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[2] Scenario: L'isola delle nebbie

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    Gornova
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    00 01/07/2003 18:38
    Grazie al discorso di Giusto, pare che l'atmosfera nella stanza sia decisamente più tranquilla.
    Detamargus, chiamato in causa da Falco, risponde prontamente, alzandosi anche lui in piedi:
    "Certo, gli dei ci aiuteranno ancora una volta, come avevano già fatto un tempo!"
    Mentre lo dice, vedete tutti chiaramente che lancia un'occhiata al senatore, il quale la riceve e sostiene lo sguardo: l'unica cosa che é in grado di rompere la sfida di sguardi tra i due é l'ennesimo attacco di tosse dell'ex-senatore.
    Detamargus si risiede e dice:
    "Giusto, dici di conoscere questo Astrifone Argus... ma che tipo di persona é?"
    Ad un cenno della nipote del senatore, alcuni servitori si fanno di nuovo attivi e portano dei calici e li riempiono dell'ottimo vino dell'impero.
    E' proprio il senatore che si alza, con un profondo sforzo, e dice, alzando il suo calice:
    "A questa nuova impresa, dunque.. perché riusciate a trovare le risposte che cercate e per l'Impero"
    Detamargus, per nulla offeso dai modi del senatore, si avvicina a Giusto ed alza il suo calice e partecipa al vostro brindisi.

    Falco

    Il senatore durante le tue parole sorrideva, pareva quasi perso in una sua visione personale, mentre parlavi e tutti ti ascoltavano..

    Aracus

    La ragazza ti lancia alcune occhiate, anche se per la maggior parte del tempo guarda molto male il sacerdote Romeo.

    Marco

    Mentre pronuncia quella parola "Impero", l'ex-senatore ti guarda diritto negli occhi

    Giusto

    Detamargus ti si avvicina e ti sussurra nell'orecchio, mentre gli altri non sono concentrati su voi due:
    "Ho bisogno di parlarti il prima possibile, Giusto.. questa sera?", dice mentre anche lui alza il calice colmo di vino.
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    pkrcel
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    00 02/07/2003 08:43
    Giusto
    Giusto alza il suo calice senza aggiungere una parola.


    [poichè parla sottovoce...Gor controlla FFZ]

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    lark
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    00 02/07/2003 17:20
    FALCO

    Mi unisco al brindisi e trangugio una golata del corposo vino gentilmente offerto dal Senatore.
    Dopo di che mi avvicino a quest'ultimo e gli rivolgo la parola.
    "Senatore, gradirei avere una lunga conversazione con lei un giorno...", dico abbozzando un caldo sorriso.

    Torno quindi ad osservare i miei compagni, soffermandomi su Aracus e la nipote del Senatore.
    Colgo le rapide occhiate tra i due giovani e torno a guardare il Senatore (che pare aver notato a sua volta la cosa) con aria d'intesa, brindando tacitamente alla loro fortuna...
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    Raiden
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    00 02/07/2003 17:46
    Marco Bellero
    Alzo il mio calice in silenzio e brindo con i presenti. Il mio sguardo è chiaramente fuori da questa stanza: sta vagando in Gallia, cercando al tempo stesso il saggio Argus e con lui le risposte ai dilemmi che mi tormentano ormai da due lunghi anni. Chi muove le fila delle terribili oscenità che abbiamo incontraro presso Cartagine? Il mio animo è assai combattuto: l'ansia ed il terrore di conoscere la risposta, così come la volontà ed il timore di reincontrare quell'essere senza volto.

    Quando torno fra i presenti penso fra me e me: "Dannazione, un altro sogno ad occhi aperti..."

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    lark
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    The Last Larkman
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    00 04/07/2003 12:03
    FALCO

    Dopo il brindisi aspetto il momento adatto e poi mi rivolgo ai mie compagni.
    "Amici, mi duole dover interrompere questo momento di festeggiamenti, ma abbiamo cose importanti di cui discutere..."

    Attendo di avere l'attenzione di tutti i presenti e continuo.
    "Per prima cosa dobbiamo pianificare la partenza. Su questo pregherei lei, Senatore, di consigliarci visto che ha organizzato tutto quanto e sicuramente avrà già pensato ai dettagli..."

    "Inoltre dovremmo sapere, a grandi linee, quanto ci potremmo mettere per raggiungere la Gallia, tenendo conto anche delle possibili condizioni climatiche avverse. E' probabile che i servitori di chi sta tessendo questa trama ci intercettino lungo il viaggio per impedirci di contattare Astrifone Argus. Non è da escludere la possibilità che possa essergli accaduto qualcosa visto che Giusto non ha più avuto sue notizie..."

    Mentre parlo un ombra di preoccupazione cala sul mio volto. La nostra spedizione potrebbe risultare vana in questo caso e le nostre possibilità di riuscita, di sapere, sarebbero drasticamente ridotte...

    Sorseggio ancora una volta il liquido ambrato. Il vino, inumidite le labbra, scorre lungo la gola dandomi una piacevole sensazione di freschezza.

    "Senatore, lascio a lei la parola...", dico accomodandomi nuovamente sul lettino. Istintivamente inizio ad imprimere un moto circolare al nettare nel bicchiere e i ricordi dell'attacco dello Strisciante mi tornano alla mente.
    Il volto consumato del figlio del Senatore, quell'urlo e la mia mano che lascia la presa sulla spada. Aracus che colpisce l'essere e poi il buio... La ciocca bianca tra i mie capelli è la tacita testimone di quell'esperienza che mai abbandonerà i miei sogni.

