Giochi a D&D? Niente esercito!

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Salkaner
00lunedì 14 marzo 2005 16:29
Beccatevi questo articolo
Raiden
00lunedì 14 marzo 2005 18:40
Esiste ancora quel topic che parlava di satanismo e D&D?
Ecco, siamo all'incirca a quei livelli. [SM=x77410]

Elwood Blues
00lunedì 14 marzo 2005 19:21
Nn mi carica il sito.... credo sia il firewall................ :D (Vegeta anche a te il Firewall lo blocca?)

Ave,
Elwood
[SM=x77431]

------------------------------
"Le Radici Profonde Non Gelano"

[Modificato da Elwood Blues 14/03/2005 19.22]

Gabryk
00lunedì 14 marzo 2005 19:38
Molto simpatici.
"Se giochi di ruolo hai una personalità debole".
Sono quasi stufo di ribattere a questo genere di illazioni.

[SM=x77431]
Principe Vegeta
00lunedì 14 marzo 2005 20:40
Alle volte credo che tu non sia nemmeno umano Elwood, appena ho fatto per accedere al link il mio firewall è intervenuto..

Ave,
Vegeta
IL PRODE BRATT
00lunedì 14 marzo 2005 22:50
Se la gente giocasse di più a Gurps queste cose non accadrebbero...[SM=x77404]
vasquas
00martedì 15 marzo 2005 10:50
Ma guarda io non ho nemmenr isposto ieri quando l'ho visto, mi sono talmente arrabbiato.

Giorni fà ho conosciuto una ragazza che voleva scrivere sul gioco di ruolo, abbiamo inziato a parlare subito ha detto "I ragazzi che giocano di ruolo mentalità deboli".

A 14 anni organizzatore di giochi di ruolo dal vivo per adulti, come gialli dal vivo varie sessioni di Killer a livello Regionale.
A 18 anni 4 classificato nel concorso "Giovani scenziati europei"
A 19 anni ricercatore nel campo delle telecomunicazioni, ho lavorato anceh nello "Science Park" di trieste, oltre che vago per l'europa.
A 19 anni presidente di un club auto d'epoca alforomeo di oltre 100 iscritti in ITALIA.
Sono SCOUT e facico servizio per i ragazzi e con i ragazzi.

Voi pensate che il GDR non c'entri niente in questo? Io credo proprio di si, non ho problemi ad affrontare alcun tipo di colloquio chi meglio di noi è abiutato a parlare con altri? E a comprenderli? Dopo che per anni hai fatto il master, e hai giocato con gruppi e modi di giocare di tutta l'italia?

Fantasia? Come ci fà a mancare se attingiamo ad essa in ogni sessione?

Capacità di organizzazione e di lavoro? Organizzare eventi, non è mica facile quando ci sono 30 - 40 persone, o nel caso del mio club 100 macchine da muovere in città e strade di campagne! Quando si tatta di parlare con fornitori, con i clienti![SM=x77423]

A mio parere se tutto funzionasse un articolo del genere andrebbe ignorato!

Ciao,
Vas Quas
Salkaner
00martedì 15 marzo 2005 11:04
Se devo essere sincero, io penso di essere un pessimo elemento nell'esercito, per motivi molto affini a quelli per cui penso di essere un valido master...

ma che sono motivi assai diversi da quelli citati nell'articolo :D
vasquas
00martedì 15 marzo 2005 11:58
Ho dimenticato la parte finale pardon! VOlevo dire che uno non fà il militare per ben altri motivi, anzi il gioco di ruolo (se giochi futuristico ahahah) ti spinge alle sparatorie![SM=x77410]

MAVALA' manco da considerare questi articoli,
Vas Quas
amisis
00martedì 15 marzo 2005 12:17
devo dire una cosa cinica...credo proprio che se non avessero tolto la leva e fosse stato così anche in italia ci sarebbe stato un massiccio aumento dei giocatori di d&d :D

personalmente ho smesso di dare retta a queste affermazioni...io reputo dei cretini i militari convinti e loro reputano un cretino me, così almeno ora siamo pari [SM=x77404]
Crimson.Stygian
00martedì 15 marzo 2005 16:53
ma lol
cmq sono ben lieto come giocatore di GDR di essere "detached from reality" se la realtà è quella dei militari (di quel paese dell'articolo) che prima sparano e poi fanno domande: capisco che all'esercito faccia comodo formattare il cervello della cannon fodder, la materia umana che hanno per le mani, e la fantasia tipica dei player mal si addice con questo.

