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[Racconto] Cara Senpai

Ultimo Aggiornamento: 25/09/2005 17:27
14/09/2005 12:53
 
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Quello che mi sono domandato è cosa diamine mi abbia spinto a scrivere questo racconto, oltre che come diavolo ci sia riuscito. La cosa che mi ha meravigliato di più è che non abbia pensato più di tanto a cosa scrivere. Sarà perchè è stato un divertente diversivo e le idee fluivano facilmente, in quanto non dovevo sforzarmi di pensare a qualcosa di originale che non avessi già scritto, sarà perchè alla fine è qualcosa che descrive la vita quotidiana (anche se quella di una cultura leggermente diversa dalla nostra), sarà anche perché gli spunti non mancano (basta accendere la televisione o mettere mano ai fumetti).
Se comunque volete sapere perché abbia pensato a scriverlo, basta che andate a leggere le ultime battute della discussione Gdr e Donne e ignorate pure il mio ultimi delirante post, in cui la mia vena warhammeriana ha avuto decisamente il sopravvento.
Che dire ancora?
Possa l'Imperatore perdonarmi per quello che ho scritto, perchè io non posso.
Piccola nota: non è del tutto completo... (ovviamente)

Il primo giorno di seconda per Kaori era eccitante. Finalmente la sua classe avrebbe avuto accesso alle aule dell’edificio centrale. Per tutto il primo anno erano stati costretti a seguire le lezioni alla succursale, recandosi nella sede del Liceo solo per le lezioni di educazione fisica. Adesso avrebbe finalmente fatto amicizia con le ragazze più grandi, avrebbe visto i ragazzi allenarsi nel campo di baseball, avrebbe fatto il tifo per Miyamaki, quel ragazzo così carino che giocava a pallacanestro…
Non era riuscita a dormire per tutta la notte pensando a quello che avrebbe potuto fare domani, a tutti i bei ragazzi che avrebbe conosciuto…
Era anche vero che avrebbe rivisto Toshio… Lui era gentile e simpatico, e pure molto kawaii ma era un po’ troppo immaturo per lei. Temeva di averlo un po’ deluso quando gli aveva parlato prima che cominciassero le vacanze, poverino forse non si meritava quella risposta così categorica dopo che l’aveva accompagnata a casa tutti i giorni, ma Kaori si sentiva in dovere di mettere le cose in chiaro con lui, non avrebbe voluto illuderlo, o forse l’aveva già fatto, ma Toshio era un caro amico e lei avrebbe voluto che rimanesse tale.
Passò più tempo del solito in bagno quel giorno. Era giusto che si facesse bella per la grande occasione, ma non per questo voleva sembrare una ragazza facile. Decise di mettersi solo il rimmel e un po’ di lucidalabbra. Il trucco pesante non l’aveva mai sopportato, specialmente in quella stagione, a Hokkaido faceva ancora caldo nonostante fosse già metà settembre.
La divisa le sembrò più bella del solito, forse perché aveva accorciato di nascosto la gonna di qualche centimetro. Aveva passato molti giorni d’estate a esercitarsi con una sua amica che lavorava in un’atelier di moda per diventare abbastanza brava da fare quel lavoretto da sola. Sorrise soddisfatta dopo aver dato un’ultima occhiata allo specchio.
Scese le scale in fretta prendendo al volo due fette di pane tostato. L’autobus era leggermente in anticipo e lei molto in ritardo. Sentì vagamente sua madre che gli urlava qualcosa dalla soglia di casa ma si limitò a salutarla senza voltarsi.
Sedute in fondo come sempre c’erano Yoshina e Shizuka le sue compagne di classe. Yoshina era la solita ragazza di sempre, timida e riservata dietro quei suoi occhialini rotondi, ma di grande conforto nei momenti difficili. A Kaori piaceva molto, era una che sapeva ascoltare e diceva sempre la cosa giusta quando si sentiva giù. Shizuka invece sfoggiava una ciocca di colore rosa brillante.
“Ti piace Kaori?” le disse salutandola con un sorriso.
Non c’era nessun dubbio, aveva senza dubbio stracciato la sua gonna qualche centimetro più corta. Pazienza, Shizuka era la più estroversa e audace del gruppo, competere con lei in fatto di moda e ragazzi era già partita persa dall’inizio.
“Vieni Kaori, siediti qui vicino a noi. Oggi sei particolarmente carina, mi piace l’effetto del tuo lucidalabbra”
Cara, vecchia Yoshina. Come sempre trovava le parole giuste per tirarla su, anche dopo una sconfitta prevista contro le trovate cool di Shizuka.
“Dai, racconta cosa hai fatto questa estate? Sei stata con Toshio?” come sempre le sue amiche erano avide di pettegolezzi e storie romantiche
“Ho preferito non frequentarlo per un po’. Volevo mettere le cose in chiaro con lui”
“Allora non ti da fastidio se me lo prendo io quest’anno” la solita Shizuka.
“No, figurati, siamo soltanto amici”
In verità eccome se le dava fastidio. Si era ripromessa di non pensare troppo a Toshio, ma immaginarlo con Shizuka la rendeva gelosa.
“Chissà se l’avrà già fatto con qualcuno…” pensò con un pizzico di malizia.
I suoi pensieri furono interrotti dalle esclamazioni eccitate di Shizuka.
“Dai ragazze alzatevi, siamo arrivate, siamo arrivate!”
Già la sede centrale si trovava qualche fermata prima della loro vecchia scuola.
Scesero dall’autobus per ritrovarsi di fronte al cancello dell’edificio.
“Siamo arrivate, siamo arrivate…” Shizuka era incontenibile
“Oggi i suoi ormoni di adolescente affamata sono proprio impazziti” sussurrò Kaori a Yoshino, che non riuscì a soffocare una risatina.
“Cosa avete da parlottare voi due? Sempre a parlare dietro le mie spalle, linguacce” le riprese con un tono scherzosamente offeso.
Si misero a ridere tutte e tre.
“Calmati Shizuka, non te li rubano mica i ragazzi” le disse Kaori
“Non conosci il proverbio? Chi prima arriva meglio alloggia, mio nonno me lo ha ripetuto in continuazione questa estate”
“Ok, ok andiamo, ci hai convinte”
Passarono oltre la soglia. Moltissimi studenti aspettavano il suono della campana. Erano entrate in un altro mondo. Le senpai del quinto anno erano truccate fino al limite del permesso e alcune addirittura erano avvinte ai propri ragazzi esibendosi in baci mozzafiato.
“Concorrenza sleale” borbottò Shizuka “tutte trucco e reggiseni imbottiti, non valgono neanche la metà di me” ancora una volta i suoi commenti suscitarono l’ilarità di Yoshina e Kaori.
“Ma andiamo lì ci sono i ragazzi della squadra di calcio che si allenano”
Si sedettero sull’erba all’estremità del campetto.
“Certo che quei pantaloncini sono davvero stretti, si vede il…”
“Yoshina! Da te non me lo sarei mai aspettato! Che cosa stava uscendo da quella tua boccaccia spudorata….”
“Scusate ma sono davvero stretti” Yoshina arrossì visibilmente
Le altre due risero
“Ma… mi stavate prendendo in giro brutte vipere” sorrise anche lei
“Chi è quello con la maglietta bianca e nera?” chiese Kaori indicando un ragazzo che correva al centrocampo.
“Ma come non lo sai? E’ Aramaki il capitano della squadra di calcio. E’ cosi bello… e pure popolare. Tutte le ragazze vorrebbero uscire con lui”
“Credo di avere scelto male”
“E chi lo sa, magari gli piacciono quelle giovani, innocenti e… vergini”
“Shizuka!”
“Sono ragazzi Kaori, guarda che hanno una sola cosa in testa”