    Lo sguardo cade su Ex-Lvce con la speranza di non vedere quel sinistro bagliore azzurro.
    Dovremo fare molta attenzione. Se il Nemico scopre i nostri piani le nostre vite saranno in grave pericolo e questa notte potrebbe riservarci spiacevoli sorprese...
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    Gornova
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    Sciamano
    00 04/07/2003 15:35
    L'ex senatore, serio, vi spiega a grandi linee come aveva organizzato il viaggio.
    Utilizzando le stazioni di cambio di cavalli e viaggiando alla maggior velocità possibile, si può raggiungere Treviri da Roma in circa tre settimane.
    Caio Albertus ha già sistemato questi dettagli e quindi quasi tutto é già pronto in tal senso, però verso la fine del suo discorso, dopo un attacco di tosse dice:
    "C'è un altro problema, in realtà.. oltre al molto probabile interessamento dei nostri nemici al vostro viaggio"
    Il vecchio guarda Marco intensamente e continua dicendo
    "Questa non é una missione ufficiale dell'impero, e per avere tutti gli appoggi possibili, vista anche la vostra passata esperienza, alcune persone nel senato sono state informate del vostro viaggio"
    "E' un vantaggio, visto che se dovreste aver bisogno d'aiuto, il senato potrebbe mandare qualcuno con voi: pretoriano Marco, non protestate. Su queste questioni persino l'imperatore deve sottostare il Senato. Per le apparenze"
    Un altro violento attacco di tosse
    "Dicevo: purtroppo però c'è una fazione all'interno del senato di Roma che é contraria al vostro viaggio, e che ritiene tutto questo un'inutile perdita di tempo.
    Loro però non conoscono le ombre che si nasondono nei più lontani angolo dell'impero.. noi si!"
    Lo sguardo del senatore sembra vagare, come in un sogno, tanto che sua nipote lo osserva preoccupato:
    "Loro hanno ucciso il mio Ceaser Caio.. e questo non glielo permetto... e chissà quali tragedie compieranno aiutati da forze al di là di ... di ..."
    Silenzio.
    Per lunghi attimi cala un silenzio: il brindisi, le parole festose dell'incontro si perdono nell'abisso in cui voi tutti siete finiti, e vi accorgete che in quell'abisso di follia e di paura Caio Albertus vi é immerso da molto più tempo di voi..
    "Quindi.. Falco.. Giusto.. Marco.. Aracus... il silenzioso Gaio.. qualcuno di voi deve prendere parola durante la prossima riunione del senato tra due giorni, e spiegare a coloro che non vedono, le vere ragioni di questo viaggio.. questo forse é un compito ben più arduo di combattere, non credete?"
    "Parlare al senato di Roma..."
    Detamargus e la nipote del senatore sembrano persi nei loro pensieri, mentre il senatore, in un silenzio rotto da qualche debole attacco di tosse, aspetta la vostra risposta.

    Falco

    La Ex-Lvce é normale, nessun segno di pericolo
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    lark
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    00 04/07/2003 16:14
    FALCO

    Le parole del Senatore mi colpiscono in pieno come un pugno.
    Parlare al Senato...
    Un lungo brivido freddo mi corre lungo la schiena e una sensazione di disagio mi coglie.
    Parlare al Senato...

    Chi di noi è il più adatto a prendere parola, a spiegare quanto è oscuro ai più?
    Come si può spiegare qualcosa che nemmeno noi capiamo a fondo?
    Immerso nei miei pensieri, la mia mente vaga a quella notte di quattro anni fa e fredde gocce di sudore mi imperlano la fronte...

    Osservo a lungo i miei compagni finchè il mio sguardo non incrocia quello di Giusto.

    Prendo la parola, alzandomi in piedi.
    "Senatore, quello che ci sta chiedendo richiede una freddezza ed una consapevolezza che non sono sicuro di avere.
    Ma in qualità di Centurione di Roma e detentore di Ex-Lvce mi offro di farlo. Spero che i miei credenziali e quanto ho vissuto mi siano d'aiuto nel momento del bisogno..."

    Lancio uno sguardo agli astanti, per poi tornare a fissare negli occhi il Senatore. Il mio sguardo è fisso e determinato, uno spettro della natura che animava la mia gioventù e che mi ha portato a ricoprire la mia posizione.

    "Ma non spetta a me decidere, preferirei che fosse lei a giudicare ognuno di noi e scegliere chi ritiene più adatto per questo difficile e delicato compito. Non possiamo permetterci errori di sorta e sono sicuro che la scelta che farà sarà sicuramente la migliore..."

    Dopo di che mi risiedo e attendo la risposta del Senatore, chiedendomi come si può convincere chi si ostina a non capire, a non credere a quanto realmente accade e, nell'ombra, trama contro Roma...
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    pkrcel
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    00 04/07/2003 16:46
    Giusto
    Dop oun brevissimo istante di silenzio, Giusto fa seguire la sua voce a quella di Falco.

    "Trovo sensato quanto dice il centurione, egli ha sicuramente delle ottime credenziali, tuttavia mi rimetto anche io al suo giudizio senatore."

    E rispoettosamente il suo sguardo si posa sugli altir astanti, in attesa di un intervento.


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    lark
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    The Last Larkman
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    00 04/07/2003 16:51
    FALCO

    Annuisco alle parole di Giusto.
    La sua saggezza e le sue conoscenze potrebbero essere determinanti in questa situazione. Ma il Senato crederebbe mai ad un cittadino? Non sarebbe possibile parlare entrambi di fronte al Senato?
    La mia autorità e le sue conoscenze potrebbero essere un'accoppiata vincente...
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    Raiden
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    00 05/07/2003 10:39
    "In tutta franchezza, senatore, non credo di essere la persona adeguata per tentare di convincere quei vecchi scettici, soprattutto considerando il fatto che sono direttamente coinvolto nelle questioni imperiali... e tutti sappiamo quanto affetto corra fra queste due istituzioni. In ogni caso, se vorrete designare me per il compito, sappiate che lo svolgerò ugualmente con la massima abilità di cui possa essere capace".

