Il Nucleo - GdR Il Forum della Comunità Italiana che tratta solo Giochi di Ruolo in ogni loro aspetto.

DUNIA - Religioni e magia

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    J. P. Polnareff
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    00 23/12/2004 20:22
    un Norv che invoca uno zombie? [SM=x77430]

    dobbiamo fare chiarezza su questa magia.



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    Meliamne
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    00 23/12/2004 20:30
    Sì, ma non ti aspettare che sia io a fare chiarezza, perché sono io quello che non ha ancora capito niente di questo sistema, e che non condivide quel poco che ha capito (senza offesa per nessuno).
    Infatti, non credo che collaborerò a questa parte del progetto.
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    J. P. Polnareff
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    00 23/12/2004 20:32
    non piace neanche a me questa magia, però o la si accetta, o se ne propone un'altra



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    Meliamne
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    00 23/12/2004 20:43
    No, hai frainteso. Non la condivido, non ho da proporre qualcosa di veramente originale, e quindi lascio fare a voi che avete le idee chiare (o perlomeno più chiare di me).
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    J. P. Polnareff
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    00 23/12/2004 20:53
    no, non ho frainteso, se non la condividi, cerca (cerchiamo, perchè neanche io la condivido) di trovarne una migliore



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    Meliamne
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    00 23/12/2004 23:42
    Ah. Allora scusami.
    Il punto è che non so come fare. Non mi viene in mente niente di veramente originale. Posso spremermi le meningi, ma non esce niente di meglio.
    Alla fine, questo è un sistema magico, che, per quanto non condivisibile, è originale,
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    J. P. Polnareff
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    00 23/12/2004 23:46
    il fatto è che io non lo vedo neanche originale



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    Meliamne
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    00 23/12/2004 23:49
    Vabbé, vedo che cosa può uscire dalle teste mie e dei miei amici durante queste vacanze.
    Il punto è che, secondo me, sarebbe opportuno fare delle scuole molto diverse tra di loro.
    Oppure si fanno delle scuole che agiscono su cose diverse con sottoscuole che agiscono in maniera diversa. O viceversa. Che ne pensi?
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    J. P. Polnareff
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    00 23/12/2004 23:55
    [SM=x77430]


    un esempio pratico?


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    Meliamne
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    00 24/12/2004 00:02
    Per fare i 4 elementi (scusa la banalità)
    Scuole (rappresentano le cose che si manipolano):
    Fuoco
    Aria
    Terra
    Acqua
    Sottoscuole (rappresentano il modo in cui si manipolano le cose di cui sopra):
    Creazione
    Trasmutazione
    Telecinesi
    Negazione
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    J. P. Polnareff
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    00 24/12/2004 00:12
    niente di originale purtroppo...

    serve qualcosa di rivoluzionario...[SM=x77418]



    [Modificato da J. P. Polnareff 24/12/2004 0.12]

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    Meliamne
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    00 24/12/2004 00:20
    L'esempio era banale, perché l'ho voluto fare così.
    Penso che l'importante sia trovare 4 (come i soli) costituenti della realtà originali.
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    Meliamne
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    00 24/12/2004 00:35
    Ad esempio, ci vorrebbe qualcosa che si occupi dello spazio-tempo (al limite queste due si possono separare); qualcosa della realtà inanimata; qualcosa delle creature viventi (al limite si possono includere qui le varie illusioni).

    Per le sottoscuole, ci vogliono necessariamente crazione e distruzione. Poi possiamo mettere qualcos'altro.
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    Meliamne
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    00 03/01/2005 12:22
    Ma noi non dovevamo fare solo l'ambientazione?
    E allora, perché ci stiamo arrovellando su questa magia? Troviamo quattro campi della magia, li abbiniamo ai soli e abbiamo finito.
    Anche perché non mi è venuto niente di particolare in mente.:(
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    Dwarfolo
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    00 03/01/2005 13:43
    Vi lancio li sul tavolo un'altra idea .....

