00 20/01/2006 00:53
“Tutto a posto Charlie?”
Charlie non risponde. Guarda la sua tazza di caffé con gli occhi spenti mentre la sua sigaretta si consuma nel portacenere. I suoi pensieri si affannano in vicoli scuri e squallidi. Quanti cadaveri hai trovato in luoghi come quelli, eh Charlie? Non può fare a meno di pensarci, quando ci passa davanti. Deve fermarsi a guardare, a pensare, per qualche secondo. Più la lista si allunga, più la nausea cresce. Cadaveri seminati dai mafiosi, dai delinquenti, da lui stesso.
Non può fare a meno di pensarci. “Fermo” gli aveva urlato, ma quello non si era fermato. L’aveva guardato con uno sguardo animalesco, pieno di vita, lui giovane, scattante e nero. Appena quindicenne. Bellissimo. Veloce. Troppo veloce. In un secondo è su di lui, Charlie senti il suo fiato sul suo volto. Puzza di alcool e tabacco, odori di un’infanzia rubata. Charlie vede una lama d’acciaio luccicare nelle mani del ragazzo. Il suo istinto fa il resto. Lo sparo gli rimbomba nelle orecchie e qualcosa di caldo gli scivola sul corpo e gli bagna la camicia. Dio era solo un ragazzo. Dio.
“Come si ci sente ad uccidere una persona Charlie?” domanda del cazzo. Il tipo di domanda a cui non vorrebbe mai rispondere. La domanda che suo figlio non dovrebbe mai fargli. Se avesse un figlio. Se avesse una famiglia da cui tornare in questa fredda notte nella città degli Angeli. Il suo lavoro lo ha consumato, lo ha reso cinico e senza speranza. Non vuole mettere a mondo altre persone per farle vivere in questo inferno mascherato da paradiso.
Charlie manda giù la sua medicina per la memoria. Per dimenticare intendo. Ma non basta.
Aspira dalla sigaretta, tossisce, sputa. Sa che prima o poi quella roba lo ucciderà, ma non importa. Ha vissuto abbastanza, ha visto abbastanza per tre vite a venire. Ci credeva quando era entrato in polizia, pensava veramente di poter fare qualcosa per gli altri. La sua promozione ad ispettore, tutti quegli arresti. Ma poi si era reso conto. La polizia è corrotta. I politici sono corrotti. I giornalisti sono corrotti. La città stessa è marcia al suo interno, infestata da parassiti che le succhiano il sangue. E, dietro il paravento di perbenismo, gli stupri, la droga, le puttane bambine e il ragazzo nero.
Alcuni sopportano o fanno vinta di non vedere, ma Charlie non ci farà mai l’abitudine. I tempi cambiano, dice la radio. Si ma gli stronzi rimangono sempre gli stessi. E non andranno mai dentro.