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[racconto fantasy] Back to Nirmia

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2004 20:36
12/09/2004 01:23
 
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Sono un idiota.
Credo di poterlo dare oramai per certo.
In fondo sono passati solo tre anni, quando mi ero ripromesso che sarebbe stato per sempre.
Mi aggrappo alla sbarra quando un'onda cozza violentemente contro la chiglia, facendoci sbandare paurosamente.
Giorni fa' mi sarei fatto prendere dal panico, ma dopo oltre due settimane di nave intorno a skala mi sono abituato.
porca troia..mi si sono bagnati i guanti.
scendo giu' sotto coperta, con questo tempo da lupi non voglio rischiare di beccarmi un gelone alle dita.
In effetti si stanno gia' raffreddando...dannato freddo, e io che speravo di non doverti piu' sentire.
In cabina mi tolgo rapidamente i guanti, infilando poi le mani fra le cosce, reprimendo un brivido.
Scorrendo lo sgaurdo sul tavolo vedo di nuovo quella dannata lettera...
maledetta tu, chi ti ha scritta e io che ti ho letta!
"Abbiamo bisogno di te"
"tuo fratello sembra impazzito"
"tua padre e' gravemente malato"
Sono ancora troppo buono.
Me lo diceva Kiriss che i miei sentimenti mi avrebbero rovinato.
Alla fine aveva avuto ragione, come sempre.
Il pensiero inizia a vagare nella sua direzione, riassaporo il sapore dei suoi baci, il calore cocente delle sue labbra, la fornace che sentivo quando entravo dentro di lei, i suoi gemiti...basta, pensare ora a questo non mi aiutera'
"tornero' "
cosi' le ho detto e cosi' intendo fare, non un minuto piu' del necessario in questo paese d'inferno.
inizio a sentire il formicolio del calore che torna a scorrermi nel sangue, portandolo alle mani ed al viso, che piano piano si decongestiona dal freddo. mi sparisce anche quella specie di smorfia che non mi ero neppure accorto di avere. no che possa pegiorare la reputazione che ho fra i marinai. come non capirli? loro sono contrabbandieri, abituati a fare queste rotte, e spinti solo dal guadagno e disposti a fermarsi non iu' di una notte, terrorizzati dai Protettori. io invece vado la' per rimanerci, anche se solo per qualche giorno. Lasciare la citta' di Tellon, le sue guglie e i suoi giardini, per andarsene in un paese che gli dei non hanno dimenticato, ma che odiano dal profondo e contro cui si sono accaniti.

Riemergo dalle mie meditazioni disteso nel letto, senza ricordare neppure di essermici infilato.
Scivolo in un sonno senza sogni, cullato dalle onde dei mari del nord.

[Modificato da amisis 13/09/2004 17.55]

12/09/2004 01:48
 
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La costa e' oramai in vista, e non riesco a fare altro che passeggiare nervosamente sul ponte. cerco inutilmente di raggiungere quello stato di calma che Kiriss mi ha insegnato, di lasciare che i miei pensieri e le mie emozioni vivano in quella dimensione parallela a me, collegata ma in qualche modo separata. inizio a sentire l'ansia che si stacca da me, che si allontana, quando una mano sulla spalla spezza la bolla di sapone che era la mia concentrazione.
"Fai ancora in tempo a ripensarci, se vuoi"
Il capitano, un bell'uomo sulla quarantina, mi sta' fissando intensamente. rispondo con un sorriso storto e scuoto leggermente la testa, tornando a fissare il piccolo paese che si affaccia timido e smagrito sull'oceano, o almeno sulla piccola frazione navigabile di esso.
Case basse, di legno, ben distanziate fra loro, sono il vero stemma del re-stregone e della sua paranoia.
Anche se grazie a questa sua paranoia regna oramai da piu' anni di quanti sia dato di viverne ad un mortale. che gli dei sprofondino la sua anima nera nei piu' remoti abissi dandolo in pasto alle sue stesse innumerevoli vittime.
Mi coglie un brivido, ma so' che non e' dovuto al vento freddo, ma ai ricordi di quindici anni sotto il suo dominio, ed ai quattro passati sotto il dolce sole skalano.
Non intendo rimanere qui, costi quel che costi. piuttosto mi uccido. ora che ho visto cosa significa la vera vita non potrei piu' sopportare l'angoscia di vedere il mio spirito spezzato dalle leggi e dalle punizioni imposte da quella carie sulla faccia della terra che e' il governante di airosea, l'unica vera citta' nirmiana.
Appoggio la mano sulla spada. ora non sono piu indifeso, possiedo le vostre stesse armi. non potrete inrappolarmi nella vostra tela.
Non volete che si conosca la magia? bene, io l'ho imparata
Non volete che si portino armi? e io nascondero' le mie spade ai vostri occhi.
La nave si e' addentrata in un piccolo golfo, al riparo da sguardi indiscreti, e mentre i marinai preparano le scialuppe io raccolgo le mie poche cose e mi preparo.

