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| Registrato il: 05/11/2001 | Sesso: Maschile | Moderatore | Eletto | Sciamano | |
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Il caldo di Cartagine é asfissiante: é come un serpente che scivola all'interno dei vostri vestiti, e vi fa perdere il senno.
Più di una volta la vostra vista si appanna, e vi sentite quasi svenire, ma prontamente dei servitori vi porgono dei boccali d'acqua per dissetarvi. Nonostante le tende che il Governatore ha posto tra voi ed il sole, sentite la presenza di quella palla infuocata come mai nella vostra vita.
Falco guarda il pretoriano suo compagno, e stringendo l'elsa della EX-LVCE, fa il saluto romano al governatore, che non sembra neppure vederlo quanto é agitato e spaventato dalla sua stessa ombra.
"Abbiamo avuto l'incarico ufficiale dell'imperatore di investigare su quanto é successo nella sua provincia Governatore..", dice Falco, con una voce stentata, e intervallando con due colpi di tosse, per schiarirsi la voce, mentre si passa la mano nei suoi capelli oramai bianchi.
Il Governatore non sembra neppure sentirlo, ed infatti lo interrompe subito, dicendo:
"Lo so.. chi .. chi .. siete.. ma voi .. mi ero illuso.. voi non.. non s-sapete nulla di p-più degli altr-i.."
Falco sta per ribattere, ma il governatore cade sulla sua sedia, stanco e con i suoi occhi scavati come se stesse guardando dentro di se, mentre voi vi guardate e vi chiedete che cosa dovete fare.
Le porte si aprono, ed entrano due robusti uomini, dai tratti ellenici, che scortano un uomo di piccola statura, magro con occhi scuri e capelli mossi castani.
Il suo modo di vestire é particolare: é adornato con piccoli monili e bracciali, sopra dei vestiti normali, pratici.
Appena il governatore lo vede, sembra sollevato dalla sua presenza, e vi dice:
"Giusto! Per fortuna lei é arrivato! La prego, entri.. sono appena arrivati soldati che Augusto ha mandato, come le avevo detto..."
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