sussurrò Kaori a Yoshino, che non riuscì a soffocare una risatina.
“Cosa avete da parlottare voi due? Sempre a parlare dietro le mie spalle, linguacce” le riprese con un tono scherzosamente offeso.
Si misero a ridere tutte e tre.
“Calmati Shizuka, non te li rubano mica i ragazzi” le disse Kaori
“Non conosci il proverbio? Chi prima arriva meglio alloggia, mio nonno me lo ha ripetuto in continuazione questa estate”
“Ok, ok andiamo, ci hai convinte”
Passarono oltre la soglia. Moltissimi studenti aspettavano il suono della campana. Erano entrate in un altro mondo. Le senpai del quinto anno erano truccate fino al limite del permesso e alcune addirittura erano avvinte ai propri ragazzi esibendosi in baci mozzafiato.
“Concorrenza sleale” borbottò Shizuka “tutte trucco e reggiseni imbottiti, non valgono neanche la metà di me” ancora una volta i suoi commenti suscitarono l’ilarità di Yoshina e Kaori.
“Ma andiamo lì ci sono i ragazzi della squadra di calcio che si allenano”
Si sedettero sull’erba all’estremità del campetto.
“Certo che quei pantaloncini sono davvero stretti, si vede il…”
“Yoshina! Da te non me lo sarei mai aspettato! Che cosa stava uscendo da quella tua boccaccia spudorata….”
“Scusate ma sono davvero stretti” Yoshina arrossì visibilmente
Le altre due risero
“Ma… mi stavate prendendo in giro brutte vipere” sorrise anche lei
“Chi è quello con la maglietta bianca e nera?” chiese Kaori indicando un ragazzo che correva al centrocampo.
“Ma come non lo sai? E’ Aramaki il capitano della squadra di calcio. E’ cosi bello… e pure popolare. Tutte le ragazze vorrebbero uscire con lui”
“Credo di avere scelto male”
“E chi lo sa, magari gli piacciono quelle giovani, innocenti e… vergini”
“Shizuka!”
“Sono ragazzi Kaori, guarda che hanno una sola cosa in testa”
“Non sono tutti così”
“Si che lo sono. L’astuzia femminile consiste nel non cedere troppo in fretta”
Furono interrotte dal suono della campanella.
Si affrettarono a raggiungere la loro classe. Ci misero un po’ perché non conoscevano bene l’edificio ma riuscirono a non arrivare in ritardo.
C’erano tutte: Sakura, Azuka, Makina… e c’era anche Toshio. Era più bello del solito così abbronzato, però non avevo perso quella sua aria di ragazzo tenero e ingenuo.
“Toshio, ciao, sai che stai proprio bene tutto abbronzato?”
Quella sfacciata di Shizuka! Non aveva proprio perso tempo a darsi da fare.
Toshio gli diede una risposta di circostanza.
“Ciao Kaori, come stai? E’ da tempo che non ci vediamo” si era rivolto subito a lei e non senza un po’ di imbarazzo.
Cosa doveva fare? Dargli una possibilità? Oppure rispettare i suoi propositi di volerlo bene ma solo come amico?
“Sono stata da miei zii a Sappori, mi sono molto divertita”
“Capisco…” Toshio sembrò deluso.
“Stupida” pensò Kaori, “potevo almeno aggiungere “ma mi sei mancato””.
Non ebbero il tempo di continuare la discussione. La signorina Miamoto era entrata in classe. La lezione era stata interessante, però anche complicata. Il suono della campanella che annunciava l’intervallo fu accolto come una liberazione.
“Oh no, di nuovo takoyaki!” come al solito Shizuka si lamentava del suo spuntino.
“Cos’hai tu da mangiare Kaori? Facciamo cambio?”
“Oh no, l’ho dimenticato a casa!”
Ecco cos’era che gli stava urlando sua madre stamattina.
“Vado a comprare qualcosa ragazze, aspettatemi!”
“Kaori non correre nei corridoi o ti puniranno…” le gridò dietro Yoshina, ma era troppo tardi.
Kaori era aveva già infilato la porta.
Pochi secondi dopo furono raggiunte da un suo grido.
Kaori aveva sbattuto contro una ragazza di quarto.
“Ohi ohi…” l’espressione della solita informatissima Shizuka non lasciava presagire nulla di buono.
“Sta un po’ attenta stupida!” Kaima Saitou, che si poteva tranquillamente definire un poco di buono, l’aveva afferrata per il colletto della divisa.
“Ti insegno io a correre nei corridoi, brutta oca”
“Lasciala stare” una voce dietro di lei fermò la mano della ragazza.
“Non impicciarti Isazami. E’ lei che mi è venuta addosso”
“Se vuoi litigare con qualcuno prenditela con me invece che con la piccoletta”
Saitou lasciò andare Kaori
“Sei stata fortunata” borbottò “Non pensare di cavartela così”
“Va tutto bene?”
Kaori si voltò per ringraziare la sua salvatrice
“Io mi chiamo Rei Isazami, tu sei Kaori vero?”
“Si, grazie per avermi tolto dai guai. Ma come fai a sapere il mio nome?”
