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Addio Arjuna, addio Poeta fantastico e creativo... che la terra ti sia lieve.
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Vampiri

Ultimo Aggiornamento: 22/12/2005 15:35
22/12/2005 15:35
 
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Registrato il: 22/10/2001
Sesso: Maschile
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Immortale
Nome: Yuri
Autore: PonOpar

Yuri nacque 21 anni fa, ultimo di 8 fratelli. I genitori, dei nobili sull'orlo del lastrico, si erano "ridotti" a lavorare per mantenere il decoro della famiglia, amministrando i loro possedimenti e investendo i guadagni in attività commerciali. I figli crebbero come rampolli viziati, Yuri in particolare. Nel suo viso splendeva una bellezza ambigua, quasi diabolica. Si dimostrò un ottimo musicista e i genitori fecero di tutto per fornirgli la migliore educazione artistica e musicale. Si spinsero al punto di costringere gli altri figli a laurearsi e lavorare, per potere dedicarsi interamente all'ultimogenito, l'unico dotato di talento.
I fratelli di Yuri iniziarono a odiarlo, ma il giovane viveva nel suo mondo dorato, dove tutto gli era dovuto. Crebbe altezzoso e arrogante, conscio del suo talento e della sua bellezza. Le donne facevano la fila per un suo sguardo ma nessuna riuscì ad averlo nel letto per più di due volte.
Aveva 17 anni quando venne a sapere che un famoso ebanista della città aveva messo in vendita un antico clavicembalo. Il ragazzo si recò subito al negozio e gli fu permesso di provare lo strumento. Gli intarsi, la venatura del legno, il suono pastoso ma stranamente limpido lo rapirono.
Tornò a casa e pretese dai genitori l’acquisto del clavicembalo, ma essi, per la prima volta risposero negativamente. Il prezzo richiesto era esorbitante, il padre avrebbe dovuto vendere metà dei suoi terreni per permetterselo.
Yuri gridò, strillò, minacciò di andarsene di casa, ma i genitori furono irremovibili.
In una notte ventosa, il giovane diede fuoco alla sua casa mentre i genitori dormivano. Mentre le fiamme illuminavano le nuvole in cielo, il ragazzo canticchiava un’aria di Bach dondolandosi sui talloni.
Il giorno dell’apertura del testamento, i fratelli maggiori ebbero un’amara sorpresa: tutti i terreni erano stati intestati all’ultimogenito, a loro restava da spartirsi la villa ormai ridotta ad un cumulo di cenere.
Yuri era felice. Fece tutta la strada di corsa, a rotta di collo, fino al negozio dell’ebanista. Ma il clavicembalo era già stato venduto.
Rimase seduto sulla panchina di un parco tutto il giorno in stato catatonico. Quando la sera divenne notte, fu avvicinato da una donna dai lunghi capelli ramati: ella gli tese la mano e Yuri meccanicamente accettò l’invito. Lei lo condusse nella sua casa, un lussuoso attico del centro con un grande pianoforte a coda al centro del salone. Il ragazzo si riscosse ed ebbe un sussulto, come se fosse stato preso a frustate. Iniziò a suonare furiosamente, per ore e ore, e pianse.
Lei rimase estasiata ad ascoltarlo poi alla fine domandò:
“Perché piangi?”
“Ho perso il mio clavicembalo” rispose Yuri.
Lei sorrise e lo portò nel suo letto. Al suo risveglio il ragazzo aveva la mente confusa. Ricordava uno strano calore seguito da una morsa fredda allo stomaco; e si sentiva diverso.
Yuri era stato maledetto.
Lei lo accudì per 6 mesi, aiutandolo ad accettare la sua nuova condizione.
A poco a poco il giovane perse interesse per la donna, le delizie della carne furono ben presto surclassate dalla soavità della musica. Lei capì e lo lasciò andare.
Yuri camminava senza meta nella notte, quando in una strada deserta incontrò uno dei suoi fratelli.
“Non sei ancora morto!” disse questi, e si lanciò sul giovane con un coltello. La lama penetrò a fondo nello stomaco di Yuri, ma egli non cadde.
Yuri rideva mentre smembrava il fratello.
“Ne restano altri sei” si disse.
Ripartì barcollando. Doveva prima passare dall’ebanista per fargli confessare il nome del ladro del suo clavicembalo.
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