“Non sono tutti così”
“Si che lo sono. L’astuzia femminile consiste nel non cedere troppo in fretta”
Furono interrotte dal suono della campanella.
Si affrettarono a raggiungere la loro classe. Ci misero un po’ perché non conoscevano bene l’edificio ma riuscirono a non arrivare in ritardo.
C’erano tutte: Sakura, Azuka, Makina… e c’era anche Toshio. Era più bello del solito così abbronzato, però non avevo perso quella sua aria di ragazzo tenero e ingenuo.
“Toshio, ciao, sai che stai proprio bene tutto abbronzato?”
Quella sfacciata di Shizuka! Non aveva proprio perso tempo a darsi da fare.
Toshio gli diede una risposta di circostanza.
“Ciao Kaori, come stai? E’ da tempo che non ci vediamo” si era rivolto subito a lei e non senza un po’ di imbarazzo.
Cosa doveva fare? Dargli una possibilità? Oppure rispettare i suoi propositi di volerlo bene ma solo come amico?
“Sono stata da miei zii a Sappori, mi sono molto divertita”
“Capisco…” Toshio sembrò deluso.
“Stupida” pensò Kaori, “potevo almeno aggiungere “ma mi sei mancato””.
Non ebbero il tempo di continuare la discussione. La signorina Miamoto era entrata in classe. La lezione era stata interessante, però anche complicata. Il suono della campanella che annunciava l’intervallo fu accolto come una liberazione.
“Oh no, di nuovo takoyaki!” come al solito Shizuka si lamentava del suo spuntino.
“Cos’hai tu da mangiare Kaori? Facciamo cambio?”
“Oh no, l’ho dimenticato a casa!”
Ecco cos’era che gli stava urlando sua madre stamattina.
“Vado a comprare qualcosa ragazze, aspettatemi!”
“Kaori non correre nei corridoi o ti puniranno…” le gridò dietro Yoshina, ma era troppo tardi.
Kaori era aveva già infilato la porta.
Pochi secondi dopo furono raggiunte da un suo grido.
Kaori aveva sbattuto contro una ragazza di quarto.
“Ohi ohi…” l’espressione della solita informatissima Shizuka non lasciava presagire nulla di buono.
“Sta un po’ attenta stupida!” Kaima Saitou, che si poteva tranquillamente definire un poco di buono, l’aveva afferrata per il colletto della divisa.
“Ti insegno io a correre nei corridoi, brutta oca”
“Lasciala stare” una voce dietro di lei fermò la mano della ragazza.
“Non impicciarti Isazami. E’ lei che mi è venuta addosso”
“Se vuoi litigare con qualcuno prenditela con me invece che con la piccoletta”
Saitou lasciò andare Kaori
“Sei stata fortunata” borbottò “Non pensare di cavartela così”
“Va tutto bene?”
Kaori si voltò per ringraziare la sua salvatrice
“Io mi chiamo Rei Isazami, tu sei Kaori vero?”
“Si, grazie per avermi tolto dai guai. Ma come fai a sapere il mio nome?”
“Me l’ha detto quella ragazza con il ciuffo rosa. Ti ho vista al campo di calcio oggi. Sei di seconda vero? Capisco che è il tuo primo anno nella sede centrale, ma devi stare attenta. Come vedi qui non ci sono solo ragazzini”
“Si, scusami, mi dispiace”
“E’ con Saitou che dovresti scusarti. Ma non credo che vorrà accettare le tue scuse ora come ora. Beh ci vediamo” Isazami si allontanò per il corridoio.
“Come stai Kaori?” erano arrivate anche Yoshina e Shizuka che prima si erano tenute a debita distanza.
“Solo un po’ spaventata”
“Non preoccuparti per lo spuntino. Io ho una mela in più” Yoshina cercò di rincuorarla.
“Prendi anche qualcuno dei miei takoyaki. Non ce la faccio più a sopportarli”
“Grazie ragazze”
Il resto delle lezioni fecero subito dimenticare quel brutto momento a Kaori. Erano tutte molto impegnative e richiesero tutta la sua attenzione. Non ebbe proprio il tempo di pensare a quello che era successo durante l’intervallo.
Finalmente il suono della campanella di fine lezioni si decise a farsi sentire.
E con essa riaffiorò il ricordo del piccolo litigio dell’intervallo.
Shizuka e Yoshina si accorsero del nervosismo della loro amica.
“Non ti preoccupare Kaori, ci siamo qui noi. Di certo non oserà picchiarti in nostra presenza. Siamo più piccole ma siamo tre”
Già, rassicurante, soprattutto dopo aver constatato con che abilità si erano defilate quella mattina.
Le rampe di scale che portavano all’uscita sembrarono quasi infinite a Kaori, ma finalmente arrivarono in cortile.
“Ehi, Kaori da questa parte” qualcuno la stava chiamando
Rei stava cercando di attirare la sua attenzione alzando la mano destra.
“Kaori se vuoi fermarti a parlare con quella ragazza noi andiamo. Oggi se l’è cavata meglio di noi”
“Si ok, ci vediamo di pomeriggio”
Kaori camminò in direzione della ragazza.
“Senpai Isazami…” la salutò con un inchino
“Per favore solo Rei, niente formalità”
Kaori la guardò con uno sguardo interrogativo
“Ho sentito che Saitou ce l’ha ancora con te. E’ meglio se oggi ti accompagno io a casa”
“Va bene grazie, ma perché…”
“Non farmici pensare o cambio idea”
Kaori chiuse subito la bocca, forse era meglio essere riconoscenti in silenzio. Cominciarono ad avviarsi verso casa di Kaori.
Rei era molto più alta di lei e aveva una lunga treccia di capelli neri che le scendeva sulla schiena fino all’altezza della gonna. E aveva pure delle forme prorompenti. E se era la ragazza di Aramaki? Magari si era accorta che lo stava guardando e l’aveva salvata dalle grinfie di quella strega solo per avere lei il piacere di farle un occhio nero.
“Ho visto che guardavi Miyato oggi…”
“Chi?”
“Aramaki, il capitano della squadra di calcio”
“Ecco ci siamo” pensò Kaori “ora mi fa nera”
“E’ un idiota levatelo dalla testa”
“Eh?”
“Sono la sua ex”
“E come mai…?”
“Il deficiente ha cercato di prendersi troppe libertà con me. Ha cercato di usare la forza quel patetico verme. Ma è finito all’infermeria della scuola e io ho guadagnato una brutta reputazione.”
“Oh!”
“Faccio parte del club di Karate”
“Ah!”
“L’ho colpito alle palle. Avresti dovuto vedere la sua faccia. Era diventato rosso come il ketchup” scoppiò in una risata.
Kaori la guardò incerta, poi si mise a ridere anche lei.
“Sai Isazami, sei simpatica”
“Anche tu, almeno credo, non sei stata troppo loquace”
“Ho preferito stare zitta. Avevo paura che mi mollassi da sola”
“Ma no figurati, dicevo per dire” le diede una pacca sulle spalle
Continuarono a camminare e chiacchierare per tutto il percorso.
“Ecco siamo arrivati, io abito qui. Grazie di tutto Rei, mi ha fatto piacere tornare a casa con te oggi”
“Nopro, nopro piccola. Però dovresti anche sdebitarti no?”
“Oh… ecco… io non credevo… ho solo 200 yen”
“Ma no, che hai capito stupida? Non voglio soldi. Domani perché non mi fai compagnia a cena? I miei non ci sono mai a casa di sera e io mi annoio sempre. Magari puoi cucinare così saremo pari”
“Mi farebbe davvero piacere Rei. Allora ci vediamo domani”
“Certo”
Rei si allontanò salutandola con la mano.
Sulla soglia incontrò suo fratello che tornava dal lavoro.
“Chi è? Una tua nuova amica?”
“Già, si chiama Rei Isazami. L’ho conosciuta stamattina”
“Carina… sai il suo numero di cellulare?”
“Non è il tuo tipo fratellone. E il suo ex ragazzo ha fatto una brutta fine. E’ finito in infermeria”
“Ah si e come?”
“Un calcio là sotto”
“Ahi!” il ragazzo simulò come se avesse ricevuto lui stesso il colpo.
“Dai, adesso andiamo, la mamma ci sta chiamando. Mi sa che dobbiamo aiutarla ad apparecchiare la tavola”