Fra pochi minuti tornero' a casa.

[Modificato da amisis 12/09/2004 1.51]

12/09/2004 12:34
 
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Mi tolgo le scarpe per scendere dalla sciuluppa, il bagnasciuga della spiaggia sabbiosa mi da' una strano scossa, nella mia mente a meta' fra un benvenuto ed un minaccia velata.
Inizio a correre verso la macchia di pini che costeggia la spiaggia senza degnare i marinai di piu' di un movimento del braccio a mo' di saluto, in fondo io non piacevo loro e loro non piacevano a me, e' inutile stare a fare le sceneggiate con persone che non rivedro' mai piu'.
Quando gli aghi di pino iniziano ad entrarmi nella carne tenere del piede faccio per rimettermi le scarpe, ma mi fermo guardandole.
Scarpe skalane, vesti skalane, abbastanza alla moda per giunta.
Questi vestiti che a tellon erano di uso comune qui sono cose da signori...e sarebbe iniziare con il piede sbagliato farsi scambiare per un signore in viaggio da solo per delle terre piene di briganti...come mettermi sulle spalle un cartello con scritto "guardatemi, sono una persona sospetta".
Confermo.
Sono un idiota.
E adesso come faccio?
Inizio a camminare con le mani infilate nella cintura, cercando di trovare un modo per passare inosservato.
Dopo dieci minuti l'idea viene quasi da sola.
Non sto nemmeno a domandarmi perche' non ci ho pensato prima, e' cosi' semplice!
Inizio a guardarmi intorno alla ricerca di erbe commestibili. in fondo dovro attendere ancora molte ore prima che scebda la notte, e' meglio che mangi qualcosa.

[Modificato da amisis 12/09/2004 14.47]

13/09/2004 18:53
 
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Le tenebre sono profonde questa notte.
Le fitte nubi coprono tutto il fievole bagliore delle stelle e delle vecchie lune.
Ancora non ho ben capito le varie disquisizioni fatte dagli astronomi Telloniani su antiche lune sbriciolate le cui polveri mantengono ancora le antiche arbite e altre stranezze simili.
A mio parere si sono fatti una tirata di troppo di erba dei sogni, tutto qui.
a proposito di erba...
con calma tiro fuori la mia pipetta di terracotta, iniziando a scaldarla vicino al fuoco, oramai rimasto la mia unica sorgente di luce, guardando la silfide scolpita vicino al fornello che si brunisce al calore, ipnotizzato.
Muovo la mano verso il sacchetto di tabacco, ne tiro fuori un pugnetto e lo metto nella pipa, accendendolo con un bastoncino.
Non disdegnerei anche una tirata mista con un po' di erba dei sogni, ma stanotte ho da fare, non voglio andare in giro con le visioni.
Mi appoggio alla betulla alle mie spalle, ripensando a quella volta in cui in preda ai fumi dell'ultima aspirata sono stato una notte con quella che al momento mi sembrava una bellezza.
La mattina mi sono svegliato con il braccio infilato sotto la testa di una donna tanto brutta che il mio primo desiderio e' stato di strapparmi a morsi il braccio per fuggire via!
Penso che quella sera mezza tellon abbia riso di me, o almeno lo ha fatto la parte che era abbastanza lucida per farlo dopo i festeggiamenti per il solstizio d'inerno.
e' una figuraccia che mi viene occasionalmente rinfacciata ancora adesso...
Cielo, che vergogna...e che schifo!
scarico diligentemente la pipa prima di rimetterla nel suo sacchetto, e mi inizio a preparare per il mio atipico furto.

