00 28/06/2005 09:18
Secondo il mio modesto parere, qui stiamo parlando di eccessi in tutti i casi, credo che inscatolare in categorie le persone sia un fatto sbagliato a priori, ogni persona è particolare e diversa per sua natura o per la storia che ha vissuto, la questione per me va un po ridimensionata. Il giocatore di ruolo non puo essere sempre classificato come al di fuori della società, e disadattato, dipende come interpreta il gdr, chi vive il gdr come svago è un conto, chi vive solo per il gdr o comunque ha una sua vita, ma la cosa più importante per lui è il gdr è un altro. Credo che si sbagli dall' inizio se si considerano tutti i militari una categoria di persone, e stesso discorso vale per noi giocatori di ruolo.
Sinceramente ho conosciuto giocatori di ruolo, che si possono definire disadattati, ma questo non vuol dire che chi gioca lo deve essere per forza, forse è vero, anzi ne sono sicuro anch'io che la percentuale dei disadattati che giocano ai gdr è più alta che in altre realtà, ma questo credo che sia un' aspetto che è parte del gdr stesso, perché questi tipi di giochi, da la possibilità alle persone di identificarsi in altre personalità, di solito ben differenti da quello che sono in realtà, insomma fa spaziare la fantasia e per chi non è ben inserito nella società è uno dei pochi modi per riuscire ad inserirsi in qualche gruppo, ma non credo il contrario ossia che chi gioca ai gdr, poi non si inserisca nella società a meno che questo non lo "prenda" del tutto. Ad esempio il gruppo in cui gioco è formato da un progammatore di computer della provincia, un finanziere, una psicologa, un chimico, due universitari (ingegneria e programmatore elettronico), e il nostro master che è un prete. E se devo dire nessuno di noi è disadattato, anzi siamo tutti impegnati oltre al lavoro in qualcosa e abbiamo tutti parecchi amici.