15/09/2005 15:07
 
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Entrarono in casa dopo essersi levati le scarpe.
“Ciao mamma, cosa c’è per pranzo”
“L’udon con un uovo crudo. Ma com’è andata a scuola oggi?”
“Bene, ho fatto amicizia con una ragazza di quarta”
“Davvero? Ai miei tempi quelle più grandi facevano le snob”
“Isazami è diversa, lei è speciale”
“Addirittura speciale… ma sono contenta che abbia trovato un’altra amica. Ah Kaori per favore puoi prendermi le ciotole?”
Dopo aver sistemato la tavola si sedettero sui cuscini.
“Papà ha detto che oggi rimane a pranzo in ufficio ha del lavoro da fare”
“Si sta preoccupando troppo per quell’affare della fusione” sentenziò Jin tra un boccono e l’altro “Non è il caso, credimi mamma. Andrà tutto bene”
“Se restare in ufficio qualche ora in più lo fa sentire più tranquillo non glielo impedirò”
“Certo però è chiaro che si sta preoccupando troppo. Non vorrei che poi ne risentisse”
“Non accadrà Jin, papà è abituato allo stress se ha tirato su un discolo come te”
“Kaori, proprio tu mi pugnali alle spalle!” si mise a ridere “Però probabilmente hai ragione. Se è riuscito a farmi ragionare per lui non sarà una grande fatica portare a termine questo affare”
“Dai forza ragazzi, datemi una mano a sparecchiare, e poi tu Kaori fila a fare i compiti. Cerca di cominciare anche quest’anno con il piede giusto”
“Oh, mamma! Non cominciare già da adesso”
“Sono gli oneri della piccola intellettuale della casa” scherzò Jin.