Crimson "lancia 1d10, non le bombe" Stygian

Peace&Love

Elwood Blues
00martedì 15 marzo 2005 22:57
Re:

Scritto da: vasquas

A 14 anni organizzatore di giochi di ruolo dal vivo per adulti,




Vas nel senso che organizzavi festini osè già a quell'età?
::
Ave,
Elwood
[SM=x77400]

Principe Vegeta
00venerdì 18 marzo 2005 15:13
Ma se è un minorenne che ci prova con un adulto è comunque reato? :D

Ave,
Vegeta
CervantesIII
00venerdì 17 giugno 2005 03:12
Min**ia vas io ho 19 anni gioco di ruolo ma mica ho fatto tutte quelle cose!!!!

Complimentoni vacca boia!!!!




Tyris
00martedì 21 giugno 2005 13:10
Secondo me la faccenda va un pò ridimensionata, dal loro lato e dal nostro lato.

Dal nostro lato perchè in effetti, nell'articolo, non stabilisce una corrispondenza diretta fra il giocare di ruolo e l'essere di poca o debole personalità. Dice che la maggior parte di coloro che dichiarano di giocare di ruolo, poi sottoposti ad un controllo psicanalitico, rivelano tutti quei problemi per cui sono poi incompatibili con l'esercito.
Non dice che chi gioca di ruolo ha quei problemi, ma che chi ha quei problemi tende a giocare di ruolo (o meglio ancora che LORO hanno riscontrato questo su un LORO campione). Io non mi sento di negare questa affermazione, pur essendo un giocatore di ruolo, perchè in effetti (a detta anche di alcuni miei colleghi) molti che giocano di ruolo sembrano avere qualche problema a percepire il vero senso della realtà.
Mi complimento con l'utente per la sua ricca vita socio-culturale (apprezzando soprattuto le Alfa d'epoca 8: ), ma il fatto che ce ne sia uno, non vuol dire che siano tutti così.

Va ridimensionato dal loro lato perchè, sarà anche vero che alcuni giocatori di ruolo tendono ad avere un certo tipo di problemi, ma sono altrettanto sicuro che i testosteronici soldati israeliani ne abbiano altri sotto altri aspetti. Per esempio io penso che il soldato, generalmente, sia un fondamentale insicuro che con l'annullamento di se in ideali come patria, onore e valore, cerca di elevarsi e distinguersi. Scambia, in poche parole, il contenitore (patria) con il contenuto (gli uomini che ci vivono). Non so se rendo l'idea.

Personalmente non l'ho presa come una critica, ma come una semplice "separazione di competenze". Tu spacchi la testa ai bimbi palestinesi, io la spacco al drago nero. Se io facessi il mestiere tuo lo farei male, se tu facessi il mio lo faresti peggio. Ognuno a casetta sua. Tu rischi la pelle, io rischio un pezzo di carta. Ognuno a casetta sua.
E' giusto che i selettori dell'esercito vedano l'adeguatezza dei soldati...ed evidentemente, hanno rilevato una corrispondenza fra coloro che hanno poca personalità ed i giocatori di ruolo.

Non commettiamo il loro stesso errore, e pensiamo che non tutti i soldati sono imbecilli, ma solo che molti imbecilli si ritrovano a fare i soldati.
In fondo, ognuno ha i suoi hobby [SM=x77401]


CervantesIII
00martedì 21 giugno 2005 19:15
Secondo me il tuo discorso è un pò sofistico. Io ritengo come te che in entrambe le posizioni ci possano essere persone con dei problemi e altre persone perfettamente inserite nella società e anzi in un certo senso "vincenti". Ma il tuo discorso sembra comunque lasciare spazio a un dubbio: non tutti i giocatori sono così, però... così poi come? Se essere inseriti nella realtà è uniformarsi ad un comportamento, allora per essere normali tutti a spaccarci la testa in disco, tutti vestiti uguali e bere coca-cola? Io ho conosciuto tanti giocatori di ruolo, e tanti altri che si definiscono "normali". Normali per chi, poi. Chi ne stabilisce il criterio? Forse i grandi poeti che studiamo oggi furono un tempo definiti "non ben inseriti". Fatto sta che loro sono rimasti nella storia. Stiamo parlando di un gioco, è vero, ma anche la letteratura nasce come gioco, come strumento di evasione dalla realtà. Tutti gli uomini hanno bisogno di questa evasione e chi rifiuta questo bisogno, ecco questo è davvero pazzo (e prima o poi pazzo lo diventa, o perlomeno disadattato).
Se chi cerca evasione lo facesse sempre coi gdr, invece che con le pasticche tanto per fare un esempio facile e banale, o con le risse negli stadi, o con gli ideali politici, o con la GUERRA, visto che anche di questo si parla, saremmo tutti più normali...