Estraggo il mio piccolo pugnale rituale e ne scaldo poi la punta sul fuoco.
Aspetto qualche secondo, ci soffio un poco sopra e poi mi faccio il taglio sulla punta del dito.
Merda!
...non ricordavo che facesse cosi' male!
resisto alla tentazione di succhirmi il dito e inizio a disegnare intorno all'occhio i segni che mi servono per il mio rituale.
Inizio a concentrarmi sui miei occhi, pensando a come li voglio trasformare, traccio poi il cerchio intrecciato con il triangolo intorno all'occhio destro, e ora arriva la parte piu' fastidiosa.
alzo la testa verso il cielo e giro l'occhio destro fino a mostrare solo il bianco, per poi lasciarci cadere una goccia di sangue e ripetere quindi con il sinistro.
Li tengo qualche secondo chiusi, lasciando agire la magia e facendo smettere di pulsare la testa.
Li riapro e il mondo e' cambiato.

penso rapidamente a quando Kiriss me lo ha insegnato, dopo che una simpaticona si e' ispirata al fattaccio del solstizio per prendermi in giro con i suoi amici, facendosi creare un'illusione intorno al viso per apparire piu' bella di quello che realmente era...ed era brutta forte...
Dopo questa seconda figuraccia la mia aompagna ufficiale nonche' inegnante di magia ha deciso di prendere provvedimenti: se la vista e' fallace basta cambiarla con il tatto.

Mentre corro per il bosco, cosciente di avere meno di un'ora per fare tutto, sperimento il piacere di poter toccare le cose con lo sguardo.
certo, si perde il senso dei colori, addirittura quello stesso della luminosita', ma la sensazione di poter toccare una foglia in cima ad un'albero in piena notte senza spostare un muscolo e' quasi inebriante.
Il paese e' piccolo, come tutti, quindi faccio presto a trovare una finestra sbarrata male.
Con il pugnale inizio a spostare lentamente il chiavistello, cercando di fare il minor rumore possibile, per poi aprirlo rapidamente per evitare i cigolii dei cardini.
Un piccolo balzo e sono dentro.
Devo essere rapido.

[Modificato da amisis 14/09/2004 14.21]

02/10/2004 12:21
 
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Cerco di respirare lentamente, intimorito dal silenzio che regna indisturbato.
Non e' la prima volta che entro in una casa per rubare, ma sono anni che non lo faccio, ho perso l'abitudine...
Fortunatamente le case sono un po' tutte simili..adesso mi trovo nella cucina, distinguo chiaramente il basso tavolo, le sedie, il camino con le pentole sporche lasciate appese..
Mi lascio trasportare dalla curiosita' e sbricio dentro la pentola, vedendo solo una patina di sugo all'interno, che emana un forte odore di stufato.
In risposta all'odore di cibo il mio stomaco emette un gorgolio di dissenso per la dieta a base di erbe di oggi pomeriggio.
Sobbalzo, iniziando a guardarmi freneticamente intorno, come se chi dorme nelle altre stanze potesse essere sobbalzato sul letto per un rumore simile..ho perso decisamente l'abitudine!
Mi lascio sfuggire un risolino nervoso, per scacciare la paura.
Faccio un paio di respiri profondi, poi inizio ad aprire la porta da cui sento provenire il respiro delle persone addormentate.
La piccola porta da' su di una stanza riempita quasi totalmente da un armadio a due ante, una cassapanca, un letto molto grande in cui dormono cinque persone, i genitori e i tre figli a giudicare dalle dimensioni, stretti l'uno vicino all'altro per riscaldarsi.
La stanza e' pregna dell'odore del fiato delle persone e di corpi mal lavati, oltre che dall'olezzo proveniente dal vaso da notte, evidentemente non lasciato inutilizzato stanotte.
Quel misto di odori, cosi' familiari eppure ora cosi' lontani nella mia memoria, mi provoca un lieve moto di nausea...
Quattro anni fà non ero cosi' schizzinoso quando nelle notti fredde cercavo il calore dei miei consanguinei, ma le abitudini cambiano in fretta, e a tellon mi sono abituato decisamente bene...
Mi scuoto dalle mie riflessioni, e sempre in silenzio di tomba apro l'armadio alla ricerca di abiti che mi possano stare bene.
Ed e' bene che me la smetta di fantasticare in mezzo a queste situazioni...
con le mani sposto rapidamente i vari vestiti..purtroppo c'e' un solo adulto, quindi non avro' molta liberta'...e con questa diavolo di visione spero di non prendere due vestiti troppo scompagnati!


[Modificato da amisis 03/10/2004 20.36]

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