00 05/02/2007 20:39
per prima cosa cerchiamo come in ogni buona discussione che si rispetti di definire i termine della discussione:

D&D nel corso dei tempi ha avuto moltissime incarnazioni schematicamnte si può dire:

All'inzio vi era il vecchio d&d (scatola rossa,blu,verde,nera e dorata)

poi ci fu AD&D

ed alla fine è venuto D&D d20 system ( 3 e 3.5)


questi tre sistemi non sono tra loro ne simili ne compatibili quindi se vogliamo ragionare (ed eventualmente criticare ) uno di essi guardiamo quello e basta.

Nella discussione mi sembra che si salti continuamente dall'uno all'altro come se fossero sistemi uguali ma non lo sono assolutamente.

ora io gioco a d&d (e piu o meno ad ogni altro gdr pubblicato) dal lontano 1987 (ho ancora la vecchia scatola rossa custodita più o meno come un preziosa reliquia [SM=x77414] ) e quindi posso dirvi con buona certezza che il d20 (ossia la 3 e la 3,5) sono state una vera e propria rivoluzione per D&D (che anche io avevo abbandonato come molti di voi trovandolo limitante) che ne ha cancellato un buon 80% di stupidaggini che vi si trovavano quello che è rimasto (e che è corregibile con pochissim aggiunte spesso mutuate da altri giochi d20) è ottimo ed assolutamente non limita il giocatore.

Il problema è che il d20 cerca di offrire un ampio spettro di possibilità dallo sword& Sorcery (es conan) al fantasy classico (es dragonlance) ai mondi sgravati (es Forgotten Realms) sta a l master d al gruppo decidere con che stile giocare la loro campagna ed usare delle regole ed un ambientazione adeguata.

Ovviamente se il master permette ad i giocatori di usare tutti i manuali d20 come se fossero una lista della spesa è ovvio che i giocatori riescano a fare delle combinazione sgravate ( es le classi di prestigio sui manuali di forgotten sono notevolemnte più potenti della altre ma questo è solo perchè sono tarate per il livello di potere medio di quella ambientazione che è molto alto se uno permette di giocarsele in Dragonlance o Ebberon sconvolgono l'intera ambientazione )

Ma li la colpa non è del regolamento ma del master


Marsilius