    La Magia nei GdR ha al 90% una concezione classica basata sul "sapere". Ci sono scuole di magia (focalizzate o meno su alcuni aspetti di essa), ci sono formule o rituali magici (che occorre conoscere) e la magia è organizzata in "blocchi" finiti noti ai più come Incantesimi, ognuno dei quali ha dei suoi limiti ben definiti e producono uno o più effetti cmq prestabiliti.
    Insomma la magia nella visione classica è una sorta di SCIENZA organizzata in un sistema organico tassonomicamente classificato ... come se fosse Matematica, Fisica, ecc...

    Una visione meno classica è quella che vede la magia come un qualcosa che semplicemente ... ESISTE. Un fenomeno, o un insieme di fenomeni, che fa sempre parte della natura intrinseca dell'universo, ha cmq un insieme più o meno vasto di regole (o leggi naturali) che lo governano, ma le sue manifestazioni possono anche essere "spontanee" e le leggi che governano il fenomeno possono anche essere assolutamente "ignote" a chi sfrutta gli effetti del fenomeno.

    Facciamo un paio di esempi tanto per capirci meglio ....
    Ognuno di noi sa che se si lascia cadere un sasso da un balcone, il sasso cadrà inevitabilmente verso il suolo. La conoscienza da parte nostra di come si svilupperà questo fenomeno esula completamente dalla conoscienza (sempre da parte nostra) delle leggi sulla forza di gravità. SAPPIAMO e accettiamo il fatto semplicemente sulla base di considerazioni "empiriche"; ovvero abbiamo visto tante di quelle volte cadere un oggetto verso il suolo, da "sapere" che gli oggetti cadono se abbandonati a se stessi.
    Ora immaginiamo che in virtù della presenza NELLA natura della magia, le nostre esperienze "empiriche" (il senso comune in sostanza), ci dica che se lasciamo cadere il sasso pensando nel frattempo ad una piuma (ad esempio costruendo l'immagine della piuma nella nostra mente) il sasso non cada più verso il suolo ma cominci a galleggiare nell'aria. Non sappiamo per quale ragione scientifica il fenomeno si sviluppa in questo modo, ma anche un bambino sa per esperienza che pensando a qualcosa di leggero mentre si lascia il sasso questo non cade più.

    Questo esempio banale ci dice che nella vita di tutti i giorni sperimentiamo le leggi naturali accettandole per quello che sono, senza porci il problema della CONOSCIENZA delle leggi stesse. In alcuni casi arriviamo a oltrepassare la sperimentazione passiva (l'osservazione pura e semplice della natura) per passare ad un UTILIZZO attivo di questi fenomeni ma SEMPRE senza porci il problema della conoscienza delle leggi che lo governano. Quello che facciamo in questi casi è utilizzare una Tecnologia. Qualsiasi fabbro sa forgiare una lama, ma nessun fabbro si sogna di sapere quali sono le interazioni atomiche che avvengono scaldando il metallo. Sa che il metallo diviene malleabile e duttile se scaldato a sufficienza, ma non ha la minima idea del perchè.
    Estendendo l'esempio precedente, se il fabbro sapesse (per esperienza e non per scienza) che se lavora la lama di notte, quando c'è luna piena e utilizzando un maglio d'argento, la lama che ne risulterebbe avrebbe la capacità di sprigionare fuoco quando colpisce, ecco che avremmo inserito l'USO INCONSAPEVOLE della magia anche nel semplice lavoro dell'artigiano.