amisis
00martedì 21 giugno 2005 21:08
il rpoblema non credo sia nella quantita' di persone "normali" o "strane" che giocano di ruolo o partecipano all'esercito.
Non ho un'ottica relativista come Tyris ma non sono neppure ottimista come CervantesIII.
Io trovi i giochi di ruolo un ottimo modo per distrarmi e passare dei momenti piacevoli, ma bisogna riconoscere che se portato all'eccesso (come ogni cosa d'altronde) ti distacca dalla realta'.

Ogni gruppo sociale ha i suoi tipi di "deviati": nel gdr ci sono i dissociati dalla realta', nelle tifoserie i violenti e nell'esercito le persone 'inquadrate' e spesso anche i violenti.
Dire che questi 'deviati' non ci sono vuol dire fare discorsi ipocriti, in quanto la loro presenza e' innegabile.
Diciamoci la verita'...buona parte di noi tifa per qualche squadra e probabilmente va' anche allo stadio -> tifoso ma dubito che qui ci siano persone che fanno le cariche alla polizia.
Alla fine dei conti i violenti sono poche centinaia, ovvero neppure l'1% dei tifosi, eppure se ti autidefinisci tifoso subito ti addocchiano come violento (foruna non e' il mio caso, sono totalmente indifferente al calcio...).
Per i gdr e' la stessa cosa.

Giudicare un contesto migliore di un altro dipende poi squisitamente dall'opinione di ciascuno.
io penso che sia meglio sognatore che violento, quindi preferisco l'ambiente dei gdr a quello delle tifoserie, ma rimane una mia opinione.
Per altri il violento e' un 'figo' e il distaccato uno 'sfigato' e preferisce altri ambienti.

Visto che per i militari i dissociati dalla realta' sono inutili e che i gdrristi hanno una percentuale di distaccati superiore alla media, non vedo nulla di strano nel fatto che lo usino come cartellino d'allarme.
Anche io dovendo accettare un militare e dovendo rifiutare i violenti un paio di visite in piu' gliele farei.
CervantesIII
00mercoledì 22 giugno 2005 14:58
non mi pare di aver detto nulla di differente





Elwood Blues
00mercoledì 22 giugno 2005 15:11
Condivido l'ultima affermazione di Amisis.
Aggiungo anche che un dissociato potrebbe essere anche un fanatico di armi, di militare, di softair e simili.

Ma detto questo, sia tra i GdRristi che tra i fanatici della mimetica ci si può trovare ottimi soldati.
Lo dimostra il fatto contrario: conosco gente datata che ha fatto il soldato di professione e fa l'esaltato in mimetica nei boschi a piantar pallini, conosco militari che di tattica e tecnica militare han fatto anni di esperienza e giocano di ruolo.

Escluderli a priori? Mai. Almeno se nn per problemi fisici.
Segnalarli per un gioco? Ci può stare se la cosa si limita alla segnalazione parziale magari compresa in un più largo questionario psicologico, non alla strumentalizzazione di una fetta sociale.
Ricordate che esiste comunque una selezione per entrare nell'esercito.

Ave,
Elwood

Tyris
00sabato 25 giugno 2005 16:42
Re:

Scritto da: CervantesIII 21/06/2005 19.15
1) Ma il tuo discorso sembra comunque lasciare spazio a un dubbio: non tutti i giocatori sono così, però... così poi come? Se essere inseriti nella realtà è uniformarsi ad un comportamento, allora per essere normali tutti a spaccarci la testa in disco, tutti vestiti uguali e bere coca-cola?

2) Io ho conosciuto tanti giocatori di ruolo, e tanti altri che si definiscono "normali". Normali per chi, poi. Chi ne stabilisce il criterio?

3) Forse i grandi poeti che studiamo oggi furono un tempo definiti "non ben inseriti". Fatto sta che loro sono rimasti nella storia. Stiamo parlando di un gioco, è vero, ma anche la letteratura nasce come gioco, come strumento di evasione dalla realtà.