Malgrado tutto i professori non c’erano andati troppo pesanti il primo giorno di scuola. Gli esercizi erano semplici e Kaori non impiegò più di un paio d’ore per sbrigare i suoi doveri. Le era rimasto un po’ di tempo per leggere qualche pagina del libro che aveva comprato la settimana scorsa, prima che il suo telefonino suonasse.
“Ciao Yoshina, dimmi…”
“Hai già finito i compiti vero? Ti va se usciamo un po’ e poi andiamo a prenderci un the?”
“Si certo e Shizuna…?”
“Lo sai che lei è un po’ più lenta. Ci raggiungerà al Blue Moon”
“D’accordo. Allora passo da casa tua tra mezz’ora”
Si preparò per uscire. Scelse con cura il vestito da indossare e si mise un filo di trucco. Sarebbe stato bello camminare di nuovo tra le strade di Hokkaido dopo aver passato tutta l’estate fuori città. E forse i negozi avevano già messo in vetrina i vestiti invernali. Qual’era il colore che andava di moda quest’anno? Lo aveva su qualche rivista, ma non ricordava bene. E comunque preferiva il blu o il verde, erano i suoi colori fortunati.
Prese la sua borsetta e quei pochi yen che le erano rimasti della paghetta settimanale
Dopo una ventina di minuti era già sotto casa di Yoshina. La intravide dalla finestra e la chiamò.
“Hai fatto presto” le disse l’amica affacciandosi “Sto scendendo”
Yoshina si presentò rossa in faccia. Probabilmente aveva fatto le scale di corsa.
”Oh Kaori non vedevo l’ora di vederti. Allora racconta, com’è quella Isazami? Siete diventate amiche?”
“Rei è una ragazza simpatica. Mi ha invitato a cena a casa sua per domani”
“Wow, sei entrata nel circolo delle Senpai più grandi. Come sei fortunata! Magari conoscerai un sacco di bei ragazzi e sarai invitata a una sacco di feste”
“Non so, credo che Rei sia molto riservata. Non mi pare che gli piaccia andare in giro a fare festa”
“Beh, ma di ragazzi ne conoscerà no?”
“Credo di si… Sai, si era messa con Aramaki”
“Quell’Aramaki? Davvero? E poi cos’è successo?”
“L’ha lasciato. A quanto pare lui era un porco”
“Oh! Possibile che non esista un ragazzo carino che sia anche gentile? Ad esclusione di Toshio intendo…”
“Perché dici così? Ti ho detto che siamo solo amici”
“A quanto pare lui non si è ancora rassegnato del tutto. E poi c’è anche Shizuka. Troppa concorrenza non fa per me”
Tra una chiacchiera e l’altra erano già arrivate al centro commerciale.
“Guaaarda che bel vestito Kaori” disse Yoshina indicando un manichino.
“Probabilmente è uno di quelli che sta bene solo alle idol”
“Oh, ti prego andiamo a provarlo”
“Ma hai visto quanto costa?”
“Dai solo per gioco”
Decise di accontentarla. E dovette ammettere di essersi sbagliata. Quel vestito a Yoshina stava proprio bene. Tanto che lei fu un po’ dispiaciuta di doversene separare e ridarlo alla commessa.
“Potrai comprarlo la prossima settimana” le disse Kaori per consolarla
“Non so se mi basteranno i risparmi”
“Allora ti presterò i miei”
“Davvero lo faresti?”
“Certo”
L’espressione di Yoshino era più esplicativa di mille ringraziamenti. Si vede che ci teneva proprio
“Ah, com’è tardi! Sicuramente Shizuka ci starà già aspettando”
“E’ colpa tua hai perso troppo tempo ad ammirarti allo specchio”
“Scuuuusa”
La trovarono davanti al Blue Moon con un’aria un po’ seccata.
“Kaori stai facendo prendere delle brutte abitudini a Yoshina. Le stai contagiando la tua mania di arrivare in ritardo”
“Questa volta ha fatto tutto da sola, Shizuka”
“Scusa ma c’era un vestito che mi piaceva e ho perso un po’ troppo tempo a provarlo”
“Davvero, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere dal te”
“Anche la nostra Yoshina sta crescendo e vuole farsi bella per i suoi spasimanti”
Si misero a ridere, tranne Yoshina che era un po’ arrossita.
“Dai entriamo”
Alla fine ordinarono tutte e tre cioccolata con panna. Quella sera la temperatura si era abbassata ed era difficile resistere alla tentazione.
“Al diavolo le calorie” disse Kaori alzando la sua tazza
“Per una volta si può fare un’eccezione” le fece eco Shizuka
“Già” commentò laconicamente Yoshina con le labbra già sporche di panna.
Chiacchierarono del più e del meno, degli ultimi CD usciti nei negozi e progettarono di andare al cinema a vedere il nuovo film di Kentaro Myomi.
“Sarà meglio andare adesso o non arriverò in tempo per la cena” disse Kaori.
“Già è vero, anche mia mamma mi aspetta” ribadì Yoshina
“Ah ragazze, mi sembrate due suore che devono rientrare in convento”
“Mi dispiace Shizuka ma sono al verde. Anche volendo non potrei rimanere a cena fuori”
“E io devo risparmiare per comprarmi quel vestito”
“Oh, d’accordo avete vinto, sarà per un’altra volta”
Kaori arrivò a casa che il sole era già calato da un pezzo. Tutto sommato non era così presto.