    "Dovrò comunque avvertire i miei superiori della missione, in ogni caso... e, detto fra noi, amici, affrontare un Senato vociante sarà sempre migliaia di volte migliore che avere a che fare con... con... quel..."

    Le parole mi muoiono in bocca, qualcosa mi impedisce di far uscire l'ultima parola, ma sono consapevole dagli sguardi dei presenti che tutti stanno completando la frase con un termine indicante qualcosa che non dovrebbe neppure esistere a questo mondo...

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    AR ADUNAKHOR
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    00 05/07/2003 14:35
    Caio
    Infine rompo il silenzio in cui mi ero chiuso:

    "Reputo che il centurione sia la persona più adatta visto che le apparenze e le credenziali contano molto nell'ambito della venerabile assemblea."

    Poi guardo il senatore e dico:
    "Tuttavia credo che la sua parola debba essere sostenuta dalla tua, senatore, ma anche da chi può essere di sostegno con le sue credenziali."

    poi sorrido:

    "Io no di certo, screditerei le sue parole."

    Avverto dentro di me una certa ritrosia a tutto ciò...le parole di Giusto sul druido e la cosa "strisciante" mi fanno presagire cose orrende per il fututo. Ma non posso tirarmi indietro. Gli incubi vanno affrontati.
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    Gornova
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    Sciamano
    00 05/07/2003 20:48
    Detamargus annuisce alle vostre parole, e quando il senatore parla nuovamente, tutti lo guardate.
    "Penso che Falco sia la persona più adatta a parlare al senato di Roma, tra due giorni. Ma vi avverto di una cosa. Ad una sola persona é stato permesso di parlare alla prossima assemblea..."
    Un violento attacco di tosse interrompe ancora una volta il senatore, e vi é lampante a tutti che non potrebbe tenere un discorso difronte al senato neppure se lo volesse più della sua stessa vita.
    E' sua nipote che parla per lui:
    "I servitori vi daranno tutto quello di cui avrete bisogno, siete ospiti della nostra casa. Mio zio deve riposare, quindi, se ci volete scusare.."
    La bella ragazza, come la stampella di un ammalato, aiuta l'ex-senatore ad alzarsi e ad uscire dal vostro salotto, per allontanarsi nelle profondità della villa.
    Detamargus si alza e vi dice:
    "Io vado alla mi stanza. Sono stanco per il lungo viaggio, ed é meglio riposare un pò"
    Anche il sacerdote di Apollo si allontana.
    Alcuni servitori sono negli angoli bui della stanza, pronti a scattare ad ogni vostro desiderio.
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    Raiden
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    00 06/07/2003 23:07
    "Se non avete bisogno della mia presenza, credo che mi congederò anch'io. Ci vediamo fra due giorni nei pressi del Senato, ma se aveste bisogno di me in precedenza potete benissimo trovarmi agli alloggi dei pretoriani. Buona notte a tutti, amici, e che gli Dei veglino sul nostro sonno!"

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    Badrel
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    00 07/07/2003 00:30
    Aracus
    Ascolto in silenzio il discorso del Senatore e dei miei compagni.

    Si, Falco è sicuramente il più adatto a parlare di fronte al Senato, penso annuendo.

    Osservo il Senatore e sua nipote uscire dalla stanza; ma perchè incontrare tale splendida fanciulla in quasta situazione?! Purtroppo temo che gli eventi mi impediscano di conoscerla, ma adesso ci sono cose più importanti a cui pensare, tra qualche giorno l'avrò già dimenticata.

    Così mentendomi, mi alzo e mi avvicino a Falco:"E' davvero una grande responsabilità, Falco. Forse è meglio che ti prepari il discorso fin da adesso, penso che i Senatori avversi alla missione non aspettino che un tuo errore per poterci mettere i bastoni fra le ruote" dico poggiando una mano sulla spalla del centurione.
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    lark
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    00 07/07/2003 09:38
    FALCO

    "Penso che Falco sia la persona più adatta a parlare al senato di Roma, tra due giorni..."
    Le parole del Senatore mi rimbombano nella testa, facendomi sobbalzare.
    Infine questa responsabilità tocca a me...

    Fisso dritto negli occhi il Senatore, annuendo, prima che il nuovo attacco di tosse distolga il suo sguardo.

    Immagini del Senato mi si affacciano alla mente e una cupa sensazione di disagio mi opprime.
    Parlare al Senato riunito per convincerlo di quanto opprime Roma e trama nell'ombra...
    Nella mia mente scorrono frasi e sensazioni. Che cosa dirò tra due giorni? Cosa proverò davanti al Senato?

    Immerso nei miei pensieri le parole di Aracus mi arrivano lontane e deboli.
    Cerco di focalizzare il pensiero su quanto mi sta dicendo, risvegliandomi dal mio sogno ad occhi aperti.
    "Grazie Aracus, sono consapevole della grande responsabilità che ho scelto di assumere. Sapere che tu mi sei vicino mi da una nuova forza, amico mio...", dico appoggiando una mano sulla sua spalla.

