04/09/2004 04:10 |
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Il punto focale dell'atto venatorio tra i Naskapi è la preparazione di un pasto rituale, chiamato mokoshan. La carne e le ossa del caribù vengono preparate con cura e consumate dai cacciatori. Non un boccone di carne o una scheggia d'osso devono toccare il suolo. La funzione del pasto per il Naskapi è ingraziarsi lo spirito del Caribù, manifestare rispetto per la sua carne, onorare il sottile equilibrio che lo tiene in vita affermando che non ci saranno sprechi.
Non è difficile per il pensiero occidentale farsi sfuggire la serietà di questo rituale: il legame tra cacciatore e preda (simboleggiato nel pasto) regge le fondamenta di ogni società cacciatrice. E', letteralmente, l'aspetto più importante della vita di un cacciatore. Fallire nella caccia significa fallire nella sussistenza. Morire. Essere finito. Il rituale preparatorio alla caccia, quindi, riconosce un accordo perpetuo: la preda sarà data al cacciatore dagli abitanti del mondo degli spiriti finchè il cacciatore confermerà il suo valore. La caccia in sè non è che un atto derivante da un accordo; la pallottola o la freccia un simbolo della comunicazione tra cacciatore e preda. |
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