    Bene, dopo tutto questo preambolo arriviamo ad alcune considerazioni su come trasporre in gioco questa visione della magia. Non so che sistema di regole deciderete poi di usare, ma in linea di principio si potrebbe pensare di tradurla cosi:

    USO DELLA MAGIA == TECNICA o TECNOLOGIA

    Se userete un sistema ad abilità/talenti/vantaggi, si potrebbe pensare che a determinati livelli di questi tratti del personaggio, questi abbia la possibilità di scegliere di apprendere una o più tecniche particolari. Queste tecniche gli consentiranno di ottenere effetti che agli occhi di un individuo della nostra realtà sono impossibili o paradossali, ma per un individuo appartenente alla realtà di questa ambientazione sono invece NATURALI (anche se estremamente difficili da ottenere).

    Abilità Guarire: quando questa abilità raggiunge un certo livello il personaggio potrà scegliere di apprendere alcune tecniche che gli consentono (ad esempio) di rimarginare le ferite dei pazienti in modo rapidissimo.

    Abilità Nascondersi: quando questa abilità raggiunge un certo livello il personaggio potrà scegliere di apprendere alcune tecniche che gli consentono (ad esempio) di diventare perfettamente invisibile.

    Abilità Lanciare coltelli: quando questa abilità raggiunge un certo livello il personaggio potrà scegliere di apprendere alcune tecniche che gli consentono (ad esempio) di lanciare coltelli ad una distanza doppia, tripla, quadrupla (o quello che si ritiene opportuno e bilanciato), oppure di lanciarli in modo che colpiscano sempre ed automaticamente il bersaglio.

    Questi sono solo esempi, bisognerebbe studiarne di validi ed esotici per ognuna delle abilità/talenti/vantaggi che deciderete di usare. Inoltre bisognerebbe stabilire delle leggi NATURALI secondo le quali i fenomeni della realtà di Dunia differiscono dalle normali leggi fisiche del nostro universo (e sotto quali condizioni). Queste leggi rappresentano se volete la conoscienza VERA (la magia) che i personaggi di questa ambientazione non avranno necessariamente bisogno di apprendere per USARE la magia stessa.


    Dwarfolo
    "La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (Salvor Hardin, sindaco della Prima Fondazione)

    [Modificato da Dwarfolo 03/01/2005 13.46]

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    Meliamne
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    00 03/01/2005 13:49
    Il punto è ce noi non vogliamo associare nessun tipo di regolamento a questa ambientazione, al limite consigliarne uno o due.
    E poi, la cosa importante è associare ad ogni sole una scuola (o branca, sezione, anima) di magia.

    Comunque è molto interessante ciò che ha scritto.
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    Dwarfolo
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    00 03/01/2005 13:56
    Re:

    Scritto da: Meliamne 03/01/2005 13.49
    Il punto è ce noi non vogliamo associare nessun tipo di regolamento a questa ambientazione, al limite consigliarne uno o due.
    E poi, la cosa importante è associare ad ogni sole una scuola (o branca, sezione, anima) di magia.

    Comunque è molto interessante ciò che HA scritto.


    Ma mi dia pure del TU!! [SM=x77404]

    Cmq è un suggerimento ... cosa ti vieta di inserire nel concetto Lune, Soli, Divinità e quant'altro vi interessi? L'idea non presuppone nessun limite all'origine "sovrannaturale" di questi fenomeni "naturali", cosi come nessuno nella nostra realtà può spiegare senza il concetto di Dio l'esistenza dell'universo cosi com'è. Ma qui si scende nel filosofico spinto e si va allegramente OT.


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    Meliamne
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    00 03/01/2005 20:32
    L'idea di Dwarfolo me ne ha fatta balenare un'altra in mente: e sei invece di fare varie scuole di magia, facessimo dei "metodi" di magia?
    Mi spiego. Invece di arrovellarci noi per inventare un sistema magico, lasciamo che sia il master a farlo per noi, applicando il suo proprio (his own) sistema magico. Se, ad esempio, masterizza un gruppo di D&D applica le famose scuole di abiurazione, ammaliamento, evocazione, invocazione, ecc., le sottoscuole, i descrittori, le CD, i tiri salvezza, e quant'altro. Noi ci limitiamo a descrivere i vari metodi con cui si arriva ad usufruire della magia.
    Per cui, ci saranno 4 scuole di pensiero. Ad esempio, una agisce attraverso la meditazione, una attraverso dei movimenti armonici (come quella disciplina dei movimenti lenti che non mi ricordo cosa faccia), una attraverso l'integrazione con la natura, una attraverso la cmbinazione di parole adeguate, con determinate forze mistiche.
    Queste cose le ho pensate scrivendo qui al computer, quindi sono banali e assurde. Ma approfondendole si potrebbe arrivare a qualcosa di decente.