    Poi lo guardo negli occhi e continuo.
    "Ora è meglio che mi ritiri, ho un discorso da preparare e poco è il tempo per farlo. Aracus, pensa un po' di più a te stesso e parlale... Il tempo è poco per tutti, bisogna saper cogliere l'attimo giusto."
    Ammiccandogli mi allontano e mi dirigo verso Giusto e Romeo.

    "Amici, ora è meglio che mi ritiri. Ma prima di andare vorrei discorrere un attimo con voi su quale possa essere la migliore tattica per convincere il Senato dell'urgenza e dell'importanza della nostra missione... Non vi ruberò tempo prezioso, ma se avete impegni più urgenti non importa, qualcosa mi inventerò...", dico sorridendo.
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    Badrel
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    00 08/07/2003 11:22
    Aracus
    Le parole di Falco mi colpiscono... non pensavo di essere stato visto. Arrossisco un poco e poi ripenso a quanto mi ha detto... dovrei parlarle... si forse ha ragione! quando tutti ci ritireremo nelle nostre stanze andro' a cercarla!
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    lark
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    00 08/07/2003 11:56
    FALCO: FALCO

    "Falco, resterei a parlare con te adesso. Ma l'ora è tarda e preferirei affrontare il discorso a mente lucida domani mattina..."

    Con queste parole Giusto e Detamargus si avviano verso casa, lasciando Falco solo, immerso nei suoi pensieri.

    ...

    Non riesco a prendere sonno. L'immagine della Sala del Senato è viva nella mia mente e mi impedisce di dormire.
    Ogni volta che il sonno sta per portare un po' di ristoro l'immagine si ripresenta nei miei pensieri riportandomi alla realtà...
    La notte è stranamente buia, cupa... Più volte durante la notte mi pare di sentire strani rumori e altrettante volte la mia mano corre all'elsa della spada in cerca di sicurezza.
    Vaghe forme indistinte si addensano nei miei pensieri, strani suoni si mischiano ad essi in un vortice di sensazioni.
    Il pensiero fisso del Discorso che dovrò tenere tra due giorni mi attanaglia e non mi lascia dormire. La strana sensazione di disagio che ho provato alle parole del Senatore perdura e i miei pensieri vagano fino a giungere a quella notte di quattro anni prima...
    Com'è cominciato tutto? PERCHE' è cominciato tutto? PERCHE' proprio io?
    Questi interrogativi lasciano il posto alla lucida consapevolezza che un destino crudele è già stato scritto per ognuno di noi. Possibile che siamo soltanto pedine su una scacchiera, possibile che le nostre azioni non siano dettate dalla nostra volontà, ma siano indotte da qualche cosa che nemmeno possiamo immaginare?

    La notte tormentata di Falco finisce finalmente alle prime luci dell'alba. Quelle poche ore di riposo non bastano per lavare via la stanchezza di una notte passata in bianco.

    ...

    Lentamente mi alzo dal mio giaciglio e mi lavo la faccia. La mia immagine riflessa nello specchio è ormai l'ombra di quello che ero un tempo.
    Ormai la mia carriera militare volge al termine, ma ho prospettive ben più alte adesso.
    L'ossessione di Ex-Lvce, di sapere cosa trama nell'ombra però mi impedisce di realizzarmi. E' come un freno, un ostacolo troppo duro da superare...
    Il mio volto mostra ormai i primi segni dell'età. Qualche ruga solca ormai la mia fronte e i capelli iniziano a perdere il loro colorito.
    La ciocca bianca che solca la mia fronte, però, è ancora viva. Un lucido ricordo di quello che ho vissuto, di ciò che ho visto e mai dimenticherò.

    Mi preparo per recarmi all'appuntamento con gli altri. La discussione di oggi sarà impegnativa, ne sono certo.
    Fisso bene al fianco Ex-Lvce e lascio le mie stanze alla volta della magione del Senatore.

    Il tragitto mi sembra vuoto, forse perchè immerso nei miei pensieri. Mi chiedo come farò a convincere il Senato a concedermi l'appoggio necessario.
    E' molto difficile convincere chi non vuole capire, chi non può capire perchè non ha vissuto...

    Con questi interrogativi in mente raggiungo finalmente la tenuta del Senatore e un servitore mi riceve con gentilezza.
    Chissà se anche lui si rende conto di quello che sta succedendo, del fatto che potrebbe non esserci un domani...

    "Signore, il Senatore stamattina è molto stanco e non può ricevervi. Sentitevi libero di fare come foste a casa vostra, per qualunque necessità mi trovate nella stanza qui a fianco..."
    Ringrazio il servitore e mi accomodo, pensieroso.
    Poco dopo mi raggiungono anche Giusto e Detamargus, che dopo avermi salutato, si accomodano e la nostra discussione comincia.

    Passano le ore, parole su parole vengono dette ma nessuna soluzione pare dare la sicurezza di essere presa in considerazione.
    Poi, lentamente, va delineandosi una linea, una guida... Perchè non raccontare loro quanto abbiamo vissuto? Perchè non rivelare loro la verità pura e semplice?
    Forse è un rischio troppo grande, ma vale la pena di correrlo. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma forse ritrovandosi faccia a faccia con la dura realtà anche il più scettico degli uomini potrebbe credere...
    Sì, forse è la soluzione migliore. Ho deciso, allora, affronterò il Senato grazie alla mia esperienza di vita. Non userò strani giri di parole, no, non servirebbero anzi...
    Non ho speranza di metterla sul piano della dialettica con loro, mi sotterrerebbero sotto un fiume di parole inutili e certamente ne uscirei sconfitto.
    Chissà se il Senatore approverebbe la linea che abbiamo deciso di seguire? Penso di sì, anche perchè pare l'unica soluzione.