“Me l’ha detto quella ragazza con il ciuffo rosa. Ti ho vista al campo di calcio oggi. Sei di seconda vero? Capisco che è il tuo primo anno nella sede centrale, ma devi stare attenta. Come vedi qui non ci sono solo ragazzini”
“Si, scusami, mi dispiace”
“E’ con Saitou che dovresti scusarti. Ma non credo che vorrà accettare le tue scuse ora come ora. Beh ci vediamo” Isazami si allontanò per il corridoio.
“Come stai Kaori?” erano arrivate anche Yoshina e Shizuka che prima si erano tenute a debita distanza.
“Solo un po’ spaventata”
“Non preoccuparti per lo spuntino. Io ho una mela in più” Yoshina cercò di rincuorarla.
“Prendi anche qualcuno dei miei takoyaki. Non ce la faccio più a sopportarli”
“Grazie ragazze”
Il resto delle lezioni fecero subito dimenticare quel brutto momento a Kaori. Erano tutte molto impegnative e richiesero tutta la sua attenzione. Non ebbe proprio il tempo di pensare a quello che era successo durante l’intervallo.
Finalmente il suono della campanella di fine lezioni si decise a farsi sentire.
E con essa riaffiorò il ricordo del piccolo litigio dell’intervallo.
Shizuka e Yoshina si accorsero del nervosismo della loro amica.
“Non ti preoccupare Kaori, ci siamo qui noi. Di certo non oserà picchiarti in nostra presenza. Siamo più piccole ma siamo tre”
Già, rassicurante, soprattutto dopo aver constatato con che abilità si erano defilate quella mattina.
Le rampe di scale che portavano all’uscita sembrarono quasi infinite a Kaori, ma finalmente arrivarono in cortile.
“Ehi, Kaori da questa parte” qualcuno la stava chiamando
Rei stava cercando di attirare la sua attenzione alzando la mano destra.
“Kaori se vuoi fermarti a parlare con quella ragazza noi andiamo. Oggi se l’è cavata meglio di noi”
“Si ok, ci vediamo di pomeriggio”
Kaori camminò in direzione della ragazza.
“Senpai Isazami…” la salutò con un inchino
“Per favore solo Rei, niente formalità”
Kaori la guardò con uno sguardo interrogativo
“Ho sentito che Saitou ce l’ha ancora con te. E’ meglio se oggi ti accompagno io a casa”
“Va bene grazie, ma perché…”
“Non farmici pensare o cambio idea”
Kaori chiuse subito la bocca, forse era meglio essere riconoscenti in silenzio. Cominciarono ad avviarsi verso casa di Kaori.
Rei era molto più alta di lei e aveva una lunga treccia di capelli neri che le scendeva sulla schiena fino all’altezza della gonna. E aveva pure delle forme prorompenti. E se era la ragazza di Aramaki? Magari si era accorta che lo stava guardando e l’aveva salvata dalle grinfie di quella strega solo per avere lei il piacere di farle un occhio nero.
“Ho visto che guardavi Miyato oggi…”
“Chi?”
“Aramaki, il capitano della squadra di calcio”
“Ecco ci siamo” pensò Kaori “ora mi fa nera”
“E’ un idiota levatelo dalla testa”
“Eh?”
“Sono la sua ex”
“E come mai…?”
“Il deficiente ha cercato di prendersi troppe libertà con me. Ha cercato di usare la forza quel patetico verme. Ma è finito all’infermeria della scuola e io ho guadagnato una brutta reputazione.”
“Oh!”
“Faccio parte del club di Karate”
“Ah!”
“L’ho colpito alle palle. Avresti dovuto vedere la sua faccia. Era diventato rosso come il ketchup” scoppiò in una risata.
Kaori la guardò incerta, poi si mise a ridere anche lei.
“Sai Isazami, sei simpatica”
“Anche tu, almeno credo, non sei stata troppo loquace”
“Ho preferito stare zitta. Avevo paura che mi mollassi da sola”
“Ma no figurati, dicevo per dire” le diede una pacca sulle spalle
Continuarono a camminare e chiacchierare per tutto il percorso.
“Ecco siamo arrivati, io abito qui. Grazie di tutto Rei, mi ha fatto piacere tornare a casa con te oggi”
“Nopro, nopro piccola. Però dovresti anche sdebitarti no?”
“Oh… ecco… io non credevo… ho solo 200 yen”
“Ma no, che hai capito stupida? Non voglio soldi. Domani perché non mi fai compagnia a cena? I miei non ci sono mai a casa di sera e io mi annoio sempre. Magari puoi cucinare così saremo pari”
“Mi farebbe davvero piacere Rei. Allora ci vediamo domani”
“Certo”
Rei si allontanò salutandola con la mano.
Sulla soglia incontrò suo fratello che tornava dal lavoro.
“Chi è? Una tua nuova amica?”
“Già, si chiama Rei Isazami. L’ho conosciuta stamattina”
“Carina… sai il suo numero di cellulare?”
“Non è il tuo tipo fratellone. E il suo ex ragazzo ha fatto una brutta fine. E’ finito in infermeria”
“Ah si e come?”
“Un calcio là sotto”
“Ahi!” il ragazzo simulò come se avesse ricevuto lui stesso il colpo.
“Dai, adesso andiamo, la mamma ci sta chiamando. Mi sa che dobbiamo aiutarla ad apparecchiare la tavola”




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