    PS Questo tipo di suddivisione porterebbe (per dirla alla D&D) ad una suddivisione dei norv in classi di incantatori diverse. Per restare agli esempi di cui sopra, ci saranno lo psion, il druido, il monaco e il mago.
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    KATOBLEPA
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    00 04/01/2005 15:35
    Risposta velocissima che devo tornare ad immergermi negli integrali :(

    Intanto grazie Dwarfolo per la tua collaborazione! [SM=x77419]
    Il tuo suggerimento è molto molto interessante ed effettivamente apre una nuova "concezione" della magia. Forse è proprio quello che stiamo cercando, dato che è decisamente originale.
    Il problema è che la tua idea mi sembra eccessivamente complicata da implementare. Gli effetti magici, che inevitabilmente dovranno essere molti per evitare odiose limitazioni, andranno cmq in qualche modo schematizzati, elencati, inseriti in un sistema che poi non sarebbe altro che un sistema magico come lo consociamo noi.
    Altrimenti come li classificheresti? Vedresti ogni incantesimo come una semplice abilità speciale, sovraumana?

    E poi secondo interrogativo importante: perchè allora le altre razze non sono in grado di usare questi "trucchetti" ?? (presumibilmente non hai letto il resto dell'ambientazione e devi sapere che sul Dunia solo i Norv e al limite i mezzo-Norv sono in grado di usare magia)

    Aspetto chiarimenti :D


    Per quanto riguarda la tua idea, Meliamne, devo dire che mi piace, però cercherei di evitare di ricadere nelle solite figure dello psi, monaco, ecc Un mago resta un mago, quello che cambia è il modo in cui evoca la magia!
    In parte è il concetto che usa anche Elish, in cui ci sono incantesimi che vanno cantati, ballati o accompagnati da precisi sigilli, parole o pietre. Dovrei approfondire quel capitolo :D

    Al momento sono poco propositivo (anche perchè l'abbiocco post pranzo si fa sentire) quindi magari cerca di lavorarci un po' tu e di sgrezzare l'idea di base. Ricorda che bisogna includere tutti i campi della realtà, il legame con il Dunia e tutti gli altri dettagli che sai riguardanti la magia Norv [SM=x77419]


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    Meliamne
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    00 04/01/2005 15:47
    Re:

    Scritto da: KATOBLEPA 04/01/2005 15.35
    Cercherei di evitare di ricadere nelle solite figure dello psi, monaco, ecc Un mago resta un mago, quello che cambia è il modo in cui evoca la magia!



    Avevo messo le classi di D&D per far capire che si tratta di differenze nel modo di usufruire della magia. E poi tutti i maghi usano la magia allo stesso modo. Se cambia il modo, non è più un mago.



    Al momento sono poco propositivo perchè l'abbiocco post pranzo si fa sentire



    Sì, lo so, l'abbiocco post pranzo è una cosa terribile. Durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi approfittarono di questo e conquistarono una base italiana.



    Ricorda che bisogna includere tutti i campi della realtà, il legame con il Dunia e tutti gli altri dettagli che sai riguardanti la magia Norv [SM=x77419]


    Includere tutti i campi della realtà è responsabilità del master e del sistema che intende usare lui. Noi decidiamo solo le scuole di pensiero. Per legarla al Dunia, vedrò cosa si può fare.
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