    Durante tutto il pomeriggio il discorso si protrare. I consigli di Giusto sulle frasi più appropriate, le conoscenze di Detamargus sui giochi di potere e la mia determinazione e volontà di riuscire a convincere il Senato che siamo nel giusto danno infine i loro frutti.
    Il Discorso è steso, ma pronunciarlo dinnanzi al Senato è tutt'altra cosa. Ne sarò in grado? Riuscirò a vincere la soggezione e ragionare a mente lucida colto dal panico?

    La sera giunge in fretta, troppo in fretta...

    "E' ora di andare, amici miei. Ho bisogno di ripassare il Discorso e di un po' di riposo.
    Questa notte è stata terribile, non ho praticamente chiuso occhio..."

    Così dicendo Falco si avvia verso casa. Ora nel cuore ha una nuova determinazione, una nuova sicurezza e una flebile speranza di riuscire a far breccia nell'animo dei Senatori.
    Una nuova luce brilla nei miei occhi e per un attimo l'antico valore di Centurione affiora sul mio volto.
    Se potesse vedersi Falco capirebbe che quell'antico fuoco non è spento, è soltanto sopito ma può ancora divampare come un tempo. Il suo volto è raggiante e il suo animo più leggero...

    Finalmente questa notte lo attende una lunga dormita ristoratrice...
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    Gornova
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    00 08/07/2003 13:58
    21 a.c. – 6° Anno Augusteo – Mattina – 6.30

    La mattina é calda e solare.
    Le strade di Roma, la città eterna sono come sempre affollate di gente. Nel centro siete costretti a continuare aiutati dai servitori, visto che l'uso delle bighe e dei carri é vietato, per il traffico della più grande città dell'impero.
    Il Senato, l'imponente costruzione che rivaleggia solamente con il palazzo dell'imperatore Augusto, é davanti a voi.
    Una lunga scalinata, colma di persone che salgono, scendono, discutono: vedete gente di ogni razza e religione, proveniente da tutto il mondo.
    Salite le scale e accompagnate Falco fin dove potete: in quella stretta stanza dove siete stati quattro anni prima. Nulla sembra essere cambiato: la statua di Scipione l'Africano é ancora al suo posto, ma sentite un gelo dentro i vostri cuori.
    Quello che dirà Falco é fondamentale, lo sapete tutti. La minaccia che avete sfiorato non era diretta contro di voi, ma contro l'Impero: Augusto lo sa, ma il Senato riuscirà a capirlo?
    Falco si avvicina a Caio Albertus, e l'ex-senatore annuisce.
    E' arrivato il loro turno. Falco aiuta il vecchio senatore ad entrare nella sala: due soldati si spostano al loro passaggio e poi chiudono la porta dietro di loro.
    Vi accomodate e scansate con un gesto qualsiasi bevanda offerta dai servitori: Roma non sa che questa potrebbe essere la più importante riunione di sempre.
    Il Senato é infine riunito, e non potete far altro che sperare nell'arte oratoria di Falco.

    [Quanto segue lo dovete leggere tutti.. é quanto dice Falco, che ve lo ripete riportando gli umori dell'assemblea NdG]

    Falco

    Caio Albertus si allontana da te, e con un cenno ti mostra il tuo posto, al centro dell'assemblea.

    "Senatori...", dico inchinandomi al loro cospetto.
    L'atmosfera è talmente carica che la si potrebbe tagliare con un coltello. Sento su di me lo sguardo di tutti i presenti e la cosa mi mette a disagio.
    Non devo pensarci, ho un importante compito da svolgere e non posso permettermi esitazioni...
    Cerco di non pensare a nulla, di svuotare la mente aggrappandomi a tutta la determinazione di cui sono capace.
    "Mi presento, sono Falco, Centurione di Roma e sono qui al vostro cospetto per provare a spiegarvi quali pericoli minacciano Roma..."
    Osservo la reazione suscitata dalle mie parole: alcuni senatori iniziano a borbottare tra di loro, ma é poca cosa, e posso continuare.
    "E' difficile spiegare a chi non ha vissuto in prima persona certe esperienze. Lo scetticismo e la razionalità spesso sono ostacoli insormontabili. Ma quanto ho vissuto quattro anni fa mi ha lasciato un segno indelebile, una ferita che mai si rimarginerà..."
    "Come ben sapete quattro anni fa fui incaricato di recarmi con la mia Centuria nella provincia di Cartagine per far luce su strani eventi e riportare le quiete in quella Regione. Ebbene, è difficile credere a quanto sto per raccontarvi, ma vi prego di prestare grande attenzione alle mie parole..."