21/09/2005 12:45
 
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Kaori chiuse la porta dietro di se e si tolse le scarpe prima di entrare in salone.
“Allora signorina com’è andato il primo giorno di scuola?” la voce di suo padre la sorprese
“Papà! Non pensavo di trovarti qui”
“Concedi almeno un po’ di riposo a questo povero vecchio!” brontolò l’uomo
“Dai su, non sei poi così vecchio”
Ito sorrise.
“Lo pensi davvero? Vallo a raccontare a tua madre allora, che me lo ripete in continuazione”
“Si preoccupa solo un po’ troppo papà…”
“Si lo so, lo so, dicevo per dire. Ma mangiamo adesso o la cena di fredda e ci prenderemo i rimproveri della mamma”

Cenarono in un clima di armonia. Jin brontolò un po’ riguardo al suo lavoro e alla severità del suo principale, ma si stancò in fretta, soprattutto dopo essere stato ripetutamente preso in giro da Kaori e suo padre. Era meglio stare zitto che esporsi alle stilettate di quei due. Cambiò subito discorso e parlò del fine settimana che aveva in programma di passare nella casa di campagna della sua ragazza.
Dopo cena Kaori sfidò Jin ai videogiochi ma perse miseramente. Era troppo svelto e abile per lei, probabilmente in estate si era allenato per non prendere più umiliazioni dalla piccola di casa.
In compenso perse due partite con Ito. Lui si giustificò dicendo che nell’azienda avevano aperto una sala svago con diverse postazioni di consolle e i suoi colleghi più giovani gli avevano insegnato qualche trucchetto.
Dopo salirono nelle loro camere. L’indomani si sarebbero dovuti alzare tutti presto.
“E’ un peccato che l’estate sia finita” sospirò Kaori
“E già, ma bisogna pur vivere e lavorare” replicò Ito
“Sinceramente non ne sento il bisogno… di lavorare intendo” concluse Jin
Kaori si addormentò quasi subito. Era stata una giornata faticosa in confronto ai giorni d’estate. E domani sicuramente sarebbe stata altrettanto dura.

L’indomani si alzò presto in modo da avere tutto il tempo per prepararsi e non rischiare di perdere nuovamente l’autobus. Stava aspettando già da un bel po’ alla fermata. Per una volta che lei era in orario era stato l’autista a decidere di fare tardi. Chissà che avevano fatto Yoshina e Shizuka, forse si erano fatte dare un passaggio dai loro genitori.
Fu interrotta da una frenata brusca. Un motorino si era fermato proprio di fronte a lei.
Il conducente si voltò proprio verso di lei.
“Rei!”
“Sapevo di trovarti qui” le lanciò un casco “monta”
“Che cosa?”
“L’autobus oggi non passa. C’è stato un guasto. L’ho incontrato proprio davanti a casa mia mentre veniva rimorchiato all’officina. Non vorrai fare tardi vero?”
“Va bene però non andare troppo veloce. Mi spavento a stare su questi cosi”
Kaori salì con un po’ di difficoltà.
“Reggiti” le gridò Rei
Non ebbe il tempo neanche di cercare le maniglie che fu sbalzata all’indietro. Dovette aggrapparsi alla meglio alla vita di Rei.
“Ma dove l’hai preso?” le gridò Kaori da dietro “ieri non ce l’avevi”
“L’ho preso a mio padre con la scusa dell’autobus guasto. Oggi ha deciso di usare la macchina”
“Ma sei sicura di saperci andare?”
“Se non ti fidi posso sempre lasciarti qui” le rispose e come prova della sua abilità si infilò a velocità sostenuta in mezzo a due auto, strappando a Kaori un gridolino di paura.
“Non farlo più per favore” piagnucolò Kaori
Come risposta ricevette la risata cristallina di Rei portata dal vento.

