00 21/06/2005 19:15
Secondo me il tuo discorso è un pò sofistico. Io ritengo come te che in entrambe le posizioni ci possano essere persone con dei problemi e altre persone perfettamente inserite nella società e anzi in un certo senso "vincenti". Ma il tuo discorso sembra comunque lasciare spazio a un dubbio: non tutti i giocatori sono così, però... così poi come? Se essere inseriti nella realtà è uniformarsi ad un comportamento, allora per essere normali tutti a spaccarci la testa in disco, tutti vestiti uguali e bere coca-cola? Io ho conosciuto tanti giocatori di ruolo, e tanti altri che si definiscono "normali". Normali per chi, poi. Chi ne stabilisce il criterio? Forse i grandi poeti che studiamo oggi furono un tempo definiti "non ben inseriti". Fatto sta che loro sono rimasti nella storia. Stiamo parlando di un gioco, è vero, ma anche la letteratura nasce come gioco, come strumento di evasione dalla realtà. Tutti gli uomini hanno bisogno di questa evasione e chi rifiuta questo bisogno, ecco questo è davvero pazzo (e prima o poi pazzo lo diventa, o perlomeno disadattato).
Se chi cerca evasione lo facesse sempre coi gdr, invece che con le pasticche tanto per fare un esempio facile e banale, o con le risse negli stadi, o con gli ideali politici, o con la GUERRA, visto che anche di questo si parla, saremmo tutti più normali...