    Il mio sguardo vaga nel vuoto, come alla ricerca di quei ricordi che ho scelto di dimenticare, di riporre nel più remoto angolino della mia memoria. Ricordi tetri e terribili che mi hanno cambiato la vita e mi perseguiteranno finchè la mia anima non troverà riposo nel Regno degli Dei.
    "Tutto iniziò, come vi ho già detto, un giorno di quattro anni fa... Ero stato convocato qui al Senato di Roma per discorrere su un'importante questione.
    Quando finimmo mi incamminai verso la strada di casa quando incrociai il Centurio Caio Albertus, figlio del Senatore... Egli pareva estremamente preoccupato, ma lì per lì non gli prestai particolare attenzione. Fu quello che accadde dopo a lasciarmi il segno che tutti voi potete vedere tra i miei capelli..."
    Così dicendo passo la mano tra la ciocca bianca che adorna la mia fronte.
    Lascio che il mormorio dei Senatori cessi e riprendo.
    "Ebbene, quella sera il Centurione estrasse la sua spada dal fodero e rimasi colpito da quel prodigioso evento... La lama riluceva di una fredda luce azzurra, che lentamente andava intensificandosi man mano che ci inoltrammo tra i corridoi e le sale del Senato."
    "Passarono diversi minuti prima che ci trovassimo di fronte ad una pesante porta... La lama inghiottiva l'oscurità attorno a noi illuminando il nostro cammino.
    Entrammo nella Sala e di fronte a noi stava una figura vestita di nero. Un cappuccio celava il suo volto e il suo respiro era roco..."
    "Mai dimenticherò quanto accadde dopo... La luce che la lama emanava si diresse verso l'uomo di fronte a noi e quello che vidi mi gelò il sangue nelle vene.
    Il suo volto, il suo corpo erano completamente formati da vermi che brulicavano... Un orrore senza nome, una paura terribile prese il sopravvento e restai immobile, senza poter muovere un solo muscolo.
    Il Centurione si precipitò contro l'uomo, che rapidamente estrasse da una strana borsa un liquido mortale e gliela gettò in volto. Uno spettacolo raccapricciante, Senatori... In un attimo il volto del Centurione si sciolse, come fosse stato bruciato vivo..."

    Il mio sguardo va ad incrociare quello del Senatore... Immagino il dolore che sta provando in questo momento, ma è necessario affinchè tutti si rendano conto di quanto ci minaccia e vuole schiacciare la Grande Roma...
    Poi i miei occhi vagano per il Senato alla ricerca del loro consenso: sento apertamente come alcuni di loro parlino di me come di un pazzo, e si chiedano che cosa sto facendo davanti a questa assemblea..
    "Io potevo vedere tutto, ma il mio corpo non rispondeva al mio controllo. E' stato terribile, l'impotenza mi ha sopraffatto e ho pensato fosse giunta l'ora in cui la morte avrebbe reclamato la mia anima..."
    "Con noi era presente Aracus, il mio più fedele soldato. Egli, sprezzante del pericolo, raccolse la lama abbandonata dal Centurione e si precipitò verso l'uomo, verso quell'abominio partorito dagli incubi più remoti che albergano nel nostro subconscio.
    Con un abile colpo riuscì a sbilanciarlo ed il successivo affondo colpì l'uomo mortalmente. Lo vidi accasciarsi lentamente al suolo, sibilando parole in una lingua a me sconosciuta... Quanto vidi dopo fu incredibile. L'uomo prese fuoco e di lui rimasero soltanto un mucchietto di ceneri fumanti."
    "Mi ripresi poco dopo, senza fiato e con questa ciocca di capelli bianchi che mi copriva la fronte. Quando detti la triste notizia al Senatore questi mi affidò la magica lama appartenuta al figlio, la Ex-Lvce", dico estraendo la spada dal fodero e mostrandola al Senato tenendola per la lama.
    "L'origine di questa lama si perde nell'alba del tempo. Ho eseguito diverse ricerche sul suo conto, ma non sono stato in grado di risalire al suo misterioso passato..."
    Rinfodero nuovamente la spada e proseguo, facendo finta di non sentire le aperte accuse di un senatore, che mi domanda perché io ho questa lama, e non il soldato Aracus.. già.. perché?

    "Dopo quell'episodio ricevemmo l'incarico di partire alla volta di Cartagine, come vi ho già esposto prima. Con noi salparono anche altri uomini, tra cui il Pretoriano Marco Bellero, dietro diretto ordine del nostro Imperatore..."
    "Giunti a Cartagine ci presentammo al cospetto del Governatore. Quell'uomo era estremamente provato da quanto aveva vissuto, un'esperienza sicuramente terribile perchè era ormai soltanto l'ombra del grande uomo che era stato in passato...
    Lì conoscemmo Romeo Detamargus, Sacerdote del Dio Apollo."
    "Durante la nostra permanenza a Cartagine fui assalito dal Nemico nelle mie stanze. Non ho ancora realizzato come accadde, i miei alloggi erano sorvegliati costantemente dai miei uomini eppure quell'uomo riuscì ad introdurvisi senza che nessuno lo scoprisse..."
    I miei ricordi vagano a quella notte ed il ricordo, ormai lontano, di quegli occhi di ghiaccio mi provoca ancora un freddo brivido lungo la schiena.
    "Quell'uomo mi aggredì e fortunatamente con me era il mio fidato amico Aracus. Dapprima notai un lieve bagliore venire dal fodero di Ex-Lvce e, fortunatamente, riuscii a scansarmi evitando un attacco alle spalle. Afferrai la spada e mi voltai per fronteggiare l'aggressore. Aracus sempre al mio fianco..."
    Tiro un attimo di respiro e torno a rivolgermi all'assemblea riunita.
    "L'uomo, incappucciato anch'egli, stava nell'ombra, pronto a colpire nuovamente. Impugnai Ex-Lvce e il bagliore azzurro divenne fortissimo. Mi sforzai di vedere cosa si nascondeva dietro a quel cappuccio, temendo nuovamente di incrociare quel volto brulicante di vermi striscianti.
    Dapprima quella visione si presentò al mio sguardo, ma con un grande sforzo spinsi Ex-Lvce verso di lui, mostrando la sua vera natura...
    Un uomo bianco, con degli occhi freddi come il ghiaccio mi fissavo sorridendo. Un sorriso malvagio, carico d'odio."
    "Mi gettai nel combattimento, ma l'uomo sembrava schivare facilemente i miei colpi e quelli di Aracus. Senza apparente difficoltà teneva testa a due uomini addestrati nel combattimento.
    Poi mi fissò dritto negli occhi e pronunciò strane parole... Una sensazione di spossatezza mi colse e mi le forze vennero a mancarmi, svenendo.
    Era come sprofondassi in un abisso senza fine. Più mi sforzavo di tornare a galla più affondavo... Il respiro andava strozzandosi in gola e nuovamente quella sensazione di paura albeggiò nel mio cuore.
    Con un grande sforzo riuscii a non abbandonare quelle ultime forze che mi restavano e riuscii finalmente a tornare in superficie..."
    "Fu come svegliarsi di colpo da un brutto incubo. Mi ritrovai a terra, privo di forze, mentre Aracus e il Pretoriano Bellero, sopraggiunto nel mentre, contrastavano lo straniero.
    Questi raccolse la mia lama e, maneggiandola con estrema abilità, ferì i due soldati per poi sparire misteriosamente in un lampo di luce azzurra..."
    "Più tardi mi raccontarono quanto accadde in seguito, perchè persi nuovamente i sensi e li ripresi grazie alle attente cure del Sacerdote di Apollo.
    Decidemmo quindi di recarci ad Iniax, un piccolo villaggio di pescatori dove qualche tempo prima una Centuria guidata dal Governatore in persona era sparita misteriosamente.
    Giunti sul posto trovammo tracce di alcune strani esseri. Porte divelte che presentavano profondi segni di artigliate, strane tracce sul terreno..."
    "Inviai alcuni esploratori a verificare se vi erano minacce e non vedendoli tornare decisi di andarli a cercare. Li trovammo morti, orribilmente devastati da profonde ferite simili a quelle che avevano inferto alle porte del villaggio..."

