00 27/02/2004 15:13
Re: Re: Re:

Scritto da: Vittek 21/02/2004 16.14


Sì, c'è, solo che la storia a quanto ho capito è questa: il tal cavaliere aveva capito che la guerra non porta a niente e aveva infilato la spada nella roccia e si era ritirato a fare l'eremita... solo che al tempo delle crociate questa cosa era il contrario di quello che serviva alla chiesa, quindi hanno stravolto la sua storia creado Rè Artù che prende la spada nella roccia e va a combattere "il male", o qualcosa del genere...




Su San Galgano posso provare a dare io delle delucidazioni, essendo amico di un sacco di membri del gruppo storico omonimo e “allievo” del professore che sta attualmente svolgendo i lavori sulla spada nella roccia nella «Rotonda di Montesiepi» in Toscana (per la precisione a Chiusdino-Siena).

La storia di San Galgano è in effetti “strana”.
Un cavaliere nobile, che dopo anni di guerre, abbraccia la fede e pianta la spada nella pietra per adorarla solo come crocifisso è nota, ma ha dei lati molto “mysteriosi”.
Questa, infatti si intreccia con quella di Re Artù e con quella di un discendente dei Nobili di Aquitania (e quindi dei Templari) di cui rimane una alabarda e un elmo (San Gugliemo).

Piccola nota storica: il Ciclo Bretone su Re Artù nasce in Francia con Cretienne de Troyes, un bardo/cantastorie/trovatore che prima di diventare “famoso”, pare abbia fatto un viaggio in Italia (il Grand Tour tipico del medioevo).
Sappiamo che su una delle porte esterne del Duomo di Modena c’è un bassorilievo dedicata a Re Artù, che risale a diversi decenni PRIMA della diffusione del ciclo!
Il Gruppo Storico San Galgano ha notato che alcuni termini della antica toponomastica medioevale delle zone intorno a Chiusdino, ricordano molto la terminologia di Re Artù (Abalon-Avalon, Galgano-Gawain, etc).
C’è quindi la possibilità che il buon Cretienne de Troyes, abbia raccolto e rielaborato una serie di storie nel suo viaggio in Italia, e abbia poi cominciato a cantarle nelle corti Italiche, e poi Francesi dove sono diventate “famose”.
Ma a parte questo mistero “letterario”, esistono altri mysteri: a cominciare dal fatto che il corpo di San Galgano non è mai stato ritrovato.
Esiste solo la reliquia della testa.
Durante le indagini svolte dal Prof. Luigi (Gigi) Garlaschelli (Università di Pavia e noto membro del Gruppo Sperimentazioni CICAP) con il patrocinio della rivista FOCUS, hanno rilevato con il geo-radar una cavità poco distante dalla spada (sempre dentro la “Rotonda di Montesiepi”) che potrebbe essere la tomba perduta. Se al suo interno si ritrova un cadavere senza testa, siamo sulla buona strada (poi basta fare un esame al DNA che costa solo 250 Euro).
Il problema è che la sovrintendenza non ha i fondi per attuare lo scavo (svariate migliaia di euro), per cui il professore è dovuto andare alla ricerca di sponsor privati e gli scavi si sono sospesi per un po’. Forse c’è un “centro studi” interessato ad eseguire gli scavi... chissà... magari tra qualche mese vi saprò dire di più.
Comunque vi sono anche delle analisi “certe”: la spada è del XII secolo, come vuole la leggenda. Nella rotonda erano conservate delle braccia mumuficate, che si credevano essere quelle di un ladro che provò a rubare la spada nel XVII secolo, in realtà al carbonio 14 sono risultate pure quelle dell’epoca della spada, per cui il Prof. Garlaschelli ha provveduto a farle mettere in una teca.
La spada è stata spezzata 2 volte nel secolo appena passato, da altrettanti vandali/pazzoidi. I restauri condotti però hanno fatto un sacco di danni (hanno versato del cemento sulla roccia, per “ingabbiare” il moncone di spada). Alla fine quindi non si sapeva se il moncone e la lama erano quelle originali.
Il Garlaschelli ha cominciato liberando dal cemento “il ferro” e a condurre carotaggi ed analisi metallurgiche e al microscopio (sul profilo) per stabilire se erano la stessa spada o meno. Poi ha cominciato a recuperare tutto quello che c’era sulla vita del santo ed ha scoperto che la sua storia ricalca quella di un altro personaggio, pure lui eremita e pure lui nobile: San Guglielmo di Chiaravalle (probabilmente un discendente della casata D’Aquitania). Qui il mistero si fa più intrigante, perché la casata D’Aquitania è una delle principali ad aiutare i Templari e dalle parti di Siena (e di Chiusdino) vi sono segni ben precisi della loro presenza (assieme ai quella dei Cavalieri di Malta, caso abbastanza raro).
Ad ogni modo, le indagini hanno portato a scoprire che la lama fino agli anni 20-30 (del 1900) era perfettamente estraibile (d’inverno), ma poi hanno versato del piombo fuso nella fessura per bloccarla!
Cari giocatori, qui le possibilità di fare avventure Cthulhoidi è enorme.

Pura nota di curiosità: l’indagine su San Gugliemo/Galgano ha portato a scoperte “strane” che hanno portato uno dei ricercatori (Federico Federighi) in un monastero di suore a CUBA!

Per saperne di più:
www.luigigarlaschelli.it/spada/spada.html
www.cicap.org/articoli/at101737.htm