“Ecco siamo arrivati” Rei fermò il veicolo proprio davanti alla scuola
“Spero che anche Yoshina e Shizuka siano riuscite ad arrivare in tempo”
“Vedrai se la saranno cavata per conto loro”
Lo sperava sul serio. Sarebbe stata una giornata ancora più difficile senza le sue amiche, e poi c’era sempre quella faccenda in sospeso con quella Saitou… La cosa non la rendeva affatto tranquilla.
“Ehy Rei! Da questa parte” un gruppo di ragazze stavano chiamando la sua amica a gran voce.
“Forza Kaori vieni, ti presento le mie amiche”
Yun, Saki e Fumiko erano altre tre ragazze del club di karate.
“Ciao Rei, chi è questo scricciolo?” disse una di loro indicando Kaori
“Lei è Kaori, e io la trovo simpatica, chiaro?” replicò Rei minacciosa
“Non scaldarti capitano, scherzavo” si giustificò quella
“Oggi li facciamo neri i ragazzi durante la sfida annuale non è vero?” le chiese Yun
“Puoi contarci. Le nuove matricole sono davvero scarse, e Senzu si è diplomato l’hanno scorso. Abbiamo la vittoria in pugno”
“Già senza Senzu non hanno molte speranze di farcela”
“E umilieremo anche le smorfiose dell’istituto Inuo, potete contarci”
“Evviva il capitano” esultarono le altre tre
“Kaori che ne diresti di iscriverti al nostro club?”
“Veramente Rei non so se sia il caso…” replicò lei
“Già non ha il fisico adatto” disse Saki
“Mi sembra gracilina” aggiunse Yun
“E magari non ha neanche il carattere giusto” concluse Fumiko
“Non ascoltare queste tre Kaori. Considera bene la mia proposta. Far parte del club di karate è considerata attività extrascolastica e, se devo farti una confidenza, è quello che mi ha salvato dal ripetere l’anno. E poi se farai parte del nostro gruppo non dovrai più aver paura delle tipe come Saitou”
“Ci penserò Rei te lo prometto”
“Bene, pensaci. Considera che basta partecipare agli allenamenti per far parte del club”
Kaori vide Yoshina e Shizuka varcare il cancello della scuola.
“Sono arrivate le mie amiche senpai, ti saluto”
“Ti accompagno io a casa all’uscita se vuoi”
“D’accordo” le rispose Kaori correndo incontro alle due ragazze.
“E tu come sei arrivata qui?” le domandò Shizuka non appena Kaori fu abbastanza vicina da poterla sentire.
“Mi ha dato un passaggio Rei Isazami, aveva preso in presito il motorino di suo padre”
“Che fortunata…” si lamentò Rei “a me queste cose non succedono mai. Ho dovuto chiedere un favore a quell’antipatica di mia sorella”
“Non la trovo così antipatica io…” sussurrò Yoshina.
“Oh non devi dire così solo perché sono riuscita a convincerla a portare anche te… è davvero ì insopportabile quella ragazza. La prossima volta però andiamo con tuo fratello è così carino…”
“Non è un po’ troppo grande per te Shizuka?” le disse Kaori
“Oh, ormai va di moda uscire con i ragazzi più grandi, aggiornati Kaori”
“Allora Toshio non ti interessa più?”
“Non ho detto questo. Mi piace avere più possibilità, ecco tutto”
E ti pareva. Era alquanto improbabile che Shizuka facesse sul serio con qualche ragazzo. Sicuramente nella vecchia succursale era quella che aveva il primato di essere uscita con più ragazzi di tutte le altre. Non si era mai capito se erano stati loro a lasciarla in quanto stanchi di essere sfruttati o lei a piantarli dopo essersi annoiata. Le spiegazioni di Shizuka in merito alle sue rotture erano piuttosto vaghe. Kaori aveva sempre pensato che i vari casi si potessero ripartire abbastanza equamente tra le due possibilità.
“Avete già pensato alle attività extrascolastiche?” chiese Yoshina “Quest’anno saranno indispensabile per avere un buon voto. Io credo che mi unirò al club di letteratura”
“La solita secchiona” commentò laconicamente Shizuka “peccato non esista un club di moda”
“Io credo che mi iscriverò al club di karate” rispose Kaori
“Come?” le altre due erano sbalordite “ma è un club per ragazzi!”
“Vi sbagliate, c’è anche la sezione femminile. Me lo ha proposto proprio oggi Rei”
“Sei sicura di volerlo fare?” le domandò Yoshina
“Secondo me lo fa solo per far contenta la senpai Isazami… Il fatto che ti faccia dei favori non vuol dire che devi fare tutto quello che lei ti chiede”
“Ma no, cosa dici! Lo faccio perché mi interessa”
In effetti Shizuka aveva ragione. Non voleva deludere Rei. Per qualche ragione voleva sentirsi apprezzata da lei, forse perché aveva già cominciato a nutrire ammirazione nei confronti di quella ragazza così determinata e desiderava ardentemente attirare la sua attenzione. Si era chiesta già svariate volte perché Rei si era tanto interessata a lei e non aveva trovato nessuna risposta soddisfacente.


25/09/2005 17:27
 
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Rimase a pensarci per qualche minuto. Fu scossa solo dalla voce di Yoshina.
“Dai Kaori, le lezioni stanno iniziando”
Non riuscì a concentrarsi completamente. Non riusciva a dimenticare l’affermazione di Shizuka. Era davvero possibile che avesse un’ossessione per quella ragazza? Eppure lei non era mai stata il tipo da idolatrare le stelle della musica o dello spettacolo, e sicuramente era da escludere che potesse nutrire lo stesso sentimento per Isazami. Forse non era neanche ammirazione ma qualcosa di diverso.
Durante l’intervallo consumò il suo pasto in silenzio. Yoshina e Shizuka non la tormentarono più di tanto, in realtà pensavano che fosse ancora preoccupata per Saitou, ma probabilmente aveva troppa paura di Rei per cercare di infastidire ancora Kaori.
Non diede molta retta neanche a Toshio, che pure aveva provato ad attaccare discorso con lei. Alla fine si era rassegnato e aveva accettato le lusinghe di Shizuka, accettando di accompagnarla a fare un giro al piano di sotto.
Le ore successive passarono veloci, anche se la fine delle lezioni come al solito si fece desiderare.
All’uscita Kaori cercò di passare inosservata per non farsi infastidire da Toshio che sicuramente le avrebbe proposto di accompagnarla a casa e per evitare Rei. Non voleva salire di nuovo sul suo motorino e temeva che il suo rifiuto l’avesse potuta offendere. E soprattutto non voleva dare a vedere che si stava approfittando di lei o che dipendesse da lei.
Però Rei riuscì a intercettarla lo stesso dopo l’uscita dall’istituto.
“Non mi hai aspettato all’uscita” le disse un po’ seccata
“Scusa senpai, me lo sono tolto dalla testa andavo di fretta” rispose Kaori
“Ti do un passaggio se vuoi, non allungo di molto passando da casa tua”
“No, grazie veramente preferisco andare da sola. E poi se la mamma dovessi vedermi su un motorino sicuramente mi ucciderebbe”
Rei insistette ancora un po’, poi si rassegnò.
“Non ti dimenticare che stasera devi cenare insieme a me. Posso tollerare la tua ostinazione, ma non ti perdonerò se rifiuterai il mio invito”
Kaori non le rispose niente e Rei se ne andò poco dopo decisamente offesa.
Non sapeva dire con esattezza perché si fosse comportata in quel modo con lei, ma sentiva che doveva mettere ordine nei suoi pensieri. Doveva capire esattamente cosa la legava a quella ragazza e perché le faceva piacere frequentarla. Magari era solo il senso di compiacenza che provava nel ricevere l’amicizia di una ragazza più grande e la novità di frequentare una persona che aveva dei modi di fare diversi da quelli delle altre sue amiche.
Non riusciva a dirlo con certezza, però era innegabile che fosse attratta da Isazami.
Arrivò a casa senza neanche accorgersene.
Per fortuna il pranzo era stato già messo in tavola e riuscì a evitare la seccatura di apparecchiare la tavola. Dai brontolii di suo fratello comprese che sicuramente era toccato a lui quel lavoro.
“Sei stati a ciarlare più del solito oggi vero? E come al solito papà è rimasto in ufficio, ma se il cielo vuole domani dovrebbe risolversi tutto”
“Sei tu che hai anticipato la tua uscita Jin” gli rispose Kaori “se fossi rimasto di più al lavoro probabilmente ti saresti risparmiato il resto a casa”
Jin incassò in silenzio perché effettivamente aveva staccato dieci minuti prima.
“E va beh, stavolta hai ragione. Ma appena finiamo di mangiare ti massacro alla playstation”
“Jin, devo studiare”
“Solo qualche partita Kaori, promesso”
Mangiarono in fretta, Jin era smanioso di batterla di nuovo.
E in effetti riuscì a vincere molte partite. Probabilmente si era fatto insegnare qualche trucco da suo padre o dai suoi colleghi di lavoro. Kaori dal canto suo non si impegnò moltissimo, però ci rimase un po’ male. Pensava che dare una bella lezione a Jin le avrebbe fatto dimenticare la piccola discussione che aveva avuto con Rei.
Studiò abbastanza di malavoglia e fu tentata più volte di telefonare a Isazami per scusarsi. Alla fine decise di chiamarla solo più tardi, per farsi spiegare la strada per arrivare a casa sua.
Solo verso le sei si decise a comporre il numero sul suo telefonino.
“Ciao Rei sono io”
“Ah, Kaori, pensavo che non telefonassi più”
“Volevo sapere la strada per venire da te”
“Guarda è semplice devi…”
Le spiegò la strada ma restò abbastanza sul vago. Kaori sospettò che l’avesse fatto di proposito per vendicarsi del suo comportamento.