    Ripensando a quella visione il cuore mi duole ed un profondo senso di colpa mi assale.
    "Senatori, avete mai mandato al macello i vostri cari, i vostri uomini? Ebbene, non vi sono parole per descrivere quanto ho provato quel giorno, ma solo una solitaria tristezza è testimone di quanta infelicità alberga ancora nel mio cuore..."
    Mi fermo per un minuto o due, mentre l'ordine all'interno del Senato viene ristabilito: sto forse perdendo la loro attenzione?
    Tiro un lungo sospiro e guardo ancora una volta in direzione del Senatore, cercando il suo sguardo, il suo assenso.
    Poi proseguo...
    "Ebbene, i corpi dei miei uomini giacevano all'imboccatura di una caverna nella quale ci inoltrammo. Poco dopo scoprimmo una strana apertura sul pavimento. Pereva una polla di liquido nero, oleoso... Osservandola meglio notammo che si intravedeva una strana sala dall'altra parte, con alte colonne.
    La terra iniziò a tremare e il soffitto crollò impedendoci la fuga... Non avendo altre opzioni ci infilammo nell'apertura, ma alcuni di noi non riuscirono nell'impresa, restando bloccati dall'altra parte.
    Nella sala vi era un uomo, alto e magro. Ci disse che la nostra Grande Roma era nulla, un granello di polvere in confronto alla potenza di Atlantide!"
    La parola Atlantide, pronunciata con tono deciso, rimbomba tra le volte della sala generando stupore tra gli astanti.
    Un senatore si alza e urla verso di me:
    "Cosa dici? Come osi nominare un luogo, un sogno che é frutto di un poeta? Atlantide non esiste!"
    Sento chiaramente che la sala mormora, approva, si confronta su questa idea..
    Attendo che le voci cessino, attirando l'attenzione del Senato sulle mie parole.
    "Ebbene sì, Atlantide ci disse... Un mito che torna in vita? Una finzione? Per quanto mi riguarda non gli credetti, ma ebbi modo di ricredermi in seguito.
    Durante la lotta che seguì riuscii a colpire mortalmente l'uomo che fino alla fine continuò a ripetere che la nostra fine era vicina... Prima di iniziare lo scontro l'uomo estrasse uno strano oggetto dalla tunica che indossava e da questo partì un raggio di luce azzurra che si infranse su una colonna, mandandola in mille pezzi! Quale potente arma conosciuta può creare un simile danno? La magia, vi rispondo... E' difficile credere a tutto questo, io per primo non volevo accettarlo. Ma quanto successe dopo mi obbligò mio malgrado a credere..."

    "Durante la lotta l'uomo colpì Aracus al braccio col la sua mano, avvolta da uno strano alone nerastro. Il contatto causò al mio fedele seguace l'intorpidimento e l'avvizzimento del braccio. Provvidenziale fu l'intervento del Sacerdote che riuscì ad evitarne la perdita."
    "Proseguimmo, mentre la discordia e lo sconforto si impadroniva dei nostri cuori, fino a giungere in un'immensa caverna sotterranea... Imponenti palazzi e costruzioni erano ovunque, tracce di un antico splendore che ormai non è più.
    In centro alla città dimenticata davanti ai nostri occhi vi era una strana piramide con il simbolo di Atlantide su di essa... Non volevo crederci, non potevo..."
    "Poi tutto successe in un attimo, un'apertura si aprì in essa e ne uscì un orrore che persino la mia mente si rifiuta di ricordare... Una terribile paura si impadronì di tutti noi e non so bene cosa accadde dopo. Ricordo soltanto la voce di Aracus che diceva: usa quell'arma, distruggilo...
    Poi un lampo e il buio."

    "Mi risvegliai in un letto, a Cartagine. Tutti quelli che erano con noi non hanno ricordo di quanto accadde dopo, ma una cosa è rimasta ben impressa nella nostra memoria: quella sensazione di paura, di morte la ricorderemo sempre! Probabilmente gli Dei ci assistettero, ma non sarà sempre così Senatori..."