4) Tutti gli uomini hanno bisogno di questa evasione e chi rifiuta questo bisogno, ecco questo è davvero pazzo (e prima o poi pazzo lo diventa, o perlomeno disadattato).
Se chi cerca evasione lo facesse sempre coi gdr, invece che con le pasticche tanto per fare un esempio facile e banale, o con le risse negli stadi, o con gli ideali politici, o con la GUERRA, visto che anche di questo si parla, saremmo tutti più normali...



1) Secondo me questo discorso qui è un pò "demagogico". Non ti voglio colpire, per carità, solo che portando all'eccesso quello che tu dici, alla fine si diventa comunque schiavi di qualcosa: io non mi devo massificare, non devo bere coca-cola, devo essere alternativo. Alla fine mi uniformo ad un anti-concetto, ad un anti-moda, ma sempre mi uniformo. Rendo l'idea? Comunque io lascio sempre spazio al dubbio, perchè, non avendo conosciuto un campione di giocatori (per me) sufficiente a darmi un'idea precisa, non vorrei spacciare le mie idee per verità di fede universalmente riconosciute [SM=x77423]

2) A me questo sembra un pò sofistico. A questo punto non esiste nemmeno la a-normalità, non esistendo la normalità...alla lunga hai ragione tu, come anche a livello logico, però credo che sia più o meno pacifico cosa si intenda per "normale". Diciamo una cosa che si manifesta un pò in tutti, e quando non si manifesta diciamo che "non è normale" sottintendendo "che non si manifesti". [SM=x77414]

3) Su questo ho qualcosa da ridire. Andrebbe un pò sfatato il mito del poeta-sfigato. Può valere per Leopardi o Kierkgaard (anche se Kirk era filosofo), ma la letteratura non è fatta di solo Leopardi: ci sono i vari Foscolo, Wilde, Dumas, D'Annunzio che di disadattato avevano ben poco. Ci andrei cauto anche sulla letteratura come "evasione" (Manzoni ha ben poco di evasivo, così come Svevo o Montale...senza parlare dei veristi come Pirandello e Verga. E fermiamoci all'Italia). Non è che non condivido il tuo discorso, ma mi permetto di notare alcune piccole discrepanze, se me lo concedi. [SM=x77423]

Secondo me commetti un piccolo errore:
- quelli che hanno fatto cose grandi erano spesso definiti disadattati
- quelli che giocano ai GdR sono spesso definiti disadattati
- quelli che giocano al GdR faranno cose grandi

Sulle prime due sono d'accordo (anche se con le riserve che ho espresso su), però sulla terza un pò meno.

In pochissime parole: non tutti i disadattati son Leopardi 8) Quindi non è sufficiente (e nemmeno necessario) essere disadattato per essere un Leopardi.

4) Qui ti quoto appieno, anche se è un discorso un pò retorico. Purtroppo non tutti percepiscono il "fare il soldato" come un evasione da una brutta realtà (anche se a volte è così); spesso si sentono in dovere di fare qualcosa per il loro paese, e spesso travisano tale significato andando a fare cose per gli ALTRI paesi. Ma questo è tutt'altro discorso.


jackfalcineto
00martedì 28 giugno 2005 09:18
Secondo il mio modesto parere, qui stiamo parlando di eccessi in tutti i casi, credo che inscatolare in categorie le persone sia un fatto sbagliato a priori, ogni persona è particolare e diversa per sua natura o per la storia che ha vissuto, la questione per me va un po ridimensionata. Il giocatore di ruolo non puo essere sempre classificato come al di fuori della società, e disadattato, dipende come interpreta il gdr, chi vive il gdr come svago è un conto, chi vive solo per il gdr o comunque ha una sua vita, ma la cosa più importante per lui è il gdr è un altro. Credo che si sbagli dall' inizio se si considerano tutti i militari una categoria di persone, e stesso discorso vale per noi giocatori di ruolo.
Sinceramente ho conosciuto giocatori di ruolo, che si possono definire disadattati, ma questo non vuol dire che chi gioca lo deve essere per forza, forse è vero, anzi ne sono sicuro anch'io che la percentuale dei disadattati che giocano ai gdr è più alta che in altre realtà, ma questo credo che sia un' aspetto che è parte del gdr stesso, perché questi tipi di giochi, da la possibilità alle persone di identificarsi in altre personalità, di solito ben differenti da quello che sono in realtà, insomma fa spaziare la fantasia e per chi non è ben inserito nella società è uno dei pochi modi per riuscire ad inserirsi in qualche gruppo, ma non credo il contrario ossia che chi gioca ai gdr, poi non si inserisca nella società a meno che questo non lo "prenda" del tutto. Ad esempio il gruppo in cui gioco è formato da un progammatore di computer della provincia, un finanziere, una psicologa, un chimico, due universitari (ingegneria e programmatore elettronico), e il nostro master che è un prete. E se devo dire nessuno di noi è disadattato, anzi siamo tutti impegnati oltre al lavoro in qualcosa e abbiamo tutti parecchi amici.

