00 06/02/2004 11:14
Atto I: L'altro me stesso

E' come un sogno, eppure é reale. E' come sentire un suono lontano di flauti, che si perdono nelle tenebre infinite.
Il corpo, se di corpo si poteva parlare un tempo, non esiste più: sono fuori dal ciclo della vita, della morte, della dannazione, della ressurrezione.
Sono fuori dalla salvezza, sono dentro quello che non esiste, eppure é sempre con noi.

Falco

Lontano, un eco. Un lago blu, cristallino, un giorno di sole. Un corpo, delle sensazioni, una persona seduta su un tronco caduto, che affila una ascia.
Noti subito che l'ascia stessa é appena servita per abbattere l'albero, e che l'albero é appena caduto, in mezzo ad un prato: NO.
Non un prato, una palude, assoltata dal sole, una palude, in cui l'acqua ristagna: eppure vedi che ci sono isole asciutte, sicure, ma quante sono le buche dove si può sprofondare?
"L'albero é abbattuto, Falco", dice l'uomo mentre si volta.
E lo vedi, o meglio TI VEDI.
"Ora tocca a te: fallo a pezzi, é per questo che sei venuto qui,no?"
Dice l'altro Falco, porgendo l'ascia, appena affilata.
Istintivamente la tua mano va sulla Ex-Lvce, ma é scomparsa.. forse qui non esiste neppure...

Marco

E' un freddo luogo, stretto, buio, quello in cui ti trovi.
Una caverna, da quello che riesci a vedere.
In lontananza c'è qualcosa... o meglio qualcuno.
TI avvicini e senti, che sta parlando da solo:
"Non volevo ucciderlo.. era solo per lei, per mia sorella!"
Vedi il volto dell'uomo, e vedi te stesso, e capisci di cosa sta parlando.. comprendi all'istante.
L'altro Marco ti guarda, e dice:
"Devi perdonarmi, non dimenticare... capisci? Prendi questa torcia, e guidami fuori di qui, ti prego.."
Ti guardi attorno, e realizzi che tu ed il tuo doppio siete intrappolati all'interno di un enorme sistema di gallerie.. come se fosse un complesso funerario...

Giusto

Il Libro é sul tavolo. Rilegato in pelle (umana? ha forse importanza oramai?), massiccio, enorme, contiene molte informazioni che farebbero impazzire i più.
Ma non lui.
Lo guardi, compiaciuto, e realizzi dal suo sguardo, lucido, preciso, tagliente, che ti sta guardando da molto tempo, attendendo la risposta ad una domanda di cui non comprendi il significato.
Lui blocca ogni tua replica, ti avvicina il libro, appoggiandolo sul tavolo, e ti mostra un passo di quella pagina:

"Non é morto ciò che in eterno può attendere, ma con il passare delle strane ere anche la morte può morire"

e ancora

"Cthulhu n'fagna Ryleh! Ya! Ya! Shub Niggurath!"

E tu capisci.. vedi il nome del libro, un libro tradotto da qualche lingua antica.. Necronomicon.. ma come fa a esistere? L'altro Giusto, il te stesso, ti guarda, e lascia il libro sul tavolo, senza dire nulla, osservando la tua reazione....