    "Proprio per questo dobbiamo recarci ad incontrare Astrifone Argus, per sapere cosa minaccia tutti noi, cosa vuole distruggere il nostro Grande Impero!
    Vi prego, Senatori, concedeteci il vostro aiuto. E' fondamentale per riuscire a rimandare la loro venuta, per impedire il ritorno di antiche potenze senza nome..."
    Guardo i Senatori negli occhi, uno ad uno, soffermandomi su quelli che paiono più indecisi.
    Il mio sguardo è freddo e determinato, il mio cuore batte come non mai, sento il sangue pulsare nelle vene e il bisogno di respirare a pieni polmoni...

    "Quanto minaccia Roma minaccia noi tutti, loro sanno e sicuramente cercheranno di impedirci di compiere la nostra missione. Per quanto grande e potente sia il nostro esercito non può nulla contro di loro...
    Ma so che tra noi ci sono uomini di grande valore e grande coraggio in grado di opporsi alla loro venuta, in grado di combatterli.
    So che è difficile credere alle mie parole, ma credo di aver dimostrato più volte il mio impengo per proteggere Roma durante questi quattro anni di vittorie contro i Barbari che minacciano il nostro Grande Impero. Vi chiedo di fidarvi, di non essere ciechi e rifiutarvi di vedere quello che è il vero Nemico, la più grande minaccia che da secoli a questa parte trama nell'ombra preparando il loro ritorno.
    Siete liberi di ritenermi un pazzo, di giudicarmi folle. Ma vi prego, non sottovalutate questa minaccia, la più grande che Roma sia mai stata costretta a dover affrontare. So che tra di voi ci sono alcuni che sono scettici e che non vogliono credermi. Se questi hanno a cuore il loro futuro, quello di Roma e dei loro cari li prego di non opporsi a questa decisione perchè se loro ritornano non ci sarà più futuro, nè per loro nè per tutti..."

    "Con questo concludo, vi prego di perdonare il disturbo ed il tempo che ho sottratto alla vostra attenzione. Ma il tempo stringe e potrebbe già essere troppo tardi. Il Nemico potrebbe aver trovato Astrifone Argus e le nostre possibilità di conoscere, di sapere cosa minaccia Roma e noi tutti, potrebbero assottigliarsi drasticamente ed impedirci di contrastarli..."

    Detto questo mi inchino e saluto come da etichetta. Dopo di che volto i tacchi e mi avvio verso l'uscita della Sala del Senato, carico di paura e di preoccupazione. Se non fossi riuscito a convincerli tutto sarebbe estremamente difficile e la nostra esistenza diventerebbe tanto inutile quanto breve...

    Lancio un'ultima occhiata al Senatore e varco la soglia dell'uscita. Tiro un profondo respiro ed attendo con il cuore colmo di speranza.
    Il senatore sorride tra un colpo di tosse e l'altro, e mentre rivedo il miei compagni, posso dire di aver dato tutto me stesso in questo discorso..
    Ora non resta che attendere il responso dell'assemblea.

    Passano le ore, mentre la discussione prosegue.
    Poi la porta si apre, e quando é quasi sera, e la tensione ha raggiunto il massimo, un senatore, aiutando Caio Albertus, annuncia quanto segue:
    "Il Senato di Roma, con la benedizione dell'Imperatore Cesare Ottaviano Augusto delibera che Falco, con un gruppo di pochi uomini, visti i precedenti, si rechi da questo indivino nella Gallia, il prima possibile, e mandi un rapporto a questa assemblea al più presto. Buona fortuna"
    L'ex senatore si appoggia a sua nipote, sorride e dice:
    "Ce l'hai fatta Falco.. ce l'abbiamo fatta!"
    L'altro senatore, non degnandovi di uno sguardo, ritorna nel Senato, al governo dell'impero.
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    lark
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    Città: PINEROLO
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    Sesso: Maschile
    Nuclearizzato
    Saggio
    The Last Larkman
    Discepollo Imperiale
    00 08/07/2003 14:31
    FALCO

    Tiro un lungo sospiro e mi sento improvvisamente più leggero.
    L'attesa, carica di tensione, mi è parsa infinitamente lunga...

    Un grido liberatorio mi sale dentro, la gioia di essere riuscito nella mia impresa è tanta. Rivolgo una caldo sorriso al Senatore ed ai miei compagni.
    "Grazie amici, ma quanto è successo non è soltanto merito mio. Se non fosse stato per voi che mi siete stati vicini non ce l'avrei mai fatta..."

    Dopo di che mi ricompongo e mi rivolgo agli altri.
    "Ora basta gioire per questo piccolo traguardo. Abbiamo un lungo viaggio da compiere, meglio darsi da fare con i preparativi..."

    Non è che non voglia stare con loro, anzi. La gioia e la soddisfazione sono grandi e il mio corpo freme a causa della tensione nervosa che va lentamente scaricandosi.
    Ma sento il bisogno di starmene un po' da solo, di una lunga passeggiata tra i colli romani...
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    pkrcel
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    Saggio
    Nuclearizzato da Praga
    00 08/07/2003 17:24
    Giusto
    Prima che Falco se ne vada, un calorosa stretta al braccio è il modo più genuino di complimentarsi..."Sapevo che sareste stato all'altezza del compito, Falco, che gli dei ora ci assistano come in precedenza."

    Detto questo, forse è il caso di fare quel discorso con Romeo Detamatgus...[visto che nella precedente FFZ non ho avuto indicazioni in merito....GOR dimmi quando e dove detamargus vuole incontrarmi, che risolviamo via FFZ]

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