Tyris
00martedì 28 giugno 2005 13:01
Re:

Scritto da: jackfalcineto 28/06/2005 9.18
questo non vuol dire che chi gioca lo deve essere per forza, forse è vero, anzi ne sono sicuro anch'io che la percentuale dei disadattati che giocano ai gdr è più alta che in altre realtà



Mi trovo in pieno accordo con te; è lo stesso concetto che ho espresso nel mio post precedente e che (credo) volesse anche esprimere l'articolo.
Come dicevamo entrambi, la cosa va ridimensionata, tanto da loro quanto da noi.

Approfitto di questo, per concordare anche con Amisis che, pur non condividendo la mia ottica relativistica (complimenti, hai un occhio davvero lungo. Me lo dicono in tanti [SM=x77417] ), ha le mie stesse opinioni in merito.


SleepingBeast
00martedì 5 luglio 2005 00:34
ma forse hanno ragione... o forse no... o forse sì! non saprei... aspetta, devo tirare il mio d100 per decidere... oddìo, ho perso la matita! oddio oddio ODDIO!
[SM=x77417]
ah, dimenticavo, quello che per lo stato è un cittadino debole, normalmente è quello che non segue come un pecorone ordini dall'alto... E inoltre considerare un gioco che non ha vincitori né vinti sbagliato o alienante è un tipico pensiero da militare


jackfalcineto
00martedì 5 luglio 2005 15:13
Re:

Scritto da: SleepingBeast 05/07/2005 0.34

[SM=x77417]
ah, dimenticavo, quello che per lo stato è un cittadino debole, normalmente è quello che non segue come un pecorone ordini dall'alto... E inoltre considerare un gioco che non ha vincitori né vinti sbagliato o alienante è un tipico pensiero da militare





Bravo questo è proprio quello che penso anch' io e credo che la mia difesa verso i gdr, era piuttosto palese, comunque è vero credo che il pensiero comune è: "non sei daccordo con le istituzioni[SM=x77405] , allora è perché non sei in grado di inserirti nella società, perché tu hai dei problemi[SM=x77420] "
Ma questo penso che sia un discorso un po troppo OT, e forse anche un po troppo generalizzato.
Dwarfolo
00martedì 5 luglio 2005 15:37
Cmq è bello vedere come ...

"The game indicates a weak personality"
"Simply detached from reality"
"They may be detached from reality or have a weak personality - elements which lower a person's security clearance, allowing them to serve in the army, but not in sensitive positions."

Mentre il role-playing viene utilizzato fortemente da tutte le società di selezione del personale come strumento per stabilire l'attitudine al problem-solving, all'astrazione decisionale e al lavoro di gruppo. E la cosa più sorprendente è che, con molta probabilità, questa teoria stramba non è stata partorita da qualche marmittone conservatore, ma dalla mente di un qualche consulente (magari psicologo) ... complimenti [SM=x77404]

Cmq concordo con la maggioranza, questione da ridimensionare in un senso e nell'altro. Quando si tratta di mandare qualcuno a decidere della vita di molti soldati è sempre meglio una remora in più che una in meno.


leilond
00giovedì 25 agosto 2005 14:37
Re:

Scritto da: Dwarfolo 05/07/2005 15.37
Cmq è bello vedere come ...

"The game indicates a weak personality"
"Simply detached from reality"
"They may be detached from reality or have a weak personality - elements which lower a person's security clearance, allowing them to serve in the army, but not in sensitive positions."

Mentre il role-playing viene utilizzato fortemente da tutte le società di selezione del personale come strumento per stabilire l'attitudine al problem-solving, all'astrazione decisionale e al lavoro di gruppo. E la cosa più sorprendente è che, con molta probabilità, questa teoria stramba non è stata partorita da qualche marmittone conservatore, ma dalla mente di un qualche consulente (magari psicologo) ... complimenti [SM=x77404]

Cmq concordo con la maggioranza, questione da ridimensionare in un senso e nell'altro. Quando si tratta di mandare qualcuno a decidere della vita di molti soldati è sempre meglio una remora in più che una in meno.




