Effettivamente mi sa che stiamo facendo confusione tra la *filosofia* e il *modo di fare* magia.
Dwarfolo ha proposto una filosofia, cioè un perchè e un come, che esiste a prescindere da quale sistema userà il master. Ed effettivamente la sua idea era originale.
Io invece stavo puntando troppo sul sistema, sul regolamento che sarà pure stato in parte non scontato, ma che però lascia la concezione della magia inalterata, la stessa di tanti altri giochi.
Il fatto è che per la società Norv sapere quante e quali scuole di magia esistono è fondamentale, poichè la prima si basa sulle seconde! Quindi, trovata una risposta originale alla filosofia magica, dovremo cmq pensare anche ad ulteriori dettagli limitanti per il master di turno.
Quindi la soluzione penso sia nel riuscire ad adattare il concetto di Dwarfolo alle esigenze del Dunia e dei Norv.
Un modo per farlo potrebbe essere questo (che è anche il modo in cui ho presentato la faccenda ai miei nuovi giocatori dell'
altra mia idea): dare al Dunia, inteso come pianeta ed in senso lato come cosmo, un'identità antropomorfa, renderlo vivo.
E' il Dunia a permettere che "certe cose" (gli incantesimi) accadano, poichè funziona da garante dell'equilibrio della fisica del mondo. Sa che piccoli effetti non producono grandi problemi e li permette, ma non esita un momento a punire chi tenta di abusare di questa concessione. Dall'altra parte, i Norv temono e proteggono il Dunia. Conoscono il suo potere e cercano di non scatenarlo mentre al tempo stesso cercano in tutti i modi di conservare la sua integrità.
In questo modo si spiega anche il loro grande legame con la natura.
Che ne dite? Per me fila :D