Decise di uscire di casa prima per arrivare in tempo. Non voleva dare a Rei la soddisfazione di arrivare in ritardo per non aver trovato la strada giusta. Per fortuna l’autobus era abbastanza in orario e le riuscì semplice trovare la casa giusta, grazie alle informazioni di qualche passante.
Rei viveva in una casa unifamiliare con un piccolo giardino. Era abbastanza grande rispetto alla media, la famiglia di Rei doveva passarsela bene.
Esitò prima di suonare, poi si decise.
Rei si affacciò dalla finestra.
“Oh sei tu” le disse “entra”
Kaori percorse lo stretto vialetto che portava alla porta.
“Dai è aperto, entra” le ripeté la ragazza da dentro.
Spinse con un po’ di fatica la pesante porta e si ritrovò nell’anticamera.
Si preoccupò di levarsi le scarpe prima di varcare l’ingresso.
Trovò Rei sdraiata su una piccolo Futon in soggiorno che stava guardando un programma alla televisione.
“Scusa se non sono venuta ad accoglierti Kaori, ma sono le ultime puntate e non voglio perdermele”
Si trattava di un telefilm americano. Kaori avevo visto qualche puntata ma non lo aveva mai seguito con attenzione.
Rei aveva indosso una canottiera azzurra e un paio di pantaloncini corti. L’umidità estiva non era del tutto scomparsa e faceva ancora caldo.
“Dai non startene lì in piedi, mettiti seduta qui” le indicò un mucchio di cuscini accanto a lei “Voglio assolutamente vedere come va a finire questa serie”
Kaori non capì molto della trama e si limitò a stare in silenzio per tutto il tempo, mentre Isazami occasionalmente commentava qualche scena particolarmente significativa.
Cominciò a credere che lo stesse facendo di proposito. Se era ancora risentita dalla mattina di certo gliela stava facendo pagare cara.
Aspettò la fine del programma per parlare
“Va tutto bene Rei?”
“Certo, però si è fatto un po’ tardi, che ne dici se mangiamo?”
Ancora una volta stava evitando di confrontarsi con lei. Se quella mattina era Kaori che aveva evitato di discutere adesso era Rei che non ne aveva voglia.
Cucinarono del ramen con un condimento di pesce.
Era simile a quello che Kaori aveva mangiato in estate a Sappori in una bancarella con i suoi cugini. Il sapore del ricordo la pervase e malgrado tutto riuscì a ritrovare il buon umore e sorridere.
“Cosa c’è di divertente?” le chiese Rei
“Questo ramen ha il sapore dell’estate”
“Il sapore dell’estate?”
“Si, ne ho mangiato di simile a Sappori, dai miei zii. Mi sono tornati in mente quei momenti”
“Un’immagine poetica” si limitò a commentare Rei.
“Già”
Finirono la loro cena in silenzio.
Rei frugò vicino al futon per tirare fuori un pacchetto di sigarette. Ne presa una e lo porse a Kaori. La ragazza lo guardò con imbarazzo non sapendo bene cosa fare.
“Ah, già tu sei ancora piccola per questo”
“Niente affatto” rispose lei prendendone una.
Provò ad aspirare qualche boccata, ma fu subito colta da un attacco di tosse.
Rei le tolse delicatamente la sigaretta dalle mani e la spense nel portacenere.
“Guarda che non lo devi fare per farmi un piacere o per dimostrarti più grande. Non c’è bisogno di fumare questa roba per farlo” le disse seria “e poi se non sai fumare ci farai solo una figuraccia”
“Sei acida oggi Rei. Si può sapere cos’hai?”
“Niente, pensavo che non venissi stasera”
“Però sono qui no? Non c’è bisogno di farmi pesare quello che è successo stamattina”
“Vorrei capire cos’è successo. Cosa vuoi dimostrarmi? Che te la sai cavare da sola? Ci conosciamo da così poco tempo e pensi che abbia già formulato giudizi su di te?”
“Solamente non voglio che gli altri lo pensino”
“Se è questa l’impressione che hai ci sarà qualche motivo”
“Il fatto è che…”
“Su avanti non avere paura, parla piccola…”
“Non sono piccola, ho sedici anni”
“Va bene come vuoi tu Kaori, ma dimmi qual è il problema”
“Ecco il fatto è che tu sei così bella, e mi piace anche il tuo carattere. Ma non voglio che gli altri credono che mi piaccia stare con te solo per prendermi la tua popolarità o per compiacerti. Shizuka crede che ti vada dietro come un cagnolino”
“Shizuka non ha capito niente…” disse Rei avvicinandosi a Kaori
Le accarezzò i capelli, sfiorandole il viso.
“Non ti sei chiesta perché io mi sia interessata a te, che motivo avevo di frequentare una ragazzina più piccola?”
Kaori si limitò a chinare la testa.
Rei gliela sollevò dolcemente.
“Guardami negli occhi Kaori” le sussurrò “mi piacciono i tuoi occhi”
“Rei…”
“Tu mi piaci Kaori, io mi sono innamorata di te fin da quando ti ho visto nel corridoio”
Kaori avrebbe voluto alzarsi ed andarsene. Era imbarazzata e spaventata, ma aveva paura di offendere Rei. Rimase sdraiata sulla pila di cuscini e si limitò ad arrossire.
Era tardi per prendere qualsiasi altra decisione. La bocca di Rei era già sulla sua e sentiva la lingua della ragazza cercare la sua.
Si abbandonò a lei, cingendole la vita con le mani e chiudendo gli occhi.
Sentì la bocca della sua amica correrle lungo il collo. Brividi di piacere le corsero lungo la schiena, scuotendola e strappandole un gridolino soffocato.
Le sue mani corsero lungo la vita di Rei fino a raggiungere il suo seno prosperoso. Rei le prese una mano e la guidò sotto la canottiera in modo che fosse a contatto con la carne. Kaori sentì i capezzoli di lei diventare duri sotto il suo tocco.
Le mani di Rei le correvano per il seno e la pancia e avevano già raggiunto i bottoni della sua gonna. Sentì l’aria accarezzarle le cosce, insieme alle mani della sua amante.
Isazami sfuggì alle sue carezze. La sua bocca era ormai già arrivata all’altezza dell’ombelico e continuava a procedere verso il basso.
Comprese che le sue mutandine erano state abbassate fino all’altezza delle caviglie.
“Rei, per favore, mi vergogno”
Isazami le mise una dito sulla bocca
“Shhh, non avere paura. Non ti farò male. Ti piacerà vedrai”
I baci della ragazza avevano raggiunto la sua vulva. Si infiammò improvvisamente e il sudore cominciò a correrle lungo la schiena.
La lingua di Rei la eccitava sempre di più, le mani di lei correvano sul suo corpo scosso da brividi di piacere.
Inarcò la schiena ritmicamente per avvicinare maggiormente il suo sesso alla bocca dell’amica e accentuare quella penetrazione eccitante.
L’orgasmo la scosse profondamente. Il suo corpo cominciò a tremare e sentì un odore acre e pungente provenire dalle sue gambe umide.
Quando i suoi fremiti si calmarono si accasciò sfinita sui cuscini. Rei la guardava negli occhi con infinita dolcezza.
Kaori le prese la mano e si sollevò per baciarla di nuovo sulla bocca.
“Ti amo anch’io, cara senpai”