Ma il tema è in realtà proprio questo!
- problem-solving
- astrazione decisionale
- lavoro di gruppo
Sono tre requisiti assolutamente non necessari per entrare nell'esercito, anzi, direi che IN PARTE sono proprio da attenuare molto spesso
Il militare raramente fa problem-solving o astrazioni; deve eseguire e concretizzare

La definizione "Simply detached from reality" calza perfettamente, poichè è vero che i giocatori di ruolo hanno una migliore capacità di astrarsi dalla realtà e lo fanno continuamente, immagginando cose e sognando mondi. Questo è un male? Ognuno ha il suo punto di vista, ma alla domanda
"I giocatori di ruolo sono MEDIAMENTE meno adatti di altri a fare il militare?"
Io risponderei di si. Nel senso che se su 1000 NON-GIOCATORI 10 non sono adatti, allora su 1000 GDRISTI 20 non sono adatti, tutto qui. Se la selezione è importante allora mi sembra normale che rifiuto i giocatori di ruolo perchè raddoppio le mie possibilità di includere la persona sbagliata

Che poi i commenti siano esagerati è ovvio... posso capire "detached from reality", ma "weak personality"... Personalità debole... mah

P.S.
Ricordiamoci che sono MILITARI. Non è che i militari siano famosi per la loro apertura mentale
Dwarfolo
00giovedì 25 agosto 2005 15:35
Sono daccordo con te se parliamo di militari semplici (i marmittoni per capirsi), ma l'articolo si riferiva a posizioni dirigenziali e di comando, dove saper astrarre, valutare le debolezze e le forze del proprio gruppo (e saperle valorizzare) e decidere valutando pro e contro (in una parola ...tattica), sono doti più che fondamentali [SM=x77419]

Tyris
00giovedì 25 agosto 2005 16:05
Dopo il caso del presunto genio del pianoforte, rivelatosi in realtà un semplice "figlio di papà" votato al mutismo, ho perso un pò di fiducia nei confronti degli psicologi.

Non mi intendo di psicologia e non mi voglio atteggiare a psicologo, però probabilmente le capacità di "problem solving", "astrazione decisionale" e "lavoro di gruppo" non hanno un senso univoco quando si parla del manager di una multinazionale o di un colonnello (non voglio nemmeno dire generale) dell'esercito. Credo che un conto sia il "problem solving" da mettere in campo quando una nuova azienda entra nel mercato a prezzi più bassi, un altro sia il "problem solving" da mettere in campo quando sbucano dei guerriglieri da non-si-sa-dove e cominciano a farti fuori le truppe (=soldati =esseri umani =opinione pubblica da zittire).

Probabilmente il concetto è uno (anche se dubito che la sua definizione sia pacifica fra la dottrina degli psicologi), ma le sue applicazioni saranno molte. Ripeto, non parlo per diretta cognizione di causa, ma solo per astrazione (visto che siamo in tema [SM=x77404] ).

Come detto prima, credo si tratti di campi diversi...inutile prendersela tanto. Alzi la mano chi fra di noi vorrebbe fare il soldato (israeliano).


Dwarfolo
00giovedì 25 agosto 2005 16:19
Più o meno Tyr...
In effetti è il campo di applicazione ad essere diverso, ma il procedimento/schema mentale è identico. E' un pò come la matematica: è totalmente astratta e la puoi applicare tanto ad una ricetta per cucina quanto ad un ciclotrone, ma il processo che ti porta a fare due più due è identico. In ultimo ... molti manager, imprenditori d'assalto e capitani d'industria hanno "eletto" tempo fa un testo come fondamentale per la propria preparazione: L'Arte della Guerra (Sun Tzu - 400 ca A.C.). E nella stessa lista di testi "consigliati" c'era anche Il Principe di Machiavelli!

leilond
00venerdì 26 agosto 2005 10:06
Gli psicologi? Io per non fare il militare mi sono finto depresso (13 anni fa). Mi è bastato leggere i sintomi tipici della sindrome ansioso-depressiva, fare un po' di prove davanti allo specchio e mi hanno dato il congedo in 4 visite (2 giorni). Hanno provato in tutti i modi a "smascherarmi" ma se non molli è evidente che NON SANNO QUELLO DI CUI PARLANO. Vanno a tentativi... sarà che giocando di ruolo ho imparato bene a recitare? Forse, ma teoricamente lo psicologo non dovrebbe farsi infinocchiare dal primo ragazzetto un po' in gamba che gli si presenta davanti, almeno così si vantano loro
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