Ah...è quella di cui vi parlavo settimana scorsa allora!
Bene, bene, bisogna organizzarci per andare!
Qualche info dal sito:
La Mostra, preparata dal Prof. Venceslas Kruta dell’Ecole Pratique des Hautes Etudes alla Sorbona di Parigi e dal Museo Nazionale di Praga con la collaborazione di altri Musei e Istituzioni nazionali, illustra i momenti salienti di otto secoli di storia dei Celti di Boemia e di Moravia: l’emergere di una società aristocratica caratterizzata già dal finire dell’ VIII secolo a. C. da tombe principesche a carro e da intensi contatti con il mondo mediterraneo; la nascita di un grande e potente conglomerato etnico dal potere centralizzato, che si può associare al nome dei Boi perpetuato fino a oggi dalla Boemia, il Boiohaemum, “la patria dei Boi” degli autori antichi; la migrazione dei Boi in Italia e la costituzione, nei territori lasciati vuoti, di un nuovo insieme etnico attribuibile probabilmente ai Volci Tectosagi che le fonti situano nella “foresta Ercinea” cioè la ” foresta delle querce,” il massiccio forestale di cui fa parte anche la Boemia; il ritorno dei Boi d’Italia nei paesi di origine, dopo la vittoria di Roma e il conseguente sviluppo, dalla prima metà del II secolo a.C., di una rete pianificata di abitati fortificati, gli oppida; infine il declino della potenza boica , definitivamente schiacciata dall’invasione dei Marcomanni germanici nella seconda metà del secolo seguente. Oltre novecento oggetti, selezionati in una trentina di musei o appartenenti a prestigiose collezioni private, documentano gli aspetti più significativi di questa storia, della vita quotidiana, delle arti e delle credenze.
Tra i pezzi eccezionali: il giogo decorato di una pariglia da una tomba principesca a carro del VII sec a.C.; a testimonianza dei contatti mediterranei una sorprendente imitazione di una coppa greca; sontuose oreficerie e fibule configurate della seconda metà del V sec. a. C.; un centinaio di parures femminili dal deposito votivo della “sorgente dei Giganti “ a Duchcov; altri manufatti che dimostrano la straordinaria abilità degli artigiani del ferro e del bronzo; la famosa guarnizione di bronzo della brocca di Brno-Malomerice, un’opera tra le più rappresentative e riuscite dell’arte celtica al suo apogeo; gli utensili degli artigiani e degli agricoltori, straordinariamente simili a quelli utilizzati fino all’introduzione delle macchine; le ceramiche dalle forme varie e eleganti; i bronzetti dell’arte degli oppida; i ferri da cavallo e altre testimonianze della vita quotidiana; infine, la testa in pietra del druida o del dio di Msecke Zehrovice, forse la scultura celtica più nota e riprodotta in tutte le opere consacrate all’arte dell’Europa antica.