Finalmente è finita....
segue qualche precisazione su termini di difficile intendimento.

senpai: è il titolo che si attribuisce al collega più anziano o al compagno di scuola della classe superiore. In Giappone la vita sembra essere più gerarchizzata che qui da noi.

Sappori: dovrebbe essere una località di villeggiatura estiva. Non vorrei aver fatto confusione con Hokkaido.

takoyaki: sono polpette di polipo. Tako significa appunto polpo.

Il ketchup: ho usato questo paragone anzichè quello del pomodoro perchè mi sembrava poco corretto. Infatti non ho mai visto usare pomodoro nella cucina orientale.

nopro: contrazione di no problem. A quanto pare usare termini inglesi nello slang in giappone fa "cool" (noi italiani invece li usiamo quando vogliamo indicare con una parola sola un qualcosa che richiederebbe molte parole. Es tipico: fetchare)

udon: l'udon è... non è facile da spiegare. E' una specie di zuppa fatta con roba simile a pasta dentro un brodo di verdure più o meno consistente. Ha un sapore molto particolare.

idol: con questo termine in giappone si indicano delle ragazze popolari, la definizione di avvicinerebbe a soubrette, ma non è proprio la stessa cosa. In pratica potrebbero essere definite come il corrispondente nipponico delle veline.

Kentaro Myomi: in realtà non è nessuno, un semplice nome sparato a caso. Nella finzione dovrebbe essere un famoso attore giapponese (alla stregue di Leonardo di Caprio)

futon: i futon sono materassi non troppo spessi che vengono stesi sul pavimento senza usare reti. E' il "letto" tradizionale giapponese, ma mi sa che in questo senso loro si sono occidentalizzati e molti usano i letti che abbiamo anche noi.

ramen: sono spaghetti di soia. Si mettono in acqua bollente per pochi minuti e sono subito pronti. E' un cibo veloce in voga tra single. Ovviamente vengono serviti anche in tipiche bancarelle ambulanti.

E con questo credo di aver scritto tutto quello che era necessario scrivere. Un simpatico diversivo dalla solita gente